Paracaduti/ Speranza, Gianni e Roberto, Nico Stumpo e tutti gli originari calabresi

(16/8/22) La C news riporta oggi una dichiarazione di Gianni Speranza, ex sindaco lametino, il quale spiega che dal 2017 non è iscritto a nessun partito e che ha rifiutato la proposta ricevuta da due dirigenti del centrosinistra di una candidatura nel collegio Catanzaro-Lamezia. Chi vorrà potrà leggere qui sotto il mio articolo che racconta la storia di Nicola Stumpo, emblematica di come si diventa parlamentare oggi a sinistra.

SI (Sinistra Italiana) è una sigla ideata da Roberto Speranza, ministro della Salute, & Bersani. I voti di cui dispongono i due saranno una decina ma non in Italia, a Piacenza. Infatti nel 2018 l’attuale ministro della Salute fu sonoramente sconfitto nella sua Basilicata ma il paracadute lo trovò in Toscana. Allora Gianni Speranza poteva essere presentato in Calabria da LeU (Liberi e Uguali)  ma gli fu preferito Stumpo che era affibbiato con Pietro Grasso.  Sul Manifesto (9 gennaio 2018) ci fu un inutile appello per la candidatura di Gianni. Oggi Stumpo lavora con Speranza Roberto e quindi un posto sicuro per la sua sigla e il suo protetto è stato trovato nel listino della Camera dove Stumpo risulta al 1° posto e la immarcescibile Bruno Bossio al 2° in quota donna cosentina, mentre al terzo (ma del Senato) c’è l’avvocato Italo Reale, quello che a Cosenza fu spernacchiato dagli amici della Bruno Bossio. E’ stato fatto fuori il professore Viscomi. Tutte le candidature che hanno pro-posto nei collegi uninominali, o meglio, tutti quelli che si presenteranno per il pd nei collegi, dove vince chi ottiene più voti, sono vittime sacrificali, che magari, per averci messo la faccia, riceveranno qualcosa in cambio successivamente.

Queste elezioni, se non lo avete capito, sono semplici e la politica non c’entra nulla (sono, come leggerete qui domani in un articolo di Antonio Pascale, simili ai Premi letterari, dove si sa prima chi vince): ognuno gioca per sè, e si trova il suo paracadute per non sfracellarsi al suolo, compresi quelli che blaterano contro l’uomo solo al comando pur essendosi fatti da anni partitini personali per semplice smania di potere.  Speranza Roberto gioca per sè e Stumpo è un compare (si chiama diritto di tribuna); anche Letta gioca per sè, infatti l’unico suo scopo è prendere più voti di Lega, Forza Italia e Calenda. Se al governo andrà il centro destra e il pd sarà il primo o il secondo partito più votato, Letta rimarrà in sella, e disporrà di un gruppo parlamentare di suoi fedelissimi (i capaci per il suo rancore li ha lasciati a casa). Se invece il pd sarà superato dalla Lega oltre che da FdI, Letta tornerà da dove è venuto e si aprirà la contesa, tra Bonaccini, presidente emiliano, contro uno dei comunisti rimasti nel pd (Orlando, Provenzano). Naturalmente vincerà chi avrà l’appoggio di Franceschini.

(9/8/22) L’ISTRUTTIVA STORIA DI NICOLA STUMPO Non so come ma di una cosa sono certo, anche il 25 settembre 2022 Nicola Stumpo (detto Nico) sarà ai nastri di partenza delle elezioni politiche in Calabria. Infatti è calabrese, è nato il 20/8/1969 a Catanzaro ma è originario di Cotronei. Uno di quelli che quando arrivano le elezioni fa valere le origini, la nostra Calabria. Adesso è in quota Art. 1 e il suo main sponsor per elezione garantita è il ministro Speranza.

Dopo essersi diplomato da geometra, Nico si è trasferito nel 1988 a Roma, dove tuttora vive, sposato e con due figli, per studiare Ingegneria all’Università degli Studi “La Sapienza”, senza tuttavia conseguire la laurea perché abbandona gli studi per concentrarsi sull’attività politica. Li chiamano  “totus politicus”. La politica come mestiere. Sempre meglio che lavorare. E adesso possiamo dire: sempre meglio che 5Stelle. Cominciò con la Figc dei giovani comunisti, poi non aderì alla svolta di Occhetto e se ne andò con Cossutta in Rifondazione, ma nel 1998 tornò nei Ds di D’Alema. Alle elezioni primarie del PD nel 2009 sostenne la mozione di Pier Luigi Bersani che risulterà vincente con il 53% dei voti, e il successivo 24 novembre 2009 Bersani, neo-eletto segretario del Partito Democratico, lo nominò come Responsabile dell’Organizzazione del partito nella sua segreteria nazionale; ricoprì l’incarico sino al 2013.

E’ lampante come nel 2013 alle elezioni politiche venisse candidato ed eletto in Calabria alla Camera dei Deputati, tra le liste del Partito Democratico. Passano 4 anni e il 20 febbraio 2017 abbandona il Pd insieme a Bersano ed altri esponenti della “minoranza Dem”, tra cui Epifani, Massimo D’Alema e Roberto Speranza, in polemica con la segreteria di Matteo Renzi. Cinque giorni dopo, assieme agli amici crea un nuovo partito di sinistra chiamato (allora) Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista (MDP).

Alle elezioni politiche del 2018 venne rieletto deputato nella medesima circoscrizione tra le liste di Liberi e Uguali (LeU), lista elettorale guidata dall’allora presidente del Senato Pietro Grasso. Nella XVIII legislatura, oltre ad essere componente della 9ª Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni fino al 24 febbraio 2020, della 12ª Commissione Affari sociali e della Giunta delle elezioni, è stato presidente della Commissione parlamentare per la semplificazione. Uno ammanigliato forte.

A novembre 2020 è stato nominato tesoriere di Articolo Uno, incarico che gli venne confermato con la rielezione di Speranza a segretario nel 2022.

Come si evince da questo cursus honorum, ecco la storia di un calabrese che riesce a farsi eleggere dove è nato, ma sempre grazie ad uno sponsor che trova a Roma. Nel 2013 è Bersani, nel 2018 è Pietro Grasso, ma la cosa superlativa è questo entrare e uscire dal Pd, prima seguendo addirittura Cossutta, poi rientrando con Baffetto, che segue quando lascia perchè nel Pd c’è Renzi a dare le carte.

Ora, vedrete, seggio assicurato, Letta lo presenterà in Calabria d’amore e d’accordo col ministro della salute Speranza, che poi è il più ambiguo di tutti. Ministro con Draghi dopo esserlo stato con Conte, odia l’agenda Draghi quanto la odiano Bersani e la De Petris. Ma tuttavia fa l’accordo con Letta Fratoianni e Bonelli.

Nico Stumpo è il tipico calabrese che sa affibbiarsi con questa compagnia per farsi i fatti suoi senza aver dato a questa martoriata regione neppure un dito. Fa parte di quei calabresi ormai  romanizzati (gli originari) che le legislature se le passano a casa. Mentre i Viscomi e Bruno Bossio quantomeno devono far la spola tra Roma e la Calabria. Voglio dire: è inutile prendersela con quelli paracadutati da Roma (dalle segreterie dei partiti) in Calabria, se al contrario abbiamo gli originari che usano la Calabria come mozione degli affetti. I calabresi che lo votano, ecco i veri boccaloni, sono la plebe che segue i patrizi. L’ideologia che neppure il populismo è riuscito a debellare magari perchè i due concetti coincidono

(16/8/22) (Corriere della Calabria) Confermate le anticipazioni. Al Senato il segretario dem, a seguire la Girasole. Il deputato crotonese guida la Camera, numero due la Bruno Bossio