Abodi, perchè la Reggina di Saladini non può fare quel che fa la Lazio di Lotito?

Se chiedessimo ad uno studente di giurisprudenza del primo anno quale norma debba prevalere tra una norma dello Stato e una dell’ordinamento sportivo non avrebbe dubbi, la prima. Ma per il ministro dello Sport Abodi e il presidente della Fgci è il contrario. Potremmo finirla qui perchè se tra un giudice ordinario e un giudice sportivo facciamo prevalere il secondo, ci giochiamo lo stato di diritto, è chiaro. Ma queste cose succedono, come ora vedremo, perchè tra Reggio Calabria e Brescia la politica propende per Brescia.

L’ordinamento statale, proprio in natura degli interessi generali perseguiti,  ha una posizione di supremazia su tutti i vari ordinamenti settoriali (militare, ecclesiastico, sportivo) tanto che soltanto esso ha il potere di emanare norme di fonte primaria (ovvero norme di rango legislativo). I vari ordinamenti settoriali si pongono in una posizione sicuramente sottoordinata rispetto all’ordinamento statale proprio per la natura (collettiva) degli interessi da essi perseguiti.

Dopo il salvataggio rincorso dalla Reggina di Saladini e deciso dal Tribunale di Reggio Calabria, che ha approvato il Piano proposto dal club, il ministro dello Sport Andrea Abodi ha detto: «Il caso Reggina va esattamente nella direzione opposta dell’equa competizione: il club ha utilizzato una norma dello Stato che non risponde alle norme dell’ordinamento sportivo e nella fattispecie del calcio», dice a proposito della società amaranto che ha usufruito della possibilità di differire dei pagamenti sfruttando un concordato concesso dal tribunale fallimentare. «Non è un caso – ha aggiunto Abodi – che qualcuno sia andato in Lega Pro o non sia stato ammesso ai playoff avendo pagato tutto e tutti e non avendo comprato giocatori, mentre la Reggina ha fatto acquisti e se la sia cavata con il 5% di debiti fiscali. È un provvedimento che rispetto ma non condivido. Siamo fuori dal perimetro che intendevo quando parlavo di equa competizione, questa non lo è». Ad Abodi, in effetti, fa eco il presidente della Figc Gabriele Gravina: «Il cosiddetto “caso Reggina” è stato possibile perché le leggi dello Stato non sono coerenti con il più stringente quadro normativo federale». Caro Gravina, uno rispetta le norme che ci sono non quelle che ci saranno.

Eppure tutti, sia Abodi che Gravina, ricordano o almeno dovrebbero, che il più potente presidente di serie A che oggi è Lotito, comprando la Lazio, fece un accordo con l’Agenzia delle Entrate.

Sono passati 18 anni dall’operazione salva-Lazio che nel 2005 vide il club biancoceleste trovare un accordo con l’Agenzia delle Entrate per saldare il maxidebito fiscale ed evitare il fallimento.

Fra l’altro secondo quanto rivelato da Il Sole 24 Ore, però, la società del presidente Claudio Lotito avrebbe pagato solo poco più della metà di quanto pattuito ai tempi. Il quotidiano economico spiega che la Lazio ha pagato fino ad oggi 75,44 milioni di euro rispetto al totale da 143,24 dovuto. Ai biancocelesti restano perciò ancora da corrispondere all’erario 67,8 milioni di euro, previsto in 12 rate annuali da 5,65 milioni in scadenza al primo aprile. Se Lotito rispetterà il piano di pagamenti la Lazio avrà estinto completamente il suo debito il primo aprile del 2028.

Lotito diventò proprietario del club il 19 luglio 2004 e l’anno successivo riuscì nell’impresa, mai consentita a nessun’altra società super indebitata, di consentire una sanatoria con il fisco ed evitare così il fallimento: ai tempi furono contestati alla Lazio mancati pagamenti per 148,8 milioni di euro di Irpef sugli stipendi dei calciatori e per l’Iva dagli anni 2002 al 2005. A garanzia del pagamento c’è una ipoteca sul centro sportivo di Formello (dove si allena la Lazio, ndr) iscritta da Equitalia e che resterà fin quando la società non avrà saldato tutti i debiti con il fisco.

La domanda è quindi: perchè a Saladini non dovrebbe essere consentito quello che ha già fatto (o almeno sta tentando di fare) Lotito il quale, tra l’altro, ha mischiato le sue aziende con la Lazio per cui non si capisce più chi sorregge o indebita chi?

Saladini: «Pronti a illustrare ad Abodi la nostra posizione»
Non si lascia attendere la risposta della Reggina, con questa nota ufficiale del proprietario Felice Saladini: «Sono sorpreso dalle dichiarazioni del ministro Abodi. Ritengo che non abbia tutte le informazioni del particolare caso della Società Reggina 1914. Siamo pronti a illustrare anche a lui la nostra posizione, così come ne abbiamo riferito a tutti gli organismi federali dello sport e all’autorità giudiziaria, assumendoci anche responsabilità e penalizzazioni».