La storia della canzone “29 settembre”

« Seduto in quel caffè io non pensavo a te
guardavo il mondo che girava intorno a me »

29 settembre è un 45 giri dell´Equipe 84 pubblicato dalla Dischi Ricordi nel 1967.
Il retro del disco si intitolava: E´ dall´amore che nasce l´uomo.
Il disco – Alle registrazioni, effettuate presso gli Studi Ricordi, partecipò anche l´Orchestra Sinfonica della Scala di Milano.
Nel 1967 la Ricordi aveva acquistato per i propri studi di registrazione (che in quegli anni si trovavano in Via dei Cinquecento a Milano) un registratore a otto piste: fu il primo in uno studio di registrazione italiano, e la prima canzone registrata completamente con queste nuove apparecchiature fu 29 settembre dell´Equipe 84, scritta da Mogol e Lucio Battisti.
Le manipolazioni di Maurizio Vandelli, leader del gruppo, sul master originale e svariate sovraincisioni rendono al brano un suono particolare e cristallino.
Il disco fu pubblicato nel marzo 1967 e raggiunse la prima posizione in classifica. Il 45 giri vendette circa 550.000 copie.
Questo brano è considerato il primo brano italiano di rock psichedelico, anticipando di tre mesi persino Sgt. Pepper´s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, considerato il capolavoro mondiale di quel genere.
Tra gli aspetti maggiormente innovativi di questo brano, la presenza di un vero speaker radiofonico della RAI ingaggiato per l´occasione, che annuncia un giornale radio con la data del giorno in cui è ambientata la canzone e quella del giorno successivo.
Tuttavia, ascoltando più attentamente il testo, si evince che la canzone è ambientata in realtà il 30 settembre e fa riferimento al giorno precedente, il 29 appunto, come un flashback.
Ciò è palese proprio nella versione dell´Equipe 84, in cui si può ascoltare lo speaker del giornale radio dire, poco dopo l´inizio: “Ieri, 29 settembre…” e poi nella terza strofa: “Oggi, 30 settembre…”.
Inoltre, sempre nella terza strofa c´è il verso: “Ricordo solo che ieri (riferito al giorno 29) non eri con me”.
Il testo

Racconta la storia di un tradimento; il titolo, pur essendo riportato nella copertina con il numero 29, alla Siae risulta essere depositato scritto a lettere come Ventinove settembre, ed appare come cofirmatario il maestro Renato Angiolini, il cui nome è assente sull´etichetta del disco.
Come ha raccontato Mogol, la data del 29 settembre era il giorno del compleanno della sua prima moglie Serenella.
Battisti reinterpretò questa canzone nel 1969, all´uscita del suo primo album, Lucio Battisti; la sua interpretazione è più tradizionale rispetto a quella dell´Equipe.
Nella sua versione, la voce dello speaker è sostituita da un assolo di chitarra.
L´Equipe 84 incise anche una versione in inglese del brano, con il testo tradotto da Tommy Scott: intitolata 29th September venne pubblicata su 45 giri con sul retro la traduzione in inglese di Auschwitz dalla Major Minor in Inghilterra e dall´Imperial Records negli Stati Uniti.

È dall´amore che nasce l´uomo – Più vicina al beat rispetto a 29 settembre, è scritta da Francesco Guccini sia per il testo che per la musica, venne firmato per la Siae da Vandelli, in quanto Guccini non era ancora iscritto.
Dopo l´iscrizione alla Siae, il deposito venne cambiato ed ora nell´archivio risulta depositata a nome di Guccini.
Come ha raccontato il cantautore, alla fine degli anni ´90 avrebbe voluto reinciderla con il testo completo, perché l´Equipe 84 lo aveva accorciato per questioni di minutaggio; la cosa non si è però realizzata perché Guccini non ha più trovato il testo completo della canzone.
Formazione dell´Equipe 84:
Maurizio Vandelli: voce solista, chitarra, tastiere.
Victor Sogliani: voce, basso.
Franco Ceccarelli: voce, chitarra.
Alfio Cantarella: batteria.

La composizione del brano risale probabilmente all’inizio dell’autunno del 1966.La scrittura ebbe una lunga gestazione, e la canzone rimase incompleta a lungo prima di venire terminata.

Secondo la testimonianza del musicologo Salvatore Galeazzo Biamonte, il brano fu composto con la precisa volontà di superare gli schemi classici della canzone tradizionale:

«Lucio […] era nell’ufficio di Mogol che, quasi per tener fede alla sua fama di “teorico della canzonetta” […], s’era impegnato in una discussione sulla necessità di trovare nuovi temi e nuove forme da proporre nei versi. “Bisognerebbe” disse, “raccontare una vera e propria storia, magari partendo da una data che servisse a ricordarla, a suggerire una precisa atmosfera: 29 settembre, per esempio”. “Forse” rispose Battisti, “io ho la musica adatta”. E accennò al pianoforte un motivo che aveva preparato. Ne venne fuori, appunto, 29 settembre.»

All’epoca, Battisti doveva ancora scoprirsi cantante, e anche come autore non era pienamente affermato; per tale ragione, la canzone rimase per diverso tempo all’interno di un repertorio che Battisti presentava ad altri gruppi e cantanti, in cerca di qualcuno che le interpretasse.

In un primo momento, nel corso del 1966, Battisti e Mogol la proposero a Gianni Pettenati, che però non ne fu del tutto convinto e pertanto rifiutò di interpretarla. Nel febbraio del 1967, dopo la fine di Sanremo, Battisti riprese la composizione della canzone e la concluse definitivamente.

Inizialmente Battisti pensava di interpretare il brano di persona: infatti in quel periodo il musicista (appena agli inizi della carriera come cantante) stava iniziando a pensare alla pubblicazione di un nuovo singolo da interprete, che desse seguito al fiasco di Per una lira/Dolce di giorno con cui aveva debuttato nell’anno precedente. Allo scopo, Battisti e Mogol fecero ascoltare il brano (ancora privo di titolo) a Mariano Detto, chiedendogli di realizzare un arrangiamento; quest’ultimo ne intuì immediatamente le potenzialità e si mise subito al lavoro.

La canzone, tuttavia, arrivò anche all’orecchio di Maurizio Vandelli, leader dell’Equipe 84, che la apprezzò moltissimo e capì di trovarsi di fronte a un potenziale successo:così Vandelli iniziò a fare pressioni su Mogol e Battisti perché cedessero il brano all’Equipe. La decisione fu presa dal produttore dell’Equipe Pier Farri, ma intervennero anche motivazioni personali ed artistiche: infatti Vandelli ha più volte dichiarato di aver sempre sentito “sua” la canzone, come se fosse una propria creazione.

L’Equipe 84 era all’epoca all’apice della popolarità, e poco tempo prima era stata definita da John Lennon «la band italiana più in linea con i tempi»; essere autore di una canzone cantata dall’Equipe avrebbe dato a chiunque grande rilievo. Così Battisti rinunciò ad interpretarla personalmente e acconsentì a cederla, nonostante Mariano Detto insistesse sul fatto che fosse il brano adatto per lanciare la sua carriera da cantante. Per il singolo da solista, Battisti dovette ripiegare sui due brani meno noti Luisa Rossi/Era.

Fu la prima canzone di Battisti ad essere interpretata dall’Equipe 84, una collaborazione che successivamente continuò con i brani Nel cuore, nell’anima, Ladro ed Hey ragazzo.