Lamezia/”Questione rom”, le parole se le portano via i fumi

(4/10/23) 1,3 miliardi di euro. È quanto l’Italia ha pagato finora in sanzioni all’Unione europea per non essersi adeguata alle regole comunitarie, nonostante i moniti di Bruxelles, ripetuti per anni. Non riuscendo, a volte dopo 20 anni, a risolvere dei problemi, il male minore (si fa per dire) è pagare. Il paragone ci serve per capire un altro problema che il sistema non è in grado risolvere: la “questione Rom a Lamezia”. Veramente ha preso il posto della congettura di Riemann, l’enigma che tormenta le menti dei più grandi matematici da più di 150 anni e la cui soluzione donerebbe fama eterna e l’assegnazione del premio di 1.000.000 dollari promesso dal Clay Mathematics Institute per aver risolto uno dei “problemi del millennio”. 

La politica lametina continua sul campo rom a dire tante parole inutili, con il giochetto dell’ “è tutta colpa sua“. Senza rendersi conto che una volta le parole finivano sui giornali e solo chi conservava i ritagli poteva ricordarle. Oggi in una sola pagina del Lametino trovi in ordine le dichiarazioni susseguitesi nel tempo, per cui l’inutilità della politica “del dire senza fare”  (poca amministrazione e molta convegnite) emerge in tutta evidenza.

Sulla questione Rom sappiamo ormai tutto, l’ultimo (4/10/23) che si è preso la briga di riassumere i contorni dell’enigma è Giorgio Curcio sul Corriere della Calabria: Lamezia e i rom di Scordovillo: storia di promesse e fallimenti –Promesse mai mantenute, rischi ambientali e sociali, sgombero e risistemazione “impossibili”. E in mezzo tanti fallimenti della politica. A Curcio hanno parlato in tre.

Gianni Speranza, ex sindaco di Lamezia Terme per due mandati dal 2005 al 2015. «All’inizio, queste comunità erano arrivate e stavano lungo il Torrente Piazza, a Nicastro. verso giù. Stavano lì in condizioni malsane, bastava una inondazione e le persone morivano, c’erano delle baracche, e così li hanno spostati a Contrada Scordovillo che doveva essere una soluzione provvisoria. Parliamo comunque di persone italiane, hanno avuto e hanno la cittadinanza italiana da generazioni, però vivono ancora in condizioni terribili. A parole tutti diciamo che la questione è che non possono stare lì a Scordovillo, ma perché non stiano a Scordovillo bisogna trovare il modo di sistemare queste persone in altri luoghi, in altri posti. E voglio dirlo ai tanti cittadini e soprattutto a chi fa politica che spesso dice bugie, diciamo invece la verità: non è che possiamo dire che svaniscono nel nulla, che li mettiamo in altri comuni, che li cacciamo da Scordovillo e che li mettiamo a 50 km da qui in un’altra città, in un altro Comune. Non è così. Se noi siamo convinti, come io sono convinto, che il problema più drammatico è che stiano lì, perché c’è l’ospedale, perché c’è il centro abitato, perché ci sono gli incendi e perché ormai quel terreno è tossico, dobbiamo cercare di trovare un modo per farli uscire da lì. Questa cosa delle case popolari in città è una delle più illegali e più abusive. A Lamezia non si finiscono le case popolari e non si assegnano perché c’è la teoria, e scusate se lo dico in dialetto, che “le case chi è più forte le va a sbundare” (ad occupare con la forza ndr). Uno degli insuccessi che noi abbiamo avuto per esempio e che noi abbiamo messo in moto un’iniziativa che era iniziata sotto amministrazione Lo Moro, cioè delle case vere e proprie che avevano per destinazione gli sfollati rom per legge che si stavano costruendo sotto “Capizzaglie”. All’inizio erano più di 34-35 case, adesso man mano si sono ridotte, il cantiere era bloccato, abbiamo fatto in modo con la giunta regionale di riprendere questo cantiere ma, appena abbiamo fatto questo discorso, piano piano in città, tutti hanno iniziato a protestare. Sapete come è finita? Che lì, mentre il cantiere andava avanti, hanno occupato le case altre persone, alcune anche con la fedina penale molto sporca».

Il sindaco di Lamezia dal 2015, Paolo Mascaro: «Anche io  non avevo colto come tanti la percezione vera del problema quando si parlò di un possibile sgombero entro un anno. Io feci quella avventata, lo riconosco, dichiarazione. Una errata, lo riconosco, dichiarazione, perché interloquendo coi vertici dell’Aterp avevo avuto comunicazione scritta dell’esistenza di 152 alloggi che sembravano essere non abitati e, errando, avevo pensato che quelle che allora erano, mi pare, 101 famiglie rom, potevano essere distribuite in quelle abitazioni. Da un lato il presupposto nel 2015 comunicatomi da Aterp era errato, perché andando poi a verificare questi immobili, o erano occupati da chi aveva regolarizzato l’occupazione o erano occupati abusivamente ed erano distrutti e inagibili e quindi, in realtà, non c’erano in realtà se non forse uno, due, tre alloggi all’epoca, quindi già era errata la premessa. Ma se anche la premessa non fosse stata errata, a mio parere non è neanche quello il modo di risolvere il problema. Questo è un problema che si può risolvere quando si capisce che non è un problema di natura edilizio, o di natura militare. Non è un problema che si risolve realizzando altra “Ciampa di Cavallo” o andando a radere al suolo il campo rom. Questa è una tematica che si può risolvere, davvero, senza creare problemi a chi oggi vive in condizioni inaccettabili, ma anche a chi vuole continuare a vivere secondo ordinarie regole di convivenza civile, c’è bisogno di tutti».

Il deputato della Lega Domenico Furgiuele
«Quante sono le famiglie che storicamente si sono ritrovate ad essere stanziate a Scordovillo per via di una vicenda che risale agli anni ‘70? Quindi, quanti hanno avuto il diritto di stare lì e quante altre invece nel tempo, poiché impunite le prime, si sono trasferite da Rosarno, da Reggio Calabria, da Bovalino, persone che non sono nate a Lamezia Terme ma che si sono stanziate a Scordovillo mentre le amministrazioni provavano in certo qual modo ad assegnare qualche casa popolare, ma immediatamente i container, le baracche di Scordovillo venivano riempite da questi che venivano da fuori città? È una problematica che  nasce sotto questa spinta di cooperative, associazioni che non hanno fatto nient’altro nel tempo che sprecare risorse pubbliche, è lo Stato ed è la Procura della Repubblica che lo certifica. Questo excursus storico non è che vuole essere utilizzato dalla Lega come alibi, la Lega negli ultimi 5 anni, soprattutto con la mia presenza, ha messo a disposizione anche di questa amministrazione che non è stata sostenuta dalla Lega, tutti quelli che erano gli uffici parlamentari e tutti gli strumenti che poteva avere a disposizione. Bisogna che l’amministrazione territoriale intraprenda un percorso perché la Regione ha dato disponibilità di risorse ma è l’amministrazione territoriale che deve dire dove le vuole impiegare e che progetto ha. C’è un prefetto che deve prendersi le sue responsabilità come organo prossimo e rappresentante primo dello Stato anche sul territorio di Lamezia Terme, perché anche questa città è provincia di Catanzaro. E poi le forze dell’ordine che ringraziamo quotidianamente, che probabilmente sono sottodimensionate, ma che devono essere messe nelle condizioni di poter operare nei migliori dei modi, magari con più incisività».

Il nostro riassunto continua con “l’eterno aspirante sindaco in pectore della sinistra antagonista” ex De Magistris ora Schein ( Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni…Guccini)

L’avv. Piccioni dice (7/7/2023): Noi non ci uniremo al vizio generale dell’ “annuncite” o della facile propaganda, ma ci basiamo sui numeri e i dati di fatto: tra il 2011 e il 2013, con il piano straordinario varato dall’ammi-nistrazione di centrosinistra, circa 140 cittadini e 35 nuclei familiari hanno abbandonato il campo di Scordovillo. A questi si sono aggiunti i percorsi in collaborazione con le associazioni del territorio, con riconoscimenti anche a livello nazionale, che hanno portato bambini e ragazzi del campo rom a frequentare le scuole e qualcuno anche a laurearsi. Altro che risoluzione del problema. La questione Rom è ferma al 2015!”.

Due giorni dopo risponde la Lega (Furgiuele) (9/7/23): “La Lega quando avrà responsabilità di governo del territorio, opererà lo sgombero, al contrario delle sinistre che ne hanno invece disatteso l’obbligo, come tutti i cittadini di Lamezia sanno. Noi stiamo costruendo la nostra esperienza amministrativa sul principio che vada fatto esattamente l’opposto di quanto fatto dalle giunte di sinistra. Noi imporremo la tolleranza zero perché abbiamo le idee chiare. Idee espresse in parlamento dall’onorevole Furgiuele sulla questione Rom. Ovvio che se quelle proposte non trovano riscontro nelle politiche di governo territoriale, la Lega non può averne colpa”.

La Lega ripete le stesse parole usate nel 2015 dal candidato sindaco Mascaro (27/5/2015) nel corso di un suo intervento al quartiere Razionale. “Accanto a questa zona  è presente il campo rom di contrada Scordovillo dal quale quotidianamente si elevano fumi tossici. E’ la testimonianza evidente del fallimento dell’amministrazione comunale. L’esecutivo di centrosinistra ha dovuto attendere l’intervento della Procura della Repubblica per intervenire sul campo rom senza nemmeno incidere sulla delicata questione.  Noi non attenderemo alcun imput, interverremo prima per risollevare la città dal degrado e impedire ogni forma di illegalità”.

L’anno dopo il consigliere comunale Mimmo Gianturco (18/5/2016) scrisse: “E’ passato quasi un anno da quando il sindaco Paolo Mascaro ha dato la sua parola che entro dodici mesi, avrebbe effettuato lo sgombero del campo Rom di Scordovillo. Il tempo è quasi scaduto e ancora non c’è nessuna linea guida rispetto a quanto promesso. L’amministrazione si attivi immediatamente”.

Per chi volesse un riassunto dell’intera questione segnalo l’articolo del Post: (26/8/2022) La storia del campo rom e della discarica abusiva di Scordovillo, a Lamezia Terme.

Ogni anno si fa qualcosa, si parla. Prendiamo l’anno scorso  (8/2/22) : Le consulenze esterne e i tavoli istituzionali (La C news)

Regione e Comune fanno quadrato avvalendosi anche di “consulenze esterne” nell’ottica di riuscire a sgomberare quanto prima il campo di Scordovillo e di riuscire a dare una casa alle centinaia di soggetti di origine rom che vi vivono e creare opportunità reali e tangibili di inclusione.

Ieri il tavolo istituzionale in Regione con i rappresentanti del Comune, il sindaco Paolo Mascaro, gli assessori Bambara e Bevilacqua, il presidente della Regione Roberto Occhiuto, gli onorevoli Domenico Furgiuele, il consigliere Pietro Raso, l’assessore regionale alle Politiche Sociali Tilde Minasi, il presidente del consiglio Regionale Mancuso, i dirigenti Aterp e Regionali, tutti in campo per affrontare l’annosa questione del campo Rom di Scordovillo.  Intanto, in città è arrivata l’associazione 21 luglio che oggi ha fatto un sopralluogo del campo rom. Si tratta di una realtà, che agirà a titolo gratuito, allo scopo “di individuare, alla luce dei processi conclusi in altre città, le modalità di intervento migliori per l’implementazione di strategie operative efficaci, finalizzate al superamento del campo Rom di Scordovillo, prevedendo specifico approfondimento tematico da condividere con tutto il partenariato locale pubblico e privato“.

(fs, Concludendo ) Si continua a chiamarlo campo rom quando in realtà è una sorta di campo profughi al centro della città, come quello di Shatila in Libano. Intanto “si è concluso  con 11 condanne e un’assoluzione il processo scaturito dall’indagine “Quarta Chiave” eseguita dalla Dda su un presunto traffico illecito di rifiuti nel campo rom di Scordovillo” (8/7/2023). A seconda di quando si fa cominciare la storia, ci si può rendere conto di come l’intera politica lametina senza distinzione di destra e sinistra abbia fatto crescere un mostro che come la mafia è ormai troppo grande per essere debellato. Voglio dire che la vicenda in realtà ebbe inizio quando pochi rom non stanziali, di passaggio a Lamezia, vennero fermati e si fornì loro la residenza per farli votare alle comunali. Il campo profughi dunque nacque per accaparrarsi poche decine di voti. Apprendisti stregoni.

Oggi chiunque a Lamezia dica “risolverò il problema” è come se dicesse “vi libererò dalla mafia” oppure “fermerò gli sbarchi”. Due mostri si sono impadroniti della città a causa di una politica miope ed inconcludente che gioca con le bandierine ( e con i pacchettini di voti) come i bambini giocano con i soldatini. Agli smemorati ricordo solo che anche a Catanzaro avevano una comunità rom e ad un certo punto li sloggiarono per farvi l’arena polifunzionale “Magna Grecia” all’ingresso del quartiere Lido, di fronte alle stazioni delle Fs e delle Ferrovie della Calabria. Perciò, smettiamola sulla questione rom di individuare politici “colpevoli.” Colpevoli lo siamo tutti (la società vota i politici) e non ci sono innocenti. E infine smettiamola di parlare di comunità rom. Ci sono rom che meritano di stare in carcere e altri che vogliono solo vivere svolgendo un lavoro dignitoso.