Juve/ Giuntoli, Calvo e speriamo presto De Zerbi

Francesco Calvo, direttore generale, 44 anni
Roberto De Zerbi, allenatore del Brighton

(1/7/23) Immaginate in un mondo alla rovescia se Cristiano Giuntoli fosse stato legato da un contratto alla Juve e avesse voluto andare al Napoli. Cosa avrebbero scritto i giornali se la Juve lo avesse tenuto prigioniero? Ne avrebbero parlato in Parlamento e da Vespa, mentre nel mondo reale Aurelio DeLa è  passato per la vittima di uno scippo. Non basta, nello stesso tempo si è operata una costante diminutio di Giuntoli, ridotto con la frase “i suoi collaboratori però restano col Napoli”, denigrato, ” il vero artefice dello scudetto è stato Spalletti” e via dicendo, in attesa delle prossime inchieste su di lui che scatteranno appena si insedierà alla Juve. Mi dispiace che il suo braccio destro, Giuseppe Pompilio, 49enne di Saracena, un paese ai piedi del Pollino, il caposcouting, sia stato trattenuto in ostaggio da De La, uomo bizzoso che spiega bene la tempra di Giuntoli. Uno che sopporta 8 anni De La volete che non sopporti un anno Acciughino Muso Corto?  

Piuttosto il rischio è che una volta alla Juve ritirino fuori tutte le plusvalenze fatte col Carpi, poi col Napoli, e tutti i carboni bagnati di Cristiano. Un classico. Marotta ora con l’Inter è riverito e rispettato, alla Juve era un potente e un traffichino. Adesso, per dirne una, è diventato un semplice amico di Carnevali del Sassuolo ( Gazzetta: ” perchè, adesso non si possono avere amici?”) mentre alla Juve era un suo sodale.

La Juve da sempre è la squadra con più tifosi e però non li fidelizza, non li schiera. La sua comunicazione è stata sempre basata su alcun testimonial interni: Gianni Agnelli e i campioni che schierava (Charles e Sivori, Bettega, Scirea, Rossi, Baggio, Platini, Zidane, Del Piero). Ha rotto con gli ultras, dopo inchieste anche queste subìte in esclusiva, ma su tutte le vicende osserva un rigoroso insopportabile silenzio. Viene costantemente attaccata e non controbatte mai. Nonostante Elkann sia proprietario di due testate come La Stampa e Repubblica, è facile osservare come, in entrambe, gli antijuventini abbiano ampio spazio. Tolto Tuttosport che ora ha un direttore intelligente e riflessivo come Vaciago, è facile fare l’elenco delle poche voci juventine sui media.

Per anni l’eccentrico Mughini è stato (per caso) il commentatore bianconero, ora in quota abbiamo degli ex pacati, Ravanelli, Mauro (però anche ex Napoli e Udinese), Tardelli, e l’intelligente avvocato Zampini (Juventibus) su Canale 5. Perduto troppo presto il duo Vialli-Rossi che in tv portavano competenza e carisma, Sky schiera Del Piero e Marocchi, mentre i vip interisti, i Bonolis, Mentana, Aldo, Giovanni e Giacomo, Savino, sono sempre pronti a dir la loro ad ogni rigore negato. I vip juventini, penso ai giornalisti Pigi Battista e Christian Rocca, allo scrittore Sandro Veronesi, sono di fatto assenti nel dibattito pubblico. In questo scenario dove la discrezione sabauda viene spacciata per tipologia di comunicazione, la squadra Juve quando vince risulta antipatica e se vince per 9 anni di seguito diventa insopportabile; se poi perde, come successo negli ultimi tre anni, viene presa di mira: dal caso Suarez all’inchiesta sui rapporti tra mafia e ultras, sino alle plusvalenze e alla manovra stipendi.

Una SpA quando viene attaccata e si trova in emergenza (facciamo il caso di una industria che subisce il danno di una partita di prodotti avariati) schiera una divisione apposita che ha il compito di gestire l’emergenza aziendale. La Juve addirittura ha dovuto mandare a casa Andrea Agnelli e tutto il management, sostituirlo con manager di altri settori e affidare la parte sportiva, per volere del proprietario John Elkann, all’allenatore Allegri.

Ora che si apre il capitolo Giuntoli, ds fortissimamente voluto dal manager Calvo e approvato da Elkann, la dicotomia Giuntoli-Allegri è un contrasto che i risultati sportivi negativi potranno rendere incendiario. Gli amici di Allegri, da Galeone a Sabatini (Canale5), da Caressa a tutta la squadra Sky e a Zazzaroni, sono pronti a difenderlo sino all’ultimo giorno. Il popolo juventino, spaccato di suo tra allegriout e allegristi fedeli, assiste senza poter influenzare nulla. Non sono i tifosi a dover guidare una società, ma una società che è anche un’industria di intrattenimento deve essere in sintonia con il sentiment del suo pubblico. Se non cura questo aspetto, non incassa. Un brand fidelizza, chi compra Nutella ama Nutella, i consumi funzionano così. Gianni Agnelli questo concetto lo aveva ben chiaro in testa, i suoi nipoti forse no, forse la Juve per loro è solo un impiccio, allora che la vendino pure, Gianni e Umberto da lassù approveranno?

Giuntoli (uomo di campo e di silenzi), ovvero l’esatto contrario di Marotta (uomo di ufficio e pubblic relations), è l’uomo in grado di segnare il nuovo corso Juve. Arriva avendo dentro la società un drappello di nemici (Allegri e il suo entourage) illusisi che il Napoli lo avrebbe tenuto prigioniero un anno intero. Ora Allegri non solo non potrà fare più la campagna acquisti ma dovrà vincere e dare un gioco decente alla squadra, sennò salta. Il merito di tutto questo è di Francesco Calvo, che nella struttura gerarchica è (per volere di Elkann) al vertice. L’aver fatto a Giuntoli un contratto di 5 anni significa che ora, finalmente, alla Juve è tutto chiaro che Allegri non comanda più e, se ci riesce, deve fare l’allenatore.

Concludo dicendo che mi auguro che il prossimo allenatore Juve sia Roberto De Zerbi, perchè non basta vincere, il tifoso si deve anche divertire (e al circo ci deve andare Acciughino)