Hollywood/ E se l’AI riuscisse a sostituire l’immagine ma non l’ingegno?

Una persona vera e l’attore che la impersona, il volto e la maschera. Il rapporto tra verità e finzione. Mentre un tempo le fake-news erano fondamentalmente dei titoli di giornali, più o meno falsificati, oggi possono diventare fake-voice, cioè si crea un video con la persona reale che dice con la sua voce reale cose che non ha mai detto, semplicemente manipolando video veri del protagonista. Questo è accaduto poche settimane fa alle elezioni per il comune di Chicago.

In Joan è terribile (primo episodio della serie Black Mirror 6) una donna scopre suo malgrado che una nota piattaforma streaming (tipo Netflix) sta realizzando una serie basata sulla sua vita. Solo che lei non compare con la sua (anonima) faccia ma con quella di una nota attrice, Salma Hayek. La domanda che pone questa serie  tratteggiando il nostro futuro già cominciato, è la solita: se ciascuno di noi può diventare suo malgrado il protagonista di una storia, dove finirà la nostra riservatezza e il nostro privato? La tecnica del deepfake, lo sappiamo, grazie a software di intelligenza artificiale (AI) è in grado di modificare o ricreare i contenuti reali (immagini e audio), per cui una nota attrice può adesso a sua insaputa apparire in un film porno perchè il volto della vera protagonista è stato sostituito con quello dell’attrice famosa. In Joan è terribile c’è la scena in cui Salma Hayek s’incazza tantissimo perché stanno usando la sua immagine non per un porno ma per un progetto che le fa schifo, e nessuno, nè l’attrice nota nè la persona reale che lei impersona, sanno quando mai entrambe abbiano dato l’autorizzazione per questa operazione.

Però questo futuro in cui le nostre vite private possono diventare di dominio pubblico è già qui perchè tutti siamo spiati e scansionati e radiografati. In America lo sciopero degli sceneggiatori interessa pochissimo l’opinione pubblica perchè nessuno sa bene cosa facciano di preciso gli sceneggiatori (o gli scenografi), per cui se un film è scritto da Orson Welles o dall’AI interessa meno di zero. Adesso sono entrati in sciopero anche gli attori e quindi l’opinione pubblica sarà certo più motivata a capire cosa sta succedendo perchè i produttori americani hanno strane pretese. Non solo non sanno più che farsene degli sceneggiatori (quelli bravi sono molto costosi) ma adesso non sono più disposti a pagare le cd comparse. O meglio, la loro intenzione è quella di pagare per un giorno, per esempio, un tizio barbuto che fa la comparsa in un film qualsiasi senza dire una battuta, ma poi vorrebbero poter usare quella faccia in tutti gli altri film in eterno.

Mi spiego meglio. Ormai in un film l’attore principale viene invecchiato o ringiovanito con tecniche digitali, mentre una volta doveva essere truccato per molte ore. Tutta la produzione, facendo a meno delle ore di trucco, si velocizza e adesso, sempre per rendere il processo sempre più veloce, i produttori intendono pagare solo gli attori principali. Tutti gli altri, le comparse o i personaggi secondari, intendono riprodurli al computer. D’altronde, se per fare Ben Hur hanno dovuto pagare migliaia di comparse, per fare Il trono di spade gli eserciti così come i paesaggi erano tutte creazioni digitali. 

Dunque ora le star protestano in America perché i produttori vogliono scansionare l’immagine degli attori per poterla riusare all’infinito, senza consenso e senza compenso. 

Sembra che lo scopo dei produttori sia non concedere nulla agli sceneggiatori finché, dopo mesi che non lavorano, non sapranno più come pagare il mutuo e cederanno. Per gli attori la cosa è più difficile, non solo perchè i grandi attori sono ricchissimi e hanno molto potere ma perchè, al momento, è possibile inventare storie per cinema di serie B attraverso l’AI, ma certi film senza Di Caprio, Brad Pitt o Tom Cruise non è possibile realizzarli. Insomma, ha scritto Guia Soncini, ” dopo mesi di inutili articoli paranoici sull’intelligenza artificiale che ci sostituirà tutti e i lavori d’ingegno non esisteranno più, il primo esempio concreto del modo in cui si potranno distruggere posti di lavoro con l’aiuto dell’intelligenza artificiale: non per i lavori d’ingegno, ma per quelli d’immagine (sì, lo so che pensate che fare l’attore sia un lavoro d’ingegno: è perché non avete abbastanza ingegno da capire quando non serve averne)”.

«È un concetto interessante, quello di eliminare gli scrittori dal processo artistico. Se troviamo il modo di liberarci anche di attori e registi, forse si inizia a ragionare». Lo diceva, trentun anni fa, il produttore interpretato da Tim Robbins nel più favoloso film di Altman, “I protagonisti”.

“Non vorrei ripetere tutti i giorni che le opere di fantasia, qualora siano opere di genio, funzionano da editoriali meglio degli editoriali e da saggistica meglio della saggistica” (Soncini).