Juve/ Sleali anche senza aver commesso illeciti/Torsello spiega la giustizia “privata”

Su twitter è possibile vedere il giudice Mario Torsello che ha già penalizzato la Juve di 15 punti sulla base dell’art. 4 dell’ordinamento sportivo spiegare in un convegno pubblico cosa sia la giustizia sportiva e questa clausola in bianco dell’art. 4. da riempire. Riportiamo le sue esatte parole

Mario Luigi Torsello, giudice CAF:
I principi di lealtà, probità e correttezza. In sostanza che cosa accade in questo caso? Si lascia all’interprete e in particolare al giudice sportivo un potere di individuazione e di punizione dei fatti posti in essere. I giudici sportivi possono quindi decidere di riempire di contenuti questa clausola in bianco, configurando come violazione del principio di lealtà e correttezza sportiva una condotta, che pur apparendo apertamente in contrasto con i valori basilari che devono informare i rapporti sportivi ed endofederali, non risulta autonomamente configurata come fattispecie di illecito disciplinare.

Anche questo istituto trova la sua spiegazione nel fatto che il sistema disciplinare delle federazioni sportive va letto in chiave strettamente privatistica in quanto espressione della volontà contrattuale degli associati. E’ comprensibile che chi non abbia dimestichezza con l’ordinamento sportivo possa ipotizzare il contrasto con il principio di determinatezza della fattispecie di cui all’art. 25 della Costituzione. In realtà però il richiamo alla Costituzione non appare in questo caso decisivo perchè qui non si tratta di tutelare degli interessi della vita di primaria importanza dell’ordinamento generale ma degli interessi collettivi propri dei soli appartenenti all’ordinamento settoriale. E anche in questo caso si tratta di una precisa scelta di politica normativa che alle esigenze di assoluta certezza del diritto ha preferito quelle di una più rapida ed efficace giustizia sostanziale.

Con queste parole che per un giurista sono solo aberranti chiunque può capire che il giudice sportivo può condannare la Juve per slealtà sportiva anche se la Juve non ha commesso illeciti sulla base delle norme esistenti nell’ordinamento giuridico italiano.

Come ho già scritto,siccome la Juve sarà ancora condannata, l’unica cosa che dovrebbe fare è quella di rivolgersi alla Corte Europea di Giustizia, dove ancora il diritto lo fanno valere. E’ quella Corte, per capirci, che non consente a mafiosi autori di stragi efferate di stare al 41bis, sulla base appunto dei principi universali del diritto. Figuratevi se questa Corte può consentire, se tanto mi dà tanto, ad un Torsello qualsiasi di farsi la sua giustizia personale condannando senza configurare una condotta come proibita da una precisa fattispecie giuridica. Quando la Corte di Giustizia Europea condanna, però si deve sapere che scatta il risarcimento e nel caso di una SpA come la Juve rovinata dalla giustizia sportiva, non sarebbero somme di poco conto. E’ questa l’unica strada che ha la Juve, rivolgersi all’ordinamento europeo perchè da noi è già tutto deciso: con gli attuali processi sulle plusvalenze e sulla manovra stipendi, vogliono fare peggio del 2006, quando la Juve venne spedita in B con l’invenzione, da parte di Sandulli, dell’illecito sportivo strutturato (o associativo) che in quel momento non era una fattispecie ravvisata dal Codice di giustizia sportiva e fu infatti introdotto nel nuovo codice successivo agli avvenimenti di Calciopoli.

Per chi non lo sapesse, tra i quali Torsello, Chinè e compagnia giudicante, la giustizia sportiva contiene una norma ben precisa che si rifà al rispetto del “giusto processo”. Non è che per la velocità, la rapidità e l’ordinamento privatistico, i giudici sportivi possano prescindere dai principi del giusto processo, che assicura la terzietà del giudice, il contraddittorio tra le parti sul piano di parità e la ragionevole durata. Quando penalizzarono la Juve di 15 punti, in 4 ore fecero tutto: revocarono una precedente sentenza di assoluzione per gli stessi fatti, aprirono un nuovo procedimento, fecero parlare gli avvocati della Juve per 15 minuti, e fecero la sentenza, appellabile non in secondo grado ma solo per motivi di legittimità. I 15 punti non hanno spiegato sulla base di quale norma sono stati 15 e non sono stati 39 o 9…