Cazzullo/ Perchè la sinistra non ha mai vinto una elezione

Questo commento di Cazzullo è un compendio che i nostri scienziati della sinistra italiana dovrebbero leggere, rileggere e imparare a memoria. Gli italiani non hanno mai fatto vincere una sola elezione ai comunisti i quali, pur avendo cambiato nome e alleati, non riescono mai a rappresentare la maggioranza degli elettori. Perchè vincere le elezioni solo questo significa. Altro che campi larghi e larghissimi

(12/7/23) Aldo Cazzullo
Nella Prima Repubblica i voti di Pci, Psi, Psdi, Pri, radicali potevano anche superare il 50%; ma non si potevano sommare. Il Psi, soprattutto con Craxi (ma prima ancora con il Nenni autonomista), era saldamente alleato con i democristiani, con un particolare feeling con la destra del partito di Andreotti e Forlani. Il Psdi era nato contro il Fronte Popolare, l’accordo tra Togliatti e Nenni allora frontista. I repubblicani di La Malfa appoggiavano il compromesso storico, ma non sarebbero mai andati al governo con i comunisti senza i democristiani.

Nel 1996 l’Ulivo di Prodi vinse — e fece un ottimo governo, con Ciampi all’Economia, Napolitano agli Interni, Andreatta alla Difesa, Dini agli Esteri, Veltroni alla Cultura, Maccanico alle Comunicazioni — solo perché D’Alema aveva staccato la Lega da Berlusconi. Il centrosinistra vinse alcuni collegi in Veneto con il 34%, avendo la Lega e il Polo il 33% a testa (cinque anni dopo il centrodestra unito in quei collegi prese il 66). Ma non sarebbe bastato. Alcuni collegi al Sud andarono all’Ulivo perché il Movimento sociale Fiamma tricolore aveva rosicchiato un 4% al centrodestra; cinque anni dopo Miccichè fece in Sicilia l’accordo sulla desistenza e vinse 60 collegi, mentre il sessantunesimo andò, grazie alla desistenza, alla Fiamma, nella persona di Luigi Caruso. Era il collegio di Avola, la città dei braccianti. Andai a raccontare quella campagna elettorale, che credo resti la più grande umiliazione nella storia della sinistra italiana.

Nel 2006 si misero insieme tutti, da Mastella a Turigliatto, per prendere 24 mila voti in più di Berlusconi; non poteva durare, infatti non durò. Ma anche il risultato del 2013 fu molto modesto. Bersani ebbe il premio di maggioranza alla Camera, ma non arrivò al 30%, superando la coalizione di Berlusconi appena di centomila voti, mentre i Cinque Stelle affiancarono il Pd come primo partito. In sostanza, la maggioranza degli italiani ha votato di tutto — Berlusconi, Grillo, Salvini, Meloni — pur di non votare la sinistra.