L’Italia basata sulla (auto)promozione

Una mia amica, inglese ma residente in Italia, mi ha chiesto: ma perché i vostri tg dedicano metà del loro tempo a promuovere cantanti, attori, paesi, feste, film, cuochi, acrobati e saltimbanchi?
E’ verissimo, ma non sono solo i tg, tutta la tv produce servizi “sull’ultimo successo”, del “noto cantautore che ha ricevuto innumerevoli apprezzamenti da parte della critica”. E’ un continuo. I giornali fanno lo stesso, ogni film è introdotto da interviste  agli attori che giurano di non essersi ancora ripresi dalla sorpresa di aver partecipato ad un evento straordinario. Tutta ciò che una volta chiamavamo “informazione” o “mezzi di comunicazione” è diventato un “marchettificio”.

L’Italia che promuove di tutto di più è dunque una immensa vetrina dove ognuno mette in vendita i suoi prodotti (accattativilli), cambia solo l’ognuno, che può essere un comune, una regione, un imprenditore, ma anche una scuola, un’associazione, un privato, un ente, giù giù sino alla mafia e alla ‘ndrangheta. Perchè anche i mafiosi comunicano i loro prodotti, le bombe di Riina all’Accademia dei Georgofili e le altre stragi del 1993 cosa erano se non una precisa strategia di messaggi rivolti allo Stato?

Non ci sono dunque più notizie ma soltanto promozione. Nessuno ci informa più forse perchè non c’è più nulla da sapere e tutti siamo convinti di sapere già tutto.

L’informazione trasformata in (auto)promozione ha cambiato definitivamente i media, giornali, tv, libri, per cui per fare 2 soli nomi Bruno Vespa o Walter Veltroni producono varie cose, articoli, libri, trasmissioni, film, ma è solo una incessante autopromozione di una “ditta” che fattura.”The medium is the message”, cioè il mezzo stesso di comunicazione è in sé la comunicazione, assumendo maggiore importanza del messaggio che si vuole trasmettere. Ora è giunto il momento di precisare che il messaggio è la propria promozione.

Anche a scuola si promuovono tutti da quando si è capito che non si esce da questo circolo vizioso: non puoi promuoverti se non promuovi, cioe’ ci si promuove a vicenda: io promuovo te così tu promuovi me.