Calabria mare sporco/ Perchè Occhiuto e i sindaci dem hanno torto

(Enrico De Girolamo) La battaglia innescata dal presidente della Regione Roberto Occhiuto proprio sui social, con un video nel quale punta il dito contro i Comuni, che a suo dire non stanno al passo con la Regione, buttando su di loro la croce della depurazione, ha fatto deflagrare lo scontro con i sindaci di centrosinistra o comunque non annoverabili tra i fan politici del governatore. E il problema “mare sporco” ha finito per diventare l’ennesima partita tra tifoserie nemiche, tra centrodestra e centrosinistra, con chi minimizza e chi enfatizza. A farne le spese è anche la verità, piegata alla contingenza politica. L’ultima inveterata viene dai primi cittadini di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria, che hanno reagito compatti contro le accuse di Occhiuto. All’appello, non a caso, manca il quinto capoluogo di provincia calabrese, Vibo Valentia, guidato da Maria Limardo che con il governatore condivide la stessa matrice politica.

Fin qui la cronaca 2023. Proprio l’anno scorso, a luglio ed agosto, pubblicai sull’argomento due articoli. Uno era intitolato: Il mare sporco, il tenente Colombo sa chi è stato ma deve riuscire ad arrestarlo (3 agosto 2022). L’altro: Con chi prendersela per il mare calabrese sporco? Con i comuni innanzitutto (10/7/22)

(4/7/22 Gazzetta del sud)  Il professor Silvio Greco, coordinatore delle ricerche e capo della Stazione zoologica, è certo dell’origine della sporcizia galleggiante: «La maladepurazione rischia di diventare il capro espiatorio ma devo dire che incide solo nella misura del 40-45%. Sono gli scarichi privati il vero problema. Ho le prove di quello che dico. Da Tortora a scendere abbiamo ricostruito le origine dell’inquinamento, censendo scarichi di strutture recettive, stabilimenti balneari, piccole aziende e anche abitazioni private. Le prove raccolte le abbiamo consegnate ai carabinieri per essere trasmesse alle Procure competenti. Sugli scarichi abusivi, purtroppo, nessuno vigilia. I sindaci, che sono i responsabili della salute dei cittadini, non possono pensare che non sia affare loro. Per questo chiedo ai calabresi in generale di non girarsi dall’altra parte. Bisogna capire che un danno all’ambiente produce effetti negativi sulla nostra salute. Per questo chiedo ai cittadini di diventare sentinelle dell’ambiente».

(fs) Riepiloghiamo di nuovo le vere cause che rendono il nostro mare tra i più inquinati d’Italia.
1) L’80% delle abitazioni delle nostre comunità non sono ancora collettate a nessuna rete fognaria scaricando di fatto nei fiumi e nei mari.
2) La maggior parte delle aziende agricole non sono dotate di impianti adeguati al numero di bestiame …(ma il 90% delle segnalazioni dei carabinieri forestali in procura sfociano in assoluzioni o prescrizioni).
3) Arpacal Calabria è l’ente più corrotto che possa esistere nella nostra realtà con il silenzio della magistratura, degli ex forestali (oggi carabinieri) e della Regione Calabria…

Questi 3 problemi causano l’inquinamento totale dei nostri corsi d’acqua (fiumi e torrenti al 100% inquinati) che sfociano nei nostri mari.

Gli impianti di depurazione (il finto problema sbandierato) non sono e non possono essere adeguati per depurare le nostre acque ma nessuno dice che nei depuratori presenti sul nostro territorio confluiscono solo il 20% delle acque da depurare. L’altro 80% è rappresentato da fiumi, torrenti e scarichi diretti al mare di abitazioni ed aziende non collettate.

Collettare tutte le zone non collettate della Calabria richiederebbe un investimento di oltre 500 milioni di euro e circa dieci anni tra progettazione, gare di appalto e lavori.
Ammesso e non concesso che si possa risolvere questo problema, c’è da risolvere quello del 90% delle aziende agricole e di allevamento e di altri tipi di aziende che non sono dotate di impianti adeguati, che continuano ad inquinare da decenni fiumi, torrenti e falde acquifere.

Non trascurando le discariche abusive presenti lungo gli argini dei fiumi, la risoluzione di questi problemi richiede non solo un ulteriore investimento di oltre 100 milioni di euro, ma un controllo territoriale notevole ed il coraggio di intervenire drasticamente.

Ci vuole cioè un coraggio da leoni, quello che sicuramente manca ai nostri politici del settore (Occhiuto, Gallo & C.) ma anche alla magistratura,  alla forestale ed ai dirigenti Arpacal.

Ragion per cui lo scontro tra curve (Occhiuto contro sindaci dem) è l’ennesimo gioco delle parti, la nostra politica non è in grado di risolvere i problemi, tutto qui. D’altra parte, se così non fosse, una regione come la nostra vivrebbe e bene solo sul turismo balneare collinare e montano. Nel peggiore dei casi la Calabria, l’ho scritto migliaia di volte, sarebbe come la Liguria che ha un territorio simile al nostro, con le coste e l’Appennino all’interno. 

A tutto ciò occorre aggiungere: se uno pensa che il turismo calabrese lo risolleva con le campagne pubblicitarie, in ultimo (dopo Muccino e il villaggio allestito davanti alla stazione ferroviaria di Milano) chiamando Amadeus a fare a Reggio per 2 anni lo spettacolo televisivo di Capodanno, è evidente come intende dissipare i soldi. I soldi vanno dati ai turisti non agli amici. Il turismo lo si incentiva se la Regione praticasse sconti ai turisti invogliandoli a venire qui: solo che i turisti non votano in Calabria, ecco perchè questa strada non si percorre.