Ecco come la tecnologia sta cambiando l’industria dei film. E non è sempre una buona notizia

Senza intelligenza artificiale non avremmo avuto un altro Indiana Jones. Non così pimpante, almeno: ringiovanito nell’ultimo episodio. Molti cinefili non si stracceranno le vesti all’idea di una simile rinuncia, certo. Eppure, quanto fatto in Indiana Jones e il quadrante del destino è solo una testimonianza dei rapidi sviluppi che l’IA sta facendo nel campo del cinema (come in molti altri, del resto).

Possiamo sintetizzarli in due macro ambiti. Il primo è l’innovazione pura: si possono fare cose che prima erano impensabili. Il secondo è la maggiore efficienza: ora si possono fare realmente cose che in teoria erano fattibili anche prima con la computer graphics ma un lavoro manuale spropositato e quindi, di fatto, impraticabile.

Pre-produzione e sceneggiatura
L’intelligenza artificiale (IA) gioca un ruolo cruciale nella fase di pre-produzione, ad esempio nella valutazione delle sceneggiature e nella scrittura assistita. Sistemi intelligenti come quelli utilizzati da Century Fox e Warner Bros analizzano le sceneggiature, valutando vari aspetti come la trama, i personaggi e il dialogo. L’IA è in grado di predire il potenziale successo commerciale di un film, permettendo così alle case di produzione di prendere decisioni informate sull’investimento in un progetto.

Inoltre, l’IA sta iniziando a partecipare attivamente alla scrittura. Un esempio notevole è il cortometraggio Sunspring, scritto da un software chiamato Benjamin. Nonostante i dialoghi generati fossero a tratti sconnessi, l’IA ha dimostrato la capacità di creare contenuti complessi e divertenti, segnando l’inizio di una nuova era in cui l’intelligenza artificiale può diventare un collaboratore creativo.

Produzione ed effetti visivi
L’uso dell’IA nella creazione di folle artificiali ha rivoluzionato la produzione cinematografica. In passato, creare scene con folle richiedeva un gran numero di comparse e un budget elevato. La computer graphics ha permesso di farlo con costi ridottissimi già nel Gladiatore e nella saga del Signore degli Anelli, ma le ultime tecnologie di IA generativa grafica riducono i tempi e migliorano la qualità ossia il realismo.

Sempre più spesso è usata anche per la ricostruzione virtuale di luoghi storici e scene complesse. Così consente ai registi di portare sullo schermo ambienti che sarebbero stati altrimenti difficili o costosi da ricreare fisicamente. Hollywood la utilizza anche per gli effetti speciali, per ridurre a un giorno il lavoro che prima avrebbe portato una settimana ad attori e tecnici.

Uno degli usi più noti negli effetti visivi è l’invecchiamento e il ringiovanimento degli attori, appunto: di volti e voci. Nel film The Irishman, l’IA è stata utilizzata per invecchiare e ringiovanire Robert De Niro, consentendo al regista Martin Scorsese di raccontare una storia che attraversa decenni.

Allo stesso modo con l’IA è possibile creare immagini e voci sintetiche super realistiche. Già da tempo i computer hanno permesso di far “recitare” attori defunti in nuove scene, ma – per via dei grandi costi e tempi necessari – è stato possibile solo per poche scene. Con l’IA si possono immaginare interi film fatti con attori sintetici.

Post-produzione e doppiaggio
L’IA ha introdotto una rivoluzione nel campo del doppiaggio visivo, portando una trasformazione mai vista prima nella post-produzione. Start-up come Flawless hanno sviluppato tecnologie che permettono di adattare i movimenti della bocca e le espressioni facciali degli attori alle nuove battute, risolvendo problemi di traduzione e sincronizzazione. Si comincia così a immaginare un futuro in cui gli attori americani potrebbero parlare direttamente in italiano al nostro pubblico, scavalcando i nostri doppiatori. Con il loro timbro e con la sincronizzazione del labiale, tutto in automatico.

Musica e colonne sonore
L’intelligenza artificiale sta emergendo anche come uno strumento potente nel campo della composizione musicale. Grazie all’IA, i compositori possono esplorare nuove possibilità creative, creando colonne sonore che sarebbero state altrimenti impossibili o molto più difficili da realizzare.

I problemi sociali e creativi
Il già evocato futuro a rischio dei doppiatori già mostrano chiaro il lato negativo di questa novità. Le grandi case di produzione potrebbero sostituire, almeno in parte, diverse figure con l’IA. Questo timore è uno dei motivi dello sciopero di sceneggiatori e attori, da luglio e che in queste ore sta vedendo un tentativo di ricomposizione. La Writers Guild of America (Wwga) mette in guardia dalla possibilità che l’IA generativa – il tipo di sistemi di apprendimento automatico in grado di creare testi, immagini e video, come ChatGPT di OpenAI – possa consentire agli studios, rappresentati dall’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), di tagliare i costi rinunciando all’impiego di scrittori umani.

La Screen Actors Guild (Sag-Aftra) è preoccupata per l’uso delle sembianze digitali, in particolare dopo che Duncan Crabtree-Ireland, il principale negoziatore della corporazione, ha dichiarato che gli studios hanno proposto di pagare gli attori di sfondo per un giorno di lavoro per utilizzare le loro immagini in perpetuo (l’Amtp ha contestato questa affermazione definendola “un’errata caratterizzazione” della questione).

Al momento i risultati creativi di Chatgpt – ideazione di soggetti, sceneggiature, dialoghi – sono giudicati da tutti gli esperti troppo banali e poveri per essere considerabili professionali. La creatività, almeno per il momento, non la si può automatizzare. Il rischio per gli attori e i doppiatori è invece più concreto, anche se c’è sempre la speranza che il pubblico potrebbe rifiutare queste novità, preferendo interpretazioni più calde e umane. In effetti, se da una parte questa tecnologia può favorire nuove prospettive creative, dall’altra l’abuso di IA la può trasformare nel peggior nemico dell’arte.

Il rischio più serio lo corrono probabilmente tecnici audio e video. Alcune delle loro attività diventano automatizzabili con facilità; un po’ come la computer graphics ha sostituito in gran parte il lavoro manuale e, pure, artistico dei truccatori.