Calcio/ Il fuorigioco punito anche se non apporta nessun vantaggio a chi segna

Il calcio affidato al Var rappresenta un’evoluzione moderna del gioco ormai televisivo che potrebbe trovare un giorno (di quale secolo?) il suo definitivo coronamento nell’inserimento del tempo effettivo di gioco, per cancellare dal campo simulatori & perditempo. Ma campa cavallo, per ora continuiamo a discutere soltanto di falli di mano, tocchi e fuorigioco (da ora FG). Quest’ultimo, ormai oggettivo perchè affidato in toto alla tecnologia (anche se il fotogramma di quando il pallone si stacca dal piede dell’assistman è arbitrario), è soggetto a fotofinish che per un tacco o un ciuffo di capelli decretano l’annullamento del goal. L’occhio elettronico scova un particolare che l’occhio umano non può vedere. Benissimo. Ma mentre un tocco di mano, involontario, ti favorisce, un tacco in fuorigioco non ti favorisce. E allora perchè trattarli allo stesso modo? A me la cosa sembra contraddire la ratio della norma sul FG del quale abbiamo tutti dimenticato il perchè sia stato introdotto. Succede, l’umanità crea regole e poi col passare del tempo dimentica il motivo per il quale le aveva fatte. Il FG fu introdotto per punire i furbi (quelli che giocavano sul filo del fuorigioco) allo stesso modo in cui viene punito uno che cade simulando di aver ricevuto uno sgambetto. Tutto qui.

La regola del FG tende a spettacolarizzare il gioco inducendo le squadre ad occupare tutto il campo di calcio senza intasare in maniera prevalente le due aree di rigore. Oggi se si giocasse senza FG avremo tre attaccanti che giocherebbero vicino l’area di rigore, e pertanto tre difensori dovrebbero marcarli ad uomo, per cui 12 giocatori su 22 giocherebbero nei pressi delle aree. E’ evidente a tutti che il gioco a zona dei Guardiola e Sacchi è stato prodotto ed incentivato dal FG, perchè una squadra che gioca con la linea dei difensori alta (il contrario della Juve di Allegri, per capirci) costringe gli avversari, per non andare in FG, ad arretrare.

Se questa è la ratio della regola, mi spiegate per quale ragione il FG debba essere affidato ad un fotofinish tecnologico che punisce un evento solo causale ed incidentale documentabile solo a posteriori? Qualsiasi regola ha senso se i cittadini sanno cosa devono fare per rispettarla. Il FG oggi un calciatore non sa cosa debba fare per evitarlo. Ma vi sembra razionale?

Se una volta agli Inzaghi e a tutti gli attaccanti gli allenatori li invitavano ad essere svegli per non finire sempre in fuorigioco (evidente, perchè giudicato da occhio umano) oggi non si può più dire nulla perchè tutto è affidato al caso, alla roulette.

L’attaccante non lo sa se è in fuorigioco ma il fatto è che non lo sa nessuno (atleti o spettatori), è un responso a posteriori affidato a occhi tecnologici. Se ci pensate è come se con l’uso della tecnologia si punisse un pallone spostato da un colpo di vento. Già una infrazione commessa in maniera involontaria non può essere punita, secondo diritto e giustizia, con la ghigliottina; ma il calcio che con la scusa dell’utilizzo dei mezzi televisivi rinuncia allo spettacolo interrompendo spesso il gioco per vedere se c’è stata una spinta o un tocco, per analizzare al microscopio l’intera azione precedente un goal, che deve momento per momento giudicare “astrattezze”come “imprudenza” o “imperizia”, o “eccessivo slancio agonistico”, o “simulazione”, è un gioco che invece di governare gli strumenti tecnologici ne diventa ostaggio. Come potrebbe succedere all’umanità con l’IA. Il FG dovrebbe essere sanzionato se è ben visibile, se tra attaccante e difensore c’è luce, insomma se si può presumere, come vuole la ratio della regola, che il fuorigioco ha consentito all’attaccante di ottenere un vantaggio. Ma è insensato annullare una rete perchè al fotofinish sei risultato più avanti del difensore di un millimetro senza che nessuno se ne accorgesse e protestasse. Una commissione europea presieduta dall’ex allenatore dell’Arsenal Wenger ha proposto questa modifica del fuorigioco, vedremo quanti anni ci vorranno per attuare una cosa semplice e giusta.