Se un dipendente basicamente non si reca al lavoro oggettivamente provoca un danno d’immagine?

C’è un caso che dovrebbe esser trattato sulle prime pagine dei quotidiani e in tutti i talk televisivi, i quali invece preferiscono invitare a mostrar le vene del collo la coppia Santoro e Dibba. Pertanto di questo caso internazionale  (rimbalzato sulle pagine di The Guardian, The New York Times, El Mundo, Bbc e Der Spiegel, per citarne alcuni) se ne occupa Luana Costa ( la C news, 8/11/23) .

E’ il caso di un dipendente di un ospedale pubblico di Catanzaro che per 15 anni (dall’agosto 2005 fino a maggio 2020) non si è recato al lavoro pur prendendo lo stipendio. Il caso non sarebbe stato mai scoperto se il dipendente stesso, per andare in pensione, non avesse richiesto nel 2020 al proprio datore di lavoro la ricostruzione della propria carriera lavorativa al fine di ottenere un inquadramento che gli consentisse retroattivamente di percepire una maggiore retribuzione.

Il danno patrimoniale è stato calcolato in 500 mila euro, pari al valore degli stipendi percepiti dall’ex dipendente  uccel di bosco. Ma accanto al danno patrimoniale esisterebbe anche un danno d’immagine quantificato dalla Procura della Corte dei Conti in un milione di euro chiesti a titolo risarcitorio al dipendente e ad altri 8  che avrebbero dovuto controllare e non lo hanno fatto.

La Procura regionale della Corte dei Conti ha appellato l’ordinanza parziale emessa lo scorso luglio 2023 dalla sezione giurisdizionale che ha negato il risarcimento del danno d’immagine. In quella occasione i giudici contabili avevano dichiarato inammissibile il danno d’immagine «non avendo il dipendente attestato falsamente la sua presenza in servizio, né in proprio né a mezzo terzi, né ricorrendo a modalità fraudolente.

Egli, nella perpetrazione dell’illecito, è stato trasparente: non ha fatto credere che era in servizio; più basicamente non si è mai recato in ufficio».

L’avverbio “basicamente” va interpretato dal momento che in chimica “basico” è una sostanza che presenta le caratteristiche delle basi. Credo di non sbagliare se affermo che sia sinonimo di “in parole semplici“, per cui, ecco il caso internazionale, i giudici contabili hanno negato il danno d’immagine in quanto il dipendente in buona sostanza si è limitato per 15 anni a non andare a lavorare al Pugliese Ciaccio senza darsi tante arie e fare tante storie.

Sarà adesso la sezione giurisdizionale centrale d’appello a doversi ripronunciare, in parte, sul presunto caso di assenteismo deflagrato nell’aprile del 2021. Esso suscitò un enorme clamore mediatico catalizzando l’attenzione di agenzie, emittenti televisive, testate online regionali, nazionali e perfino internazionali. Insomma, per dirla tutta, nel mondo abbiamo fatto una brutta figura.

Secondo la Procura della Corte dei Conti il danno d’immagine, calcolato in 1 milione di euro, esisterebbe in quanto «la condotta realizzata dall’assenteista avesse oggettivamente natura fraudolenta e che fosse connotata da modalità particolarmente allarmanti consistite nell’uso reiterato della minaccia verbale e, in concreto, dell’intimidazione operata personalmente o a mezzo terzi al fine di trarre in inganno l’amministrazione di appartenenza sul rispetto dell’orario di lavoro».

In parole povere, ovvero basicamente, si capisce che ci troviamo di fronte ad un dipendente che attraverso l’intimidazione ha così impaurito i propri colleghi di lavoro  e/o dirigenti da poter assentarsi senza che nessuno segnalasse l’anomalia. La vicenda ha caratura internazionale secondo me perchè per puro caso è emersa questa unica anomalia quando invece in realtà è una pratica diffusa, e poi perchè il “farsi i fatti propri” è il connotato culturale del meridione d’Italia. Nella nostra cultura chi si fa i fatti propri campa cent’anni, e su questo proverbio basico la mafia ha costruito tutta la propria egemonia culturale.

La vicenda giudiziaria è importante perchè se i giudici decideranno che danno d’immagine non esiste, basicamente ma direi anche plasticamente, evidentemente e ragionevolmente significherà che nella perpetrazione di un illecito si può essere trasparenti.

Mantenete la calma e cerchiamo di capire la questione. Qualsiasi impiegato pubblico, professore, dirigente può essere trasparente oppure no.

Lo è se si limita a intimidire i colleghi facendo il mafioso. Invece se comincia ad assentarsi attraverso reiterati certificati medici che attestano false malattie, insomma se minaccia solo il suo medico o i medici, non è trasparente. E’ fraudolento e provoca un danno d’immagine. A conti fatti, sarebbe preferibile limitarsi ad intimidire i colleghi. Una conclusione che spiega basicamente perchè Falcone e Borsellino e Dalla Chiesa e tutti i nostri eroi sono morti e non riusciamo mai a debellare la mafia.

Se tanto mi dà tanto e un dipendente pubblico riesce a farla franca per 15 anni, come tanti altri per tutta la vita, ti puoi meravigliare se a un Matteo Messina Denaro lo beccano in un ospedale soltanto quando era ormai ammalato grave?