Meloni & friends/Pino Insegno, e chi è?

I giornali danno in rampa di lancio Pino Insegno, romano del 1959 e amico della Meloni, per diversi programmi Rai o addirittura per sostituire Amadeus a Sanremo. E’ l’occasione giusta per parlare del clientelismo italico e della meritocrazia, una parolaccia impronunciabile nel nostro linguaggio culturale.

Insegno è da sempre fascista ma comunque (era spesso ospite da Costanzo) ha sempre lavorato  anche in Rai, dove, come è noto, si accede solo per amicizie politiche. Mentre a Mediaset le amicizie contano ma poi guardano gli indici di ascolto, in Rai a queste quisquilie degli indici non si bada. Se contassero, dopo i bassi ascolti registrati da Insegno ogni volta che negli anni gli è stato affidato un programma, le porte per lui sarebbero sbarrate.

Insegno infatti non è una giovane promessa, ha già condotto il game show Reazione a catena; insieme a Mara Venier, L’anno che verrà; lo show televisivo Me lo dicono tutti!, in onda in prima serata su Rai 1; con Paola Perego Domenica In, su Rai 1. Infine, dal 17 novembre 2020 ha condotto in seconda serata su Rai 2, Voice Anatomy. Quest’ultimo programma, che intendeva celebrare sè stesso e il mondo in cui ha trovato rifugio, quello dei doppiatori, è stato un fiasco colossale e chi, come me, ha visto una puntata, ha ricevuto solo conferme dall’egotismo fuori controllo del personaggio. Infatti in Italia abbiamo avuto e abbiamo fior di doppiatori, dal mitico Ferruccio Amendola a Stefano De Sando (nativo di Pizzo calabro), da Pino Locchi a Giancarlo Giannini e Cesare Barbetti. Insegno è un doppiatore che lavora molto ma ha un grande limite che spiego  con l’esempio della voce con cui ha doppiato Jamie Foxx in “Ray” (Ray Charles) e “Django Unchained” di Tarantino. Per rendere la voce carnosa e profonda dell’attore nero, Insegno non ha recitato ma ne ha fatto l’imitazione abbassando e ingrossando la sua voce per renderla diversa.  E’ stata una interpretazione imbarazzante, notata e criticata come insopportabile non solo da me ma da tanti. (v. sotto scena del film su youtube)

Però Insegno, ecco cosa voglio dire, non si rende conto dei suoi limiti. Ha cominciato come comico ne La premiata Ditta, ma, diciamo la verità, non è che i quattro suscitassero tutte queste risate. Poi l’ex comico ha trovato il suo spazio nel campo del doppiaggio dove in Italia 5 famiglie e relativi parenti (come i balneari) si spartiscono il mercato (famiglia Izzo, Rinaldi, Acerbo, Ward, Amendola).

Le incursioni e le occasioni televisive in Rai (ripeto, fuori dalla Rai un contratto te lo fanno se si attendono un certo share) non sono state memorabili, ma adesso con la Meloni assurta al governo, l’amico suo spera. Fiorello ha già a “Viva Rai 2” preso in giro la strana coppia Meloni-Insegno annunciando la defenestrazione di Amadeus da Sanremo. Ma Amadeus dopo gli ascolti di 5 edizioni sembra inattaccabile, probabile che dovrà cedere “I soliti ignoti” a questo signore triste con la voce cavernosa come Django unchained. In quel film Tarantino costruisce un dialogo meraviglioso, quando i membri del Ku Klux Klan litigano perché i cappucci sono tagliati male e non vedono nulla dai buchi per gli occhi. Insegno, non è colpa tua, è colpa del cappuccio tagliato male.