La scuola buona/ Spari pallini di gomma e ti premiano con 9 in condotta

Il popolo italiano nell’immediatezza di un reato esige la pena di morte, dopo un mesetto è per la clemenza assoluta. Una delle poche cose che ho appreso facendo il dirigente scolastico è stata la seguente: la democrazia e il suo funzionamento (imperfetto) gli studenti o li apprendono a scuola oppure non li apprenderanno mai più. Nella storia dell’umanità, la premessa è questa, la democrazia è l’eccezione, non la regola. Qualcuno mi dirà, ma come, dimentichi la famiglia, il gruppo dei pari, il quartiere, la parrocchia…Io insisto, come funziona la democrazia che è l’unico sistema che finora gli umani hanno inventato per mantenere la pace in una comunità, i giovani lo apprendono a scuola. Il contrario della democrazia è il Far West dove domina la legge del più forte. Magari apprendono tante altre belle cose, nozioni, cultura, educazioni, ma come funziona il nostro sistema democratico occidentale che chiamiamo stato di diritto lo si impara soltanto a scuola (la nostra prima comunità, formata da diversi, e con una scala gerarchica operante).

A Rovigo sono stati promossi gli studenti che avevano sparato pallini alla prof in classe. In condotta hanno ottenuto 9. Legali all’attacco: “Rabbia e delusione, la violenza va sempre punita. Così passa un messaggio sbagliato”.
L’episodio, avvenuto a ottobre, era stato ripreso da un cellulare e aveva fatto il giro dei social. Il ministro Valditara: «Diseducativo il 9 in condotta. Ho chiesto una relazione dettagliata sulle motivazioni di questa decisione»

Invece il sedicenne che ha ferito la sua insegnante di italiano al liceo scientifico Alessandrini di Abbiategrasso il 29 maggio scorso è stato espulso e bocciato. 
La decisione, votata all’unanimità dal consiglio di istituto in seduta straordinaria, comporta la non ammissione dell’allievo all’anno successivo e l’espulsione dalla scuola. Il provvedimento è stato notificato alla famiglia del ragazzo. Michele Raffaeli, preside del liceo, aveva già chiarito dopo l’aggressione che il regolamento prevedeva l’espulsione per reati perseguibili per legge. La professoressa Elisabetta Condò, aggredita con sei fendenti tra cui uno alla testa, è stata dimessa dall’ospedale dopo alcuni giorni di degenza, affrontando ora un lungo periodo di riabilitazione fisica e psicologica. Se l’espulsione era attesa, la bocciatura ha suscitato sorpresa. Nonostante l’aggressione, il rendimento scolastico dello studente era buono, con la media del 9 in fisica e 8 in matematica. La famiglia ha deciso di ricorrere contro il provvedimento di bocciatura. “La decisione non è un bel segnale. La scuola avrebbe dovuto valutare le sue prestazioni prima di decidere sull’espulsione”, sostiene al Corriere della Sera, l’avvocato Stefano Rubio, che assiste la famiglia del sedicenne.

Ora, ecco la democrazia. L’avvocato fa il suo dovere, difende l’accusato, il preside ha applicato il regolamento e investito il consiglio di istituto, insomma ci sono le procedure, e al contrario di quello che in Italia avviene per la giustizia sportiva, che è sommaria, senza garanzie, veloce, giustizialista (ricordate i 15 punti di penalizzazione alla Juve?), la giustizia ordinaria ha i suoi tempi, i suoi riti, le sue decisioni appellabili. 

Ma, al di là di procedure e formalità, la domanda cruciale, che è politica e culturale insieme, è la seguente: se in una scuola vengono promossi con 9 in condotta i due alunni che  spararono pallini di gomma contro una professoressa; che misero on line il video del tiro al bersaglio per deridere l’insegnante di Scienze. Cosa apprendono gli studenti (quelli minorenni coinvolti furono cinque) da questa storia e da questo epilogo? A scuola si va per apprendere. Italiano, matematica, scienze, educazione civica.. E democrazia. Molti alunni non apprendono nulla ma solo perchè gli adulti non insegnano niente. E non danno il buon esempio