La politica diventata fede per noi pecore malaticce

La domanda sulla realtà che (mi) pongo è sempre la stessa. Oggi è impossibile essere informati su qualsiasi argomento, non siamo più in grado di capire le notizie e quindi di formarci una nostra opinione. Non sto parlando di questioni cruciali, la guerra in Ucraina o la sanità pubblica, il cambiamento climatico o la risposta alle pandemie. Temi troppo vasti, adatti agli esperti (infatti io seguo Parsi e non Orsini e Santoro) e a chi li studia per professione. No, parlo di temi di cui si occupa la semplice cronaca. Facciamo qualche esempio. Reddito di cittadinanza, Orrico (M5s): «Guerra senza ritegno ai poveri, intere famiglie nel panico. Bomba sociale pronta a scoppiare».

Questa bandierina che i 5Stelle ci sventolano in faccia che effetto ci fa? Difficile dare una risposta razionale, le bandierine non servono a far ragionare, servono ad accalorarci, ad emozionarci, a far leva sulla nostra pancia. Ad indignarci. Le proposte dei populisti hanno un illustre precedente storico, le brioche di Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena per il popolo affamato. Io in un articolo ho proposto (per imitare i populisti) di dare 500 euro al mese a tutte le famiglie calabresi perchè la Calabria è povera. Ho ragione, ho torto? E soprattutto, chi lo stabilisce? Magari i 5Stelle, Casapound, Bersani e i centri sociali sarebbero pure pronti ad appoggiare la mia proposta. Bene, si capisce subito che la questione si pone su un piano non politico ma religioso, ecco il punto. Come c’è chi crede in Dio, ci sono quelli che credono in Casapound o in Conte. Si affidano, li pregano, sono fedeli. Facciamo un altro esempio.
Calabria. Consorzio di bonifica unico, ecco la riforma che divide la politica e su cui Occhiuto si gioca tutto. Se non lo approvano dice che si dimette. C’è qualcuno in grado di dire chi ha ragione? Nessuno, però certo ci sono quelli più informati, ci sono quelli che nei consorzi ci lavorano, ma uno di noi, un cittadino qualsiasi, cosa ne può sapere?  Nascerà un unico ente di servizio e saranno messi in liquidazione gli undici esistenti e sostituiti dai comprensori. I 42 delegati del Consiglio saranno eletti in tre collegi elettorali. La proposta arriverà in aula il prossimo 3 agosto. Benissimo, i fedeli di Occhiuto approvano, quelli contrari protestano, ma sono questioni di fede, non di politica.

Potremmo continuare con tutti i temi che compaiono nelle cronache quotidiane e concludere che è impossibile ragionarvi sopra per dire chi ha ragione e chi ha torto. Forse una volta, tanto tempo fa, su grande questioni, chessò, la legge truffa, il referendum sul divorzio, l’aborto, l’opinione pubblica poteva farsi un’idea approssimativa delle questioni e schierarsi. Ma oggi non è più possibile, su nessun tema. Proprio su nessuno. Oggi, e i social ci stanno per questo, ognuno di noi può solo affidarsi e scegliersi il suo Dio. Solo che Dio non è la Speranza di una vita eterna, non è l’immortale Bontà e Saggezza, ma un mortale di cui ci fidiamo e di cui diventiamo amici fedeli. C’è chi si affida a Travaglio, chi diventa fedele di Occhiuto o della Meloni, o di una setta, chi stravede per la De Filippi, e così via. Un popolo di fedeli, ignorante  quanto i bestioni “vichiani” da cui il genere umano proviene.

Secondo Aristotele gli uomini, per natura, aspirano a conoscere. Guardare è una prima forma di conoscenza. Su questa strada gli uomini si incamminano. Alcuni si fermano, altri vanno avanti. C’è chi si arresta alla constatazione delle cose, al fuoco che brucia. Però si può andare oltre, e chiedersi perché brucia. Lo stesso può avvenire contemplando gli astri o le figure geometriche. E qui si innesta un fenomeno che già Platone aveva individuato: la meraviglia. Si può dunque andare oltre e cercare quella che Aristotele chiama causa. Secondo Nietzsche l’uomo ha una centralità avendo funzioni intellettive che piante e animali non hanno. Il problema è vedere se ne è all’altezza: spesso viene meno, tradisce, non ha la forza. Il riferimento al vedere è importante. Ma il vedere non è un atto naturale; anzi, imparare a vedere è forse la propedeutica alla spiritualità. Se c’è una spiritualità dell’uomo, questa dipende dalla misura dello sguardo. E spesso la misura di questo sguardo è il risentimento. In questo senso la centralità dell’uomo, che dovrebbe essere l’estrema apertura al mondo, si trasforma in una difesa da esso, e quindi in un’offesa. Un uomo così Nietzsche lo ha chiamato pecora malaticcia: dominato dal risentimento, tende ad agire secondo vendetta. Non so voi, ma io in giro vedo solo risentiti. A cominciare da me, s’intende.