I magistrati che mancano cioè un altro problema irrisolvibile senza motivo

Se c’è una cosa che mi fa impazzire è il periodico ritornello dei “magistrati che mancano”. Un’altra emergenza che appare irrimediabile dal momento che per far svolgere e concludere un concorso per 200 posti occorrono minimo 3 anni e quindi è come svuotare il mare con un cucchiaio. «Al tribunale di Reggio Calabria il 46% in meno dei magistrati togati». L’allarme era stato lanciato all’inizio dell’anno dalla Presidente del tribunale reggino Maria Grazia Arena. Situazione che viene confermata, seppur con numeri minori, dai dati diffusi dal Csm, aggiornati al 28 luglio. In Italia resta grave la situazione negli uffici giudiziari: in tutto il paese mancano 1652 magistrati, per una scopertura nazionale pari al 15,54%. 

Dunque, se così stanno le cose, si preferisce continuare con i giudici di pace e con i concorsi piuttosto che far svolgere una prova al computer di selezione con quesiti a risposta multipla. Se su 10mila concorrenti ne selezioni 1000, poi gli fai fare un tirocinio e ti riservi la facoltà di non arruolare gente che non si dimostra all’altezza. Nella scuola dove per il bene della gioventù dovrebbero immettere solo gente preparata si moltiplicano i concorsi riservati, nella magistratura non sembra possibile nessuna procedura abbreviata per il semplice fatto che la selezione fatta computer based sarebbe oggettiva, quella fatta da commissari è invece discrezionale.

Un altro, l’ennesimo problema risolvibile che la nostra politica insieme con le corporazioni non intendono risolvere. Le scuse sono tante e facili, ma il principio “nei posti pubblici si accede solo attraverso un concorso pubblico” è ormai inderogabile solo per l’arruolamento dei togati. Chissà perchè.