Lotito, il prestigiatore indiscusso del calcio italiano

Marco Bellinazzo sul Sole 24 ore (4 agosto 2023) ha spiegato tutto: Calcio italiano, triennio nero. Perdite per oltre 3,6 miliardi. Nella stagione 2021/22 la peggiore performance finanziaria per i club di Serie A, B e C, tra pandemia e l’eccessivo costo del lavoro, con debiti totali saliti da 5,3 miliardi a 5,6 miliardi. La squadra italiana più indebitata al 30/3/23 è l’Inter, seguita da Juventus e Roma. Inter – 698,1 milioni di euro; Juventus – 611 milioni di euro; Roma – 523,4 milioni di euro; Lazio – 204,4 milioni di euro; Milan – 157,1 milioni di euro.

Andrea Agnelli è stato costretto, da una azione combinata di pm e giudici sportivi (colleghi dei primi), ad abbandonare la Juve. Hanno messo sotto osservazione i bilanci Juve e formulato delle accuse, ancora non sedimentate in sentenze definitive dopo regolari processi. Al contrario prendiamo la Lazio. Claudio Lotito (1957), che è il vero indiscusso padrone della serie A, lo abbiamo conosciuto che era un uomo di corporatura normale e poi con gli anni sta diventando sempre più grosso. Aveva 47 anni quando comprò la Lazio nel luglio del 2004 per 21 milioni di euro. Una cifra esigua per un club che nella sua storia ha vinto due Scudetti e Coppe Italia. La società, in seguito ai problemi finanziari della Cirio, aveva debiti con l’Erario per 150 milioni. Grazie ad un accordo con i vertici del gruppo bancario Capitalia, Lotito aderì al decreto Salva-calcio e firmò un accordo con il Fisco: versò un acconto di 8 milioni e dilatò il debito in 23 anni con rate annuali da 5,65 milioni. Ha provato a fare la stessa identica cosa Saladini con la Reggina e lo hanno affossato.

Chi sa poco di Claudio Lotito, che ora è anche deputato, forse non sa che il presidente della Lazio è stato molto vicino ad acquistare le quote di maggioranza di Alitalia, addirittura. Ci aveva pensato perché risultava proprietario di un aereo, ora dismesso, comprato per far spostare la Lazio. Ma, oltre che della Lazio (e per alcuni anni della Salernitana), di cosa si occupa Lotito? E’ presto detto, di pulizie.

Ha un’impresa di pulizie, la Snam Lazio Sud, a cui si uniscono anche una società di catering, la Omnia Service, due di servizi (Bona Dea e Linda) e una di vigilanza privata (la Roma Union Security). Un pacchetto di interessi molto distribuito in vari settori della società, tutti controllati però da una sola holding, la Lazio Events.

Decise di comprare la Lazio tramite la Lazio Events SRL, inizialmente rilevando quasi il 26,7% delle quote, e poi, negli anni, accrescendo la percentuale. Il Sole 24 Ore si è interessato alle vicende finanziarie di Claudio Lotito, in particolare sul suo effettivo patrimonio, allorchè fu seriamente intenzionato a rilevare la compagnia di Stato Alitalia. In quell’occasione attraverso una infografica il Sole spiegò che Lotito controlla personalmente il 50% di tutte le società, mentre il restante 50% è di Immobiliare 03, un’azienda che pare essere riconducibile ancora al presidente della Lazio. Il doppio Lotito è già un primo gioco di prestigio.

Solo che è la Lazio il vero motore di tutti i suoi affari, anche a livello di patrimonio personale. La Lazio è gestita ancora per il 67% da questa holding controllata da Claudio Lotito, il cui stipendio annuale – come riporta Calcio e finanza, è di 600mila euro all’anno. Gli affari economici della Lazio si riflettono su tutte le altre società di Lazio Events, così che, anche se i bilanci di queste sono insufficienti, la Lazio permette di ripristinare parte del fatturato.

Detto in parole più semplici, cosa ha fatto Lotito comprando la Lazio? Ha fatto un fritto misto, cioè una holding in cui sono presenti sia la Lazio che tutte le altre società che possiede. Tutte queste società hanno rapporti tra di loro, per cui la società di pulizie o di vigilanza o di catering vendono i loro servizi alla Lazio che li compra. Tutti questi rapporti generano plusvalenze (il cui ammontare solo Lotito decide), i giudici non possono valutarle come hanno fatto con la Juventus consultando (Dio mio) Transfermarket per sapere quanto è valutato (!) il calciatore Tizio e il calciatore Caio. Il bilancio finale diventa dunque un rompicapo perchè i risultati economici della squadra di calcio si riverberano su quelli delle altre società e viceversa. Per capirci, sarebbe come se Elkann fondesse giornali, casa automobilistica e società varie con la Juve, per cui non si riuscisse più a sapere se la Juve guadagna o perde.

Lotito è il vero grande mistero del calcio italiano, nessuno scruta nei suoi bilanci, eppure ha realizzato qualcosa che nessun proprietario di squadre di calcio ha fatto mai in questa forma così confusa e caotica. E’ chiaro che Berlusconi col suo patrimonio ha finanziato prima il Milan e poi il Monza, ma Fininvest e Milan non stavano dentro una stessa società. Per tutti gli altri, i Percassi dell’Atalanta, i Friedkin della Roma, i Commisso della Fiorentina, i conti della squadra di football sono separati da quelli delle altre aziende, invece Lotito ha ideato un suo modo originale di fare impresa. Dove tutto è così confuso che nessun giornale, pm, analista contabile, ci prova a far luce. Lotito rappresenta al meglio il calcio italiano attuale, che è passato dai Ceravolo, Rozzi, Anconetani, Sensi, Moratti, a finanzieri pieni di risorse capaci di moltiplicare pani e pesci con semplici giochi ragionieristici.

Prestigiatori o illusionisti che dir si voglia, essendo la cd Giustizia sportiva impegnata a ricordare di tanto in tanto, ma solo alla Juve, che è ancora vigente l’articolo 4.1 del codice di giustizia della Figc, secondo cui le società “osservano i principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva”.