Cosa fare e vedere a Lamezia?

Per ogni città sul web si può trovare un sito al quale porre la domanda “Cosa c’è da vedere a…” . Tripadvisor, per esempio, fornisce una risposta per Lamezia indicando alcune chiese, dalla Cattedrale a San Domenico e S.Antonio, e i nostri due gioielli che sono due musei. Quello archeologico che tra l’altro è presentato da un sito molto bello, e quello diocesano, inaugurato nel 1988, anch’esso con un sito di qualità.

Sul web, Lameziastorica del prof. Vincenzo Villella, rappresenta il nostro biglietto di presentazione migliore, e devo aggiungere che i suoi libri, le sue ricerche, la sua lunga attività di divulgazione ne hanno fatto il lametino che più si è speso per fornire ai visitatori un quadro storico, fotografico, culturale per “conoscere” la nostra città.

parco Mitoio

Ora, Lamezia pur avendo Villella e tante personalità di spicco in campo culturale (l’attuale assessore Gargano rientra senz’altro nel novero), a cominciare dalla prof.ssa Giovanni De Sensi Sestito, a me pare che la domanda iniziale (cosa fare/vedere a Lamezia?) se la sia posta tantissime volte ma in pratica oltre ad eccellenti libri, pubblicazioni, iniziative, non sia riuscita a strutturare un servizio. Intendo dire che un turista che arrivi a Lamezia e voglia fare quello che fa in qualsiasi città italiana, non è che prima può leggersi un libro o deve avere per forza un amico che lo porti in giro e sia in grado di spiegargli qualcosa: al di là dei due musei ricordati non può far nulla. Se va al Soccorso può dare uno sguardo al Castello, se va al mare può guardare il Bastione di Malta. Due edifici da osservare dall’esterno, senza che sia stato possibile renderli visitabili (la rassegna di cinema fatta anni fa al Castello resterà per gli storici futuri l’unica attività che i lametini siano stati in grado di pensare per utilizzare il “simbolo” della città).

Poi può andare a via Garibaldi e percorrendola osservare la targa (mi pare posta nel 2004) che indica proprio l’ingresso al quartiere “il Timpone” un tempo aperto al mattino e richiuso la sera come ghetto per gli ebrei (Giuliani e Montesanti insegnano).

Piazza Chiniviviasantu

Certo, ci sono i parchi (il parco Dossi Comuni, il parco Impastato, il parco Mitoio), la Casa del Libro Antico di Piazza Campanella con i suoi oltre 2500 volumi stampati dall’inizio del XVI secolo. Ci sono le Terme di Caronte
conosciute fin dall’epoca romana come Aque Angae. Ma temo che una volta vista la gurna le nostre terme andrebbero provate (per le acque sulfuree e i fanghi). Sull’area archeologica di Terina è utile leggere quello che su Tripadvisor scrivono gli utenti “scandalizzati”.

Lamezia come vorrei

Ho visto che a Paola come in altri comuni hanno pensato ad un bus scoperto per portare in giro i turisti insieme con una guida che spieghi i luoghi. Sono iniziative lodevoli, il cui aspetto pratico (i costi) è la vera incognita per la continuità del servizio, ma in fondo gli itinerari di visita delle Giornate FAI di Primavera 2022 svoltesi a Lamezia dimostrano che talvolta qualcosa vien fatto, ma il salto di qualità sarebbe superare la occasionalità.

Il nostro Turismo : ‘a gurna

Quello che sarebbe necessario a Lamezia è, bus compreso, strutturare tutto l’anno una servizio di accoglienza per i turisti in visita. Senza la solita demagogia (tipo coinvolgere studenti e scuole per le guide), ma pensando ad un’accoglienza stabile e sostenibile economicamente. Io considero demagogia anche aver acquistato il Teatro Grandinetti, di cui il comune non aveva nessun bisogno. Se spendi tanti milioni per quello scopo poi ti mancano per servizi essenziali come questo di cui sto parlando. In fondo, se ci pensiamo un pochino, cultura non significa solo presentare libri (tutti scriviamo e pochi leggono) e fare convegni (vuoi fare un convegno? Devolvi 10mila euro al Comune). Ma significa due cose essenziali, accogliere e assistere i turisti che vogliano visitare (e conoscere) la città, e fare manutenzione dei parchi. Occorrono risorse, e siccome non si possono sempre e solo elemosinarle dallo Stato, bisognerebbe rinvenirle nel bilancio comunale che, come si sa, ha già il problema di un disavanzo da ripianare nel 23 e nel 24 e intanto non riesce neppure ad incassare le somme che dovrebbe (chiamansi residui attivi). Far le nozze con i fichi secchi? E allora continuate a presentare libri e fare convegni, che volete che vi dica?