Citazioni da Padiglione Italia di Aldo Grasso

da: Padiglione Italia di Aldo Grasso, Solferino ed., pagg. 288 , 2021

GIOVANNI MACCHIA Da noi l’assenza di grandi moralisti ha permesso il dilagare di moralizzatori. “Il moralista è l’anatomopatologo dell’anima”, diceva Giovanni Macchia, celebre francesista, “uno che non lavora sul corpo, ma usa il bisturi per tagliare l’anima”.

ASSURDO Il “fantastico”, l’improbabile, a volte l’impossibile, sono ormai cronaca quotidiana. Solo ripescandoli nella memoria, solo mettendoli tutti insieme, sembrano dirci qualcosa. Quello che mi stupisce non è tanto che qualcuno abbia fatto o detto qualcosa di assurdo, ma che sia stato possibile farlo o dirlo come se fosse normale.

LA TV Il fatto è che la televisione si è ormai mangiata la realtà. Una realtà che allora ti spiazza sempre, si prende tutto, è eccessiva, sempre superiore a quello che puoi immaginare.

Poi la tv inizia a dare segnali inequivocabili. A cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, quando lo spettatore comincia a desiderare di salire sul palcoscenico, a voler dire la sua. Si torna sempre lì, tra le piazze inferocite di Santoro e le monetine al Raphael. Poi, in un balzo, ecco Casaleggio: “Un giorno la casalinga di Voghera voterà dal televisore per il prossimo presidente della Repubblica”.

CAPANNA Ecco Mario Capanna, parastatale della rivolta, ufficiale di scrittura della mitologia sessantottesca, poi tramutatosi in posto fisso come un film di Checco Zalone.

BERSANI Ma un personaggio a cui mi sono affezionato è senza dubbio Bersani, lo sparring-partner di ogni dibattito. Non puoi non provare tenerezza e simpatia nei confronti di uno che a suo tempo ha accettato di farsi umiliare da Crimi in streaming. Bersani quando serve c’è sempre, non si tira mai indietro. E poi ci crede, si appassiona, parla, parla, parla e perde il filo. Bersani è ovunque: Floris, Gruber, Berlinguer. Ma, a differenza degli altri ospiti a tempo indeterminato, non è mai lì per un libro in uscita. È una specie di umarell dei talk-show, come quei vecchietti in pensione che si aggirano vicino ai cantieri, controllano i lavori, danno suggerimenti, fanno domande.

SUPER EGO Tomaso Montanari: “I Cinque stelle hanno costruito una parte importante del programma sulla cultura partendo dai miei libri”

CAZZEGGIO Non ce l’ha forse insegnato Grillo, padre di tutti i troll, che marketing, politica e cazzeggio viaggiano benissimo tutte e tre insieme?

FRUSTRATI Mancava solo l’intuizione di Casaleggio: “Mettere in connessione sulla rete persone inattive frustrate, dando loro il movimento che gli mancava”.

DA VAFFA A NONOSTANTE La formidabile trasformazione del Movimento cinque stelle, “da partito del vaffa, della cultura del no, del populismo” a “italianissimo partito del nonostante” (NB-Grasso lo scrisse nel 2016).

ARTISTI SONO Ritorna spesso la straordinaria attrazione per il Movimento cinque stelle dei nostri artisti, spesso orfani di una “vera sinistra”, qualunque cosa essa sia stata o debba essere. Dario Fo, naturalmente. Celentano (“chiunque abbia un minimo di buon senso non può non condividere il suo programma di Grillo”). E poi Mina, Claudio Santamaria, Ivano Marescotti, Sabrina Ferilli, Fedez che gli regala un inno da cantare tutti insieme al Circo Massimo, fino a Fiorella Mannoia, che a un certo punto ci ripensa e se la prende col Pd: “Aspetto ancora le scuse da una sinistra che ha indotto tanti come me a dirottare, anche sbagliando, la propria speranza da un’altra parte”.

DERESPONABILIZZATI Classica sindrome del deresponsabilizzato che riversa la colpa sugli altri. Hanno votato i grillini, ma per punire il Pd (di Renzi).

IL GENIO Quando per gran parte della vita ti hanno dato del genio non vuoi uscire dalla luce dei riflettori. Non accetti l’idea di finire nell’ombra, soprattutto se non sei abituato a coltivare l’ombra, quella che ci accompagna ogni giorno con un ghigno, una smorfia perenne, come diceva Cioran. L’ombra invece si apparta. Sempre più spesso lascia il campo libero alla mitomania. Succede a tutti. Al piccolo, anonimo indignato dei social, o alla stella della politica o della tv. I grandi moralisti, invece, sono tutti grandi cultori dell’ombra.