Quando noi cretini disprezzavamo Giorgio il migliorista

Giorgio Napolitano negli anni settanta veniva disprezzato chiamandolo “migliorista”. Noi rivoluzionari anticapitalisti a chi era un riformista, credeva nell’unità della sinistra, si fidava più degli americani che dei sovietici, credeva nell’economia di mercato, lo guardavamo in cagnesco. Come oggi quel pulviscolo putiniano che arriva sino a Schlein guarda tutti i liberali.

Poi Giorgio, ormai pensionato dal 1998, avendo finito una carriera politica dentro il Pci con la presidenza della Camera e il ministero con Prodi, venne chiamato sul Colle nel 2006 a 81 anni, età nella quale un uomo può solo augurarsi di stare in vacanza e non di lavorare come non ha mai fatto. Rileggete i nomi dei senatori a vita che ha nominato e capirete l’ingegno dell’uomo: Abbado, Cattaneo, Piano, Rubbia. I genitori una volta ci raccomandavano di farcela sempre con gente meglio di noi. Ha sempre pensato una cosa giusta, che il Pci dovesse diventare un partito socialdemocratico europeo, ma noi italiani  siamo speciali e vogliamo sempre essere originali, in realtà siamo provinciali. Ha sempre e solo pensato che il sistema politico italiano avesse bisogno di “stabilità“. Ma i rivoluzionari alla pasta asciutta così come i traffichini massonici preferiscono l’instabilità continua. Dieci anni fa Napolitano tenne un discorso durissimo, in cui strigliò i parlamentari, quasi diede loro degli incapaci, e li esortò a fare le riforme per rendere il sistema più efficiente e più vicino ai cittadini. Tutto vano. Ma veniamo al suo capolavoro. Eccolo

“Il governo, il quarto dell’era Berlusconi, è alle corde. Diviso, non riesce a fare le riforme necessarie a rimettere in sesto il bilancio. La maggioranza è appesa a un filo, l’Italia rischia la bancarotta. Silvio Berlusconi sale al Colle e si dimette. Giorgio Napolitano affida a Mario Monti il compito di varare un governo sopra le parti, che porti il Paese fuori dai guai. Oppure no, o almeno non proprio “. (Roberto Gressi).

In quel momento tutti quelli che hanno sale in zucca capiscono la pasta dell’uomo. I nostri salvatori della Patria, e non è un modo di dire, adesso li conosciamo bene: sono Pertini, Ciampi, Napolitano, Monti, Draghi, Gentiloni, Mattarella. Tutti statisti costretti ad intervenire un momento prima di cadere nel baratro come una Grecia qualsiasi.

I rivoluzionari dè noantri, quelli che se ne fregano dei mercati, dello spread, del debito pubblico, quelli che darebbero ad ogni nuovo nato una pensione che consentirebbe loro vita natural durante di non lavorare, così salveremmo il mondo dall’estinzione (essi giurano, ma è solo la trita decrescita felice), li odiano. Se ci pensate, è l’eterna lotta tra le cicale spendaccione che vivono scialaquando giorno per giorno e le formichine. E’ la vecchia distinzione tra statisti e politicanti, tra chi guida il popolo e chi gli va dietro.

Giorgio Napolitano è stato un migliorista che ha reso per davvero la nostra vita migliore e tutti dovremmo ricordarlo con gratitudine. Tutti quelli, rivoluzionari compresi, che amano immaginare complotti  e trappole, dovrebbero ricordare solo quando tutti i politicanti lo implorarono in ginocchio di fare il secondo mandato. Perchè i politicanti sono disposti a tutto e non si vergognano mai di nulla, infatti anche con Mattarella hanno fatto la stessa cosa e la mummia sicula, come la chiama Dago, vedrete che sarà costretto ad inventarsi qualcosa per rimediare ai guasti della Meloni, che può fare la mamma e la donna di casa ma ha evidenti problemi sullo scenario internazionale (infatti preferisce una pizza ad una cena con Biden, mica è scema).

Quella del 2011 fu un’estate drammatica. Oggi chiunque parla dello spread, ma allora gli italiani non sapevamo nemmeno che cosa fosse. Si scoprì che quel numero si può ignorare quando è piccolo, ma è dinamite quando diventa grande. I conti saltano, non si riescono a pagare gli interessi sul debito, il Paese finisce in ginocchio. Il numerino, quello dello spread, partito a gennaio da 173, arriverà a metà autunno a segnare il suo record storico: 574 punti.

La storia si ripete, il popolo manda avanti Berlusca, Conte, Meloni, essi rompono e qualcuno con santa pazienza deve pulire e raccogliere i cocci. Si chiamano miglioristi, sono liberali, sappiatelo e fatevene una ragione. Gli altri creano problemi e loro li risolvono. Ma ai cretini non importa.