Le due parti della Calabria

Cosa non funziona in Calabria? Ragioniamo davanti ad un foglio di carta dove tracciamo una linea verticale che divida le persone perbene dagli altri. In alto mettiamo una professione o categoria e annotiamo i nomi nelle due colonne. Non ci sono quelli del mondo di mezzo. Tutti gli ingegneri, gli insegnanti, gli impiegati, i dirigenti, gli avvocati, gli operai calabresi appartengono ad una delle due. Non ci sono quelli poco onesti o poco disonesti.

Prendiamo i magistrati. Tra i pm o i giudici civili sono di più quelli perbene (Lombardo di Locri, Capomolla di Catanzaro o Falvo di Vibo) o gli altri? E’ una questione dunque di numero, i disonesti sono molti di più, in qualsiasi categoria. Ecco brevemente come spiego il successo di Gratteri, sono così pochi quelli buoni che quando i calabresi ne trovano uno lo fanno diventare un santo. E’ logico che sia così quando la moneta cattiva scaccia quella buona. Abbiamo scienziati che fanno ricerca o insegnano all’università? Certo, ma i buoni sono pochi, come gli imprenditori che osano creare e fare impresa. Chi fa ricerca o impresa in Calabria è un pazzo visionario, infatti tutti gli altri vogliono lavorare alla Regione o in un ente, in banca o a scuola.

Due impiegati che a Milano possono vivere con sacrifici, ma purchè senza figli a carico, in Calabria non solo possono mantenere figli ma sono ceto medio. Fare impresa in Calabria è da pazzi perchè l’economia è in mano a cosche mafiose che una volta chiedevano il pizzo e ora invece hanno imprese loro e abbattono la concorrenza. Prendiamo un povero cristo che apre un negozio, come può non soccombere davanti alla concorrenza sleale di un negozio concorrente aperto da un (parente di un) mafioso il quale può fare i prezzi che vuole? Il commercio, la distribuzione è tutta così. Non parliamo del turismo, unica nostra vera risorsa che avrebbe potuto fare della Calabria una Liguria 2, e invece è ammazzato non solo da imprese in mano all’onorata società, ma anche da scelte commerciali forzate (la carne la devi prendere da X, la frutta da Y, devi assumere tre guardiani che ti diciamo noi, e d’estate ospiti gratis chi ti mandiamo noi).

Quindi imprenditori bravi ne abbiamo ma sono pochi perchè pazzi e resistenti, i professionisti bravi sono pochi coraggiosi perchè la maggioranza è disonesta, venduta, vigliacca, le forze dell’ordine sono anch’esse divise in due parti, e dunque non esiste la zona grigia, la zona cuscinetto. E’ tutto estremizzato in Calabria, come la politica, santi o diavoli, non ci sono diavoletti o beati.

La politica non ha vie di mezzo, ma sembra che pochi (per confermare l’assunto da cui son partito) se ne accorgano. Occhiuto è santo o diavolo? Occorre classificarlo bene perchè delle due l’una, senza mezzi termini. Oppure guardate i 5Stelle calabresi. Vi sembrano così e così, o mediocri, o medi? No, certo che ci sono tra loro ottimi personaggi, ma la maggioranza sono il peggio del peggio del populismo (quelli che hanno speso 130 miliardi per rifare le case dei ricchi e ancora ne vanno fieri senza vergogna). Per cui l’intera politica, dalla destra alla sinistra, vede attivi pochi personaggi di spessore alle prese con una massa di ignoranti disonesti arraffoni. Quelli che ragionano come ragionavamo negli anni sessanta su base ideologica, i miei sono buoni e gli altri il male da estirpare, sembrano usciti dal film Il curioso caso di Beniamin Button dove Brad Pitt crescendo invece di invecchiare ringiovaniva. Le lancette dell’ orologio correvano in senso antiorario. In fondo anche questa è una forma di “restanza” alla Vito Teti, quelli che non si muovono mai e restano sempre gli stessi.

La mafia ha vinto per due ragioni, perchè in Calabria controlla l’intera economia e perchè ha imposto la propria egemonia culturale, in senso gramsciano. E’ una delle cause principali del sonnambulismo, un fenomeno diffuso nella “maggioranza silenziosa degli italiani”. Nell’ipertrofia emotiva (ansia e paura) in cui la società italiana, il meridione prima di tutto, si è inabissata, non ci sono più argomentazioni ragionevoli ma soltanto continue scosse emozionali . Tutto è emergenza: quindi, nessuna lo è veramente. Si tratta soltanto di farsi i fatti propri qualunque lavoro uno faccia. Pochi, forse solo un quarto della popolazione calabrese, si sono sottratti a questa egemonia. Lo hanno fatto sulla base di studi, di esperienze fuori regione, di cervello. Una minoranza destinata sempre a soccombere, in qualsiasi campo, che spiega la situazione calabrese.

Faccio un ultimo esempio che riguarda Lamezia. Ognuno di noi può guardare il parco macchine che circola a Lamezia e quindi può rendersi conto che non ci sono più auto vecchie o scassate. Sulla base del parco macchine i redditi dei lametini dovrebbero essere almeno come quelli di Soverato, al primo posto nella classifica calabrese dell’Irpef. E invece, solo un lametino su 4 risulta benestante e i redditi dichiarati dai lametini (15.500 lordi annui) sono poco superiori a quelli di Girifalco e inferiori a quelli di Pizzo (15.900) o Soveria Mannelli (17850) : bugiardi, piangiamo miseria come sanno fare non tutti i calabresi ma la maggioranza.