Lamezia/ Se la smettessimo con i fuochi d’artificio?

Per chi come me era abituato a vedere i fuochi d’artificio alla fine della festa di S. Antonio, cioè una volta l’anno, quello che succede ora è il segno di un decadimento incessante. Qualsiasi festa privata (battesimi, cresime, compleanni), oltre a quelle pubbliche dei paesi, non disdegna l’uso dei fuochi a suo coronamento, per cui ogni giorno ormai ci dovremmo abituare ad ascoltare (più che vedere) i mortaretti. Ma, e la cosa si fa inquietante, se tutto questo avvenisse di giorno sarebbe un problema più avvertito dai cani che dagli uomini. Invece le feste finiscono la sera tardi o a notte inoltrata per cui i botti e i fuochi rompono il silenzio di cui avrebbe bisogno la notte.

Anche questa usanza, dove l’esibizione (più spendi maggiore è la resa) è l’unico connotato, fa ormai parte di Lamezia, dove da anni sostengo che chiunque può alzarsi e fare quello che vuole. E’ consentito praticamente tutto (si pensi ai marmittoni che i motociclisti installano per far sentire il loro passaggio), dal momento che la comunità che vive insieme sullo stesso territorio è un concetto risalente alle epoche di cui si occupa Franco Vescio sul Lametino.