Reggina calcio/Per 757mila euro un braccio di ferro assurdo

Leggendo le motivazione della sentenza del Tar Lazio con la quale è stato respinto il ricorso della Reggina contro la decisione del Collegio di Garanzia dello Sport, si conferma quanto avevamo scritto in precedenza. Il termine perentorio valido per tutti gli aspiranti alla partecipazione al campionato, sostiene il Tar, era il 20 giugno 2023. Il Tribunale fallimentare accogliendo l’omologa aveva concesso alla Reggina il termine di 30 giorni per il pagamento delle somme ammesse e il termine scadeva il 12 luglio 2023.

Quindi i 757mila euro che la Reggina ha versato il 5 luglio sono stati versati fuori tempo massimo che era, anche secondo il Tar, il 20 giugno. Come sia stato possibile che Saladini non abbia voluto versare 757mila quindici giorni prima rischiando l’esclusione resta un mistero. Tra Saladini e il suo socio Ferraro la somma era facilmente reperibile, pertanto resta incomprensibile questa ostinazione a non voler pagare entro il 20 giugno.

D’altra parte, lo ribadisco, senza voler fare ragionamenti giuridici che non sono in grado di avanzare, come fa un Tar (o un Consiglio di Stato, vedremo) ad affossare una squadra che sta, attraverso un accordo con il Tribunale fallimentare, come fece Lotito con la Lazio nel 2004 (Lotito finirà di pagare il debito nel 2028), risanando la complessa situazione debitoria precedente (con la quale l’hanno fatta giocare in B), resta altrettanto incomprensibile. In buona sostanza ( al di là dei cavilli) una squadra ultraindebitata può giocare in B, la stessa che s’impegna a pagare i debiti la mandiamo tra i dilettanti. E’ una logica stringente, non fa una piega?

Tra tali due ostinazioni uguali e contrarie che si contrappongono in un braccio di ferro su un solo elemento (l’omologa era definitiva?), la domanda che io faccio è la seguente: perchè la Giustizia sportiva ha penalizzato la Juve prima che ci fosse un provvedimento definitivo di un Tribunale (tutto nacque da atti inviati dai pm ai giudici sportivi) e invece nel caso della Reggina la stessa Giustizia sportiva (e poi a ruota i giudici amministrativi) invocano una omologa definitiva? Insomma, a me pare che la definitività sia concetto che usano a piacimento, talvolta la pretendono (per la Reggina) talvolta non vale (per la Juve). Tra il deciso (sia pure in prima istanza) di un Tribunale fallimentare e il deciso di un organismo sportivo stavolta prevale quest’ultimo, prima che il campionato abbia inizio e considerando che al Lecco è stata consentita la proroga di un adempimento fuori termine.

Alla politica la risposta. Qui si dribblano le norme come i calciatori fanno con la palla.