Le mie 10 canzoni preferite di Battisti

Un’avventura (1969)
Acqua azzurra acqua chiara (1969)
Don Giovanni (1986)
Non è Francesca (1967)
29 settembre (1966)
Dieci ragazze (1969)
Le cose che pensano (1986)
Fatti un pianto (1986)
La canzone del sole (1971)
L’apparenza (1988)

SUBITO DOPO Nel cuore, nell’anima / L’apparenza/Nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto/ Ladro

Il primo e secondo Lucio Battisti ha creato una serie di capolavori tra i quali ciascuno di noi, sentimentalmente, può scegliere i suoi preferiti. Tra il 1965 e il 1980 (periodo con Mogol) e il 1988-1994 (periodo con Panella) Lucio prima ha rivoluzionato la musica leggera italiana e poi ha raggiunto la più completa libertà espressiva senza più vincoli commerciali. Quegli artisti, in tutti i campi, che per tutta la vita fanno quello che il pubblico vuole, indossano una maschera che, al contrario, Lucio ad un certo punto si è tolta, per essere solamente se stesso, libero dai condizionamenti dell’industria. Ha venduto molto di meno, ma dire questo è una banalità (perchè era previsto, come dire se piove apro l’ombrello) che solo i mercanti non capiscono.

La bellezza riunita (dall’album conclusivo Hegel)

Ecco i negozi (testo di Pasquale Panella, 1992)

(per chi voglia accostarsi alla poesia di un poeta prestata alla musica)

Deve essere stata una costosa
Distillazione la marea del mare
Il cielo è più professionale
Premedita se stesso

Il tempo, questo tempo è inaffidabile
Vengono giù gelati, poi rane
Un giorno baci celebri, un altro giorno
Eliche in funzione
E come informazione
Si sente spesso chiedere
Dov’è che si sistemano
Le capocchie ai fiammiferi

Queste le uscite spicce
Celeri così come lei le intuisce
Che veloci inceneriscono se stesse
Avanti un’altra: così si va, a spasso si va

Ecco i negozi
E non le sembra più di stare a casa
Ecco cammina nell’uno e l’altro senso
Non avendo al fianco chi l’accompagnerebbe
Nelle minime e le massime escursioni

Ecco i negozi
Che ingoiano tutti i fracassi
Non affliggono né stomaco né cuore, eccola
Qui dov’è la padrona del proprio giro vita
Del proprio girocollo, del proprio giro periplo del corpo

E lo spazio non è quella questione
Ecco i negozi, si può tacere senza
Dare il silenzio come spiegazione
Ecco qui, tra le creature scisse
Tra chi entra e chi esce
C’è uno scambio
Di temperature

Si diventa termometri contraddittori
Si passa tra le cose sfuse e vaghe
Come tra lacci d’alghe
Di tante maghe circi annegatrici
Dimenticando e poi dimenticando

Così sei fortunata, hai trovato
Esattamente quello che cercavi
Tre bravi di Caienna, ovvero
Un forchettino per i ravanelli

Così sei fortunata: hai trovato
Il posto più esclusivo della storia
Le pagine in cui Antonio
Con Cleopatra si strapazzano
Ancora, come otarie
Dalle braccia ormai implicite nell’altro
Sopravvissuti ad ogni nave che s’inabissò

Immersi in un tripudio misto seta
In una negligenza e oblio di sciarpe
Ed è come non mai non stare a casa