In queste ore l’ex allenatore della Nazionale Mancini sta dicendo una serie di bugie per non dire la semplice verità, che è: vado ad allenare in Arabia chè mi riempie di soldi. L’avido non vuol passare per avido.
Di Mancini, da quando lo vidi giocare la prima volta col Bologna a quando ha fatto l’allenatore ho sempre pensato una cosa, che è un bambino viziato ma baciato dalla fortuna. Ma soprattutto è un bugiardo, come tanti.
Ora vorrei parlare appunto dei bugiardi che conosco, i quali hanno tutti le stesse caratteristiche di Roberto Mancini. La prima l’ho già detta, sono bambini viziati. Crescono male, perchè acquistano subito consapevolezza di sè, ricevendo spesso complimenti in famiglia e fuori. Solo che poi, per essere sempre all’altezza di quei complimenti, cominciano ben presto a dire bugie. La storia del calciatore Mancini è tutta qui, quando giocava bene lo esaltavano, quando giocava male lui cominciava a inventare storie. Ha continuato facendo l’allenatore, il più fortunato che io abbia mai visto.
Una volta era col Manchester City, che gli fece una squadra favolosa spendendo un sacco di soldi. Al 90° minuto dell’ultima partita perdeva 2 a 1 con l’ultima in classifica, il QPR, e quindi aveva perso ignominiosamente il campionato. La sua carriera di allenatore era finita. Ma nei minuti di recupero Aguero gli fece vincere il campionato facendo due goal miracolosi. Sempre così, fortunello con l’Inter, fortunello con la nazionale che vince gli Europei. Ma siccome la fortuna ti dà e ti toglie, sono cominciati i fallimenti. Una persona seria, non bugiarda, ammette i suoi errori, invece il bugiardo trova scuse, inventa nemici, racconta storie inverosimili per passare da vittima.
Ecco, ogni bugiardo vuol fare la vittima, e gli amici devoti di Mancini lo giustificano in queste ore parlando delle morti degli amici Mihailovic e Vialli per spiegare i colpi del destino ricevuti dal ragazzo prodigio. Ma il destino, ripeto, dà e toglie, a caso, elargisce fortuna e sfortuna, a tutti, e solo i bugiardi fanno (recitano) le vittime. Perchè ogni bugiardo non riesce a guardarsi nello specchio senza considerarsi il più bello del mondo, il più intelligente, il più astuto.
Adesso racconto quando compresi esattamente cosa fosse un bugiardo, fu un momento ben preciso. Eravamo professori supplenti ed eravamo stati convocati presso il Provveditorato per scegliere gli spezzoni orari annuali rimasti in “discipline giuridiche”, spezzoni di poche ore esistenti in scuole spesso molto lontane l’una dall’altra. Prima di me doveva scegliere un avvocato, il quale voleva poche ore perchè altrimenti non avrebbe potuto svolgere contemporaneamente al mattino la professione. Teneva il piede in due scarpe come tanti italiani. Si presentò per scegliere ed erano rimasti 3 spezzoni con scuole molto distanti. La regola voleva che fossero assegnati tutti insieme, ad un solo docente, erano in tutto 8 ore. Cominciò una recita drammatica degna di un consumato attore napoletano. Con calde lacrime che solcavano il suo volto singhiozzò che il padre su una sedia a rotelle aveva bisogno di lui la mattina, e la madre invalida aveva bisogno di chi le facesse la spesa. Implorò buttandosi a terra che dei 3 spezzoni solo quello di Lamezia (2 ore) venisse dato a lui (gli altri 2 lontanissimi toccarono quindi a me) e riuscì nell’impresa. Noi ascoltavamo la recita senza vederlo, nell’altra stanza. Quando uscì ci passò accanto sibilando “l’haiu futtuti”.
In realtà aveva fottuto solo me ma ogni bugiardo non ci pensa, a chi tocca tocca. Fanno la vittima per fare vittime.