L’ingiustizia sportiva/Reggina e Sampdoria chiamiamola disparità di trattamento

Quello che penso della giustizia sportiva l’ho scritto varie volte. Ma a costo di essere assimilato al più complottista dei grillini, adesso vorrei concludere il ragionamento occupandomi delle notizie più recenti sulla situazione  economica della Sampdoria, che gioca in serie B.

La Reggina sta giocando in serie D e il suo ex presidente Saladini ha lasciato il calcio per non aver  pagato gli oramai famosi 770mila euro entro il 20 giugno. Aveva già ottenuto l’omologa dal Tribunale ma per quei 770 mila pagati in ritardo Gravina e la Lega (cioè il potere) lo hanno cancellato dal calcio professionistico. Al contrario la Samp, che l’omologa deve ancora ottenere, è stata iscritta in serie B.  Secondo  il giornalista Paolo Ziliani la Samp  deve necessariamente essere promossa e poi l’anno prossimo, salvarsi in A; sennò salta tutto. Infatti ha presentato al Tribunale di Genova un business plan che lega la transazione dei debiti tributari, il perfezionamento dell’acquisto del club da parte degli investitori e la rimodulazione dell’indebitamento verso i creditori a due requisiti: il ritorno immediato in Serie A al termine del campionato in corso e la permanenza certa in Serie A nella stagione successiva. Se non si avverano queste condizioni l’impatto negativo stimato sarebbe di 49 milioni e avrebbe effetti disastrosi.

«Negli accordi di ristrutturazione dei debiti del club – continua Ziliani – stimati in data 31 maggio scorso in 150 milioni e 904 mila euro, c’è un debito verso la Agenzia delle Entrate che ammonta a 49 milioni e 100 mila euro: somma che in uno scenario di fallimento, come la mancata promozione del club in Serie A, provocherebbe un soddisfacimento pressoché nullo dei creditori privilegiati, come appunto l’Agenzia delle Entrate, Sace e Mcc».
Come se non bastasse è stato tirato in ballo anche l’ex patron blucerchiato Massimo Ferrero chiedendo a Gravina che fine abbia fatto il «“buco” da 28 milioni nel bilancio 2022 della Sampdoria. Insomma, la domanda è:  Perché alla Sampdoria sono stati riservati tutti questi favori ed è stata ammessa alla Serie B, mentre la Reggina, per una situazione debitoria assai meno pesante, è stata retrocessa in serie D?

La risposta che io mi sento di dare è la seguente: come ho scritto altre volte, occupandomi della Juve, la giustizia sportiva è una buffonata per la semplice ragione che è giustizia sommaria, vale a dire fatta in fretta e furia senza garantire all’accusato di turno il giusto processo. Siccome però quando si parla di Juve in Italia i tifosi di tutte le altre squadre, cioè la maggioranza dei tifosi, approvano la giustizia sommaria se riguarda la Rubentus, chi tira in ballo stato di diritto o garanzie processuali  diventa un tifoso sottosposto alle ingiurie di altri tifosi.

Il caso della Reggina  conferma, se ce ne fosse bisogno, l’assunto: la maggioranza dei tifosi (con i media al loro servizio) viene sempre accontentata. Tra Sampdoria e Reggina la Fgci è chiaro che ha un occhio di riguardo per i blucerchiati, anche se hanno avuto per anni, a fare carte false, il più grande imbroglione che il calcio italiano abbia annoverato (Viperetta Ferrero). La Reggina, e Saladini, soccombono perchè hanno nessun peso specifico sulla stampa, meno seguito. Il potere sta sempre con la maggioranza.

Riepologando: La Reggina è stata mandata in D a causa del mancato pagamento di alcune pendenze entro i termini perentori. Il Consiglio di Stato ha poi precisato che la valutazione sulla domanda di iscrizione si basa su parametri oggettivi che non prendono in considerazione l’entità dell’esposizione debitoria di una società o il suo riscadenzamento, ma esclusivamente il rispetto delle condizioni previste dalle normative federali”.

Invece il club doriano, con Manfredi e Radrizzani come azionisti di maggioranza, si è potuto iscrivere al campionato di B in quanto ha rispettato i requisiti e adempiuto alle obbligazioni previste dalle norme federali e dal Sistema Licenze Nazionali 2023/2024. Fatto dirimente, la Samp ha saldato entro il termine perentorio del 20 giugno stipendi e pendenze fiscali al 31 maggio 2023. Grazie all’apporto dei primi 6 milioni di euro degli investitori, versati il 15 giugno (Saladini ne tirò fuori 8 di milioni per partecipare al campionato di B).

Quando i debiti della Samp saranno una zavorra troppo grande e se magari in serie A non risale quest’anno, vedremo cosa succederà. Una cosa è certa: Gravina e i suoi giudici hanno mandato in serie D una squadra, la Reggina, che era stata risanata dal punto di vista economico mentre tante altre squadre (come la Samp) piene di debiti nascosti e ingenti, giocano i massimi campionati come se niente fosse.

Ma, come si usa dire, giustizia (sportiva) è stata fatta.