DASGOSPIA (1/1/24) FLASH! – Raggiunto l’accordo tra il grande vecchio delle bancarie, il 90enne Giuseppe Guzzetti, e il presidente di CRT, l’inossidabile “Furbizio” Palenzona che, capita l’aria che tira, ultimamente fa duplex con Fazzolari: a marzo la strana coppia avrà la gioia di avere Gaetano Miccichè alla presidenza di Cdp, al posto di Gorno Tempini, mentre Guzzetti avrà il piacere di far salire il presidente di Cariplo, Giovanni Azzone, al vertice dell’Acri, in sostituzione di Francesco Profumo, destinato fra un anno alla presidenza di banca Intesa….
Francesco Profumo (ingegnere, politico e dirigente d’azienda italiano, ex presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca del Governo Monti dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013) è il nuovo Presidente del Comitato di indirizzo Strategico e Scientifico di Entopan Smart Networks & Strategies. Il Comitato opererà a supporto del Progetto di Harmonic Innovation Group, importante iniziativa industriale di respiro internazionale promossa da Entopan, che punta a rendere la Calabria e l’intero Mezzogiorno vero e proprio Hub Mediterraneo di sviluppo innovativo a sostegno della crescita economica, sostenibile e armonica del Paese e dell’Europa, in una prospettiva di collegamento stabile con i principali ecosistemi globali dell’innovazione.
«Sono onorato e ringrazio chi ha pensato a questa mia nomina – dichiara Francesco Profumo – Sono anche molto interessato alle opportunità che questo ruolo mi offrirà per dare un contributo allo sviluppo di una parte molto rilevante del nostro Paese. E’ sempre più chiaro quanto lo sviluppo della Calabria e dell’intero Sud, potendo diventare Hub di grandissimo rilievo per tutto ciò che riguarda l’energia e non solo, sia essenziale per il nostro Paese ma anche per l’intero Mediterraneo e, pertanto, per l’Europa e il mondo intero. Per questo il ruolo in cui sono chiamato a dare un contributo mi fa sentire coinvolto in un nuovo progetto dalla missione alta e precisa, che guarda all’innovazione per diminuire le diseguaglianze, creare maggiore omogeneità e supportare i territori con maggiori fragilità affinché le superino».
Francesco Profumo, con la sua importante esperienza nei settori dell’innovazione, della ricerca, delle relazioni istituzionali e della finanza e una riconosciuta leadership geo-strategica ed etica, apporterà un contributo decisivo alla vision ed agli obiettivi di Harmonic Innovation Group che si ripropone di costruire un asset al servizio della politica industriale del Sistema Paese Italia, creando una piattaforma globale per l’innovazione capace di diventare cerniera fattiva tra il dinamismo, le energie e i bisogni di sviluppo sostenibile dell’Africa giovane, la storia e le ambizioni dell’Oriente antico e la capacity e gli orientamenti strategici dell’Europa e dell’Occidente Atlantico. Harmonic Innovation Group si ripropone, infatti, di svolgere il ruolo di ecosystem integrator attraverso la creazione di una rete diffusa di “luoghi del futuro” sostenuti, in una logica di vero e proprio “ecosistema generativo”, da investitori istituzionali pazienti interessati a produrre impatti ed effetti intergenerazionali nell’epoca delle grandi sfide di transizione.
All’interno dell’ecosistema di Harmonic Innovation Group, i grandi player industriali globali, i principali centri di ricerca e di competenza, i fondi di investimento, le startup, gli stakeholder istituzionali e sociali e le agenzie governative, potranno utilizzare la sua piattaforma di innovazione as a service, condividendo uno spazio armonico di dialogo, progettazione, ricerca e sviluppo con l’obiettivo far emergere ed accompagnare le soluzioni (tecnologiche, ambientali, sociali, culturali, strategiche e politiche) utili alla salvaguardia del pianeta e alla costruzione di un mondo migliore.
In questa prospettiva, nel corso del 2024 è prevista l’apertura in Calabria, a Tiriolo, del primo degli Harmonic Innovation Hub: uno spazio di 40mila mq complessivi sviluppato grazie all’importante finanziamento di oltre €35 milioni da parte di Azimut Libera Impresa Sgr. Subito dopo sarà inaugurato il secondo spazio a Catania promosso in partnership con Eht. Nel frattempo Harmonic Innovation Group ha già avviato la fase di bootstrap delle proprie attività che la vedono impegnata, in partnership con altri importanti player, nella gestione di Innovit (l’iniziativa promossa dal Governo italiano in Silicon Valley) e di Tech4You (l’ecosistema per l’innovazione di Calabria e Sicilia promossa dal Miur), nell’attuazione del Progetto Polis di Poste Italiane e di Human Tech di Cgm, nella collaborazione con il Transatlantic Investment Committee (Tic) per rafforzare la sinergia tra Italia e Stati Uniti nel campo dei co-investimenti in tecnologie strategiche nelle aree del digitale, dell’aerospazio, del cleantech, dell’energia e delle scienze della vita, e più in generale in diversi programmi di incubazione, accelerazione ed open innovation che le hanno consentito, solo negli ultimi anni, di interagire con più di 1000 start-up e imprese innovative nazionali ed internazionali.
«Sono molto grato a Francesco Profumo per aver accettato di accompagnarci in questo cammino che amo definire controintuitivo e possibilista – aggiunge Francesco Cicione, fondatore e Presidente di Entopan – Ci è stato vicino fin dall’inizio e oggi potrà dare un ulteriore contributo dall’interno, in una fase di grande evoluzione del gruppo Harmonic Innovation. La sua presenza conferisce ulteriore autorevolezza e credibilità al nostro progetto. Il Mezzogiorno ha bisogno di nuove ambizioni e vocazioni».
Nelle prossime settimane saranno completate le nomine di tutti i membri del Comitato. Il professor Profumo arricchisce il management di Harmonic Innovation Group che vede già coinvolte importanti personalità del mondo dell’impresa e dell’università come Luca Meldolesi, Riccardo Monti, Vittorio Coda, Alessandro Lerro, Carmine Bruno, Antonio Viscomi, Emanuele Spampinato e Diego Teloni.
Nell’uno il tutto/ di Roberto Celentano
In un territorio isolato vicino a Lamezia Terme, a Settingiano nella campagna calabra, inizia la storia di un’azienda di progettazione e consulenza centrata sull’innovazione (attualmente la sede principale è a Caraffa di Catanzaro sempre nella provincia di Catanzaro).
Entopan nasce nel 1998 utilizzando la legge 44 per il finanziamento di nuove attività imprenditoriali su iniziativa di Francesco Cicione e di due suoi colleghi universitari di ingegneria civile. Francesco ha sempre seguito diverse passioni come la musica (ha studiato chitarra al conservatorio e suona il pianoforte), la letteratura e l’arte. Si definisce attratto dalle contaminazioni e queste hanno finito per influenzare le sue scelte imprenditoriali analogamente alla sua formazione cattolica alimentata dal dialogo con uno dei più autorevoli teologi contemporanei, Costantino Di Bruno. La società, racconta Francesco, racchiude nel nome il motivo della sua costituzione (Entopan, dal greco, vuol dire “nell’uno il tutto”), e deriva dalla precisa idea di creare un sistema di consulenza integrato in grado di approcciare il tema della progettazione, dello sviluppo e della gestione di processi complessi di innovazione in maniera polivalente e armonica. Questo vuol dire che l’obiettivo che si sono dati è di favorire, attraverso un processo imprenditoriale e sociale basato su un approccio multidisciplinare, lo sviluppo integrale (che riguarda i diversi aspetti dell’individuo: quello psicologico, operativo, sociale, culturale, intellettuale, economico) nei beneficiari della consulenza. Sullo sfondo di questo processo c’è il tema della gestione della complessità che ha portato Francesco ad appassionarsi di contaminazione tra discipline come strumento in grado di facilitare la lettura dei fenomeni e delle problematiche e la conseguente costruzione di risposte adeguate. Questa contaminazione è stata messa a fondamento della società con lo scopo di creare un ecosistema in grado di apportare utilità, non solo in termini economici ma anche in termini di dividendo sociale ed etico, innovativo e culturale, e di disegnare traiettorie di sviluppo strategico sul territorio.
I primi anni
Tra il 1998 e il 2001 Francesco assume impegni politici (a livello comunale, regionale e poi nazionale) che lo portano ad allontanarsi da Entopan la cui gestione rimane in capo agli altri soci. L’affievolimento della spinta iniziale data da Francesco e problemi di natura personale spingono i suoi soci ad un passo indietro. Al loro posto subentrano Brunella Chiodo (moglie di Francesco), Roberto Caroleo e Marcello Iencarelli (che assumerà il ruolo di AD dell’azienda in quegli anni per poi uscire dalla compagine sociale nel 2014). Nei primi anni la società si occupa soprattutto di interventi integrati di comunicazione (settori in cui Brunella e Roberto erano forti) e non concretizza il disegno originale per cui era nata.
Nel 2014 la fase politica e amministrativa pubblica di Francesco si esaurisce per il venir meno delle motivazioni: “la politica e la pubblica amministrazione sono lente, necessitano di tempo per agire, e richiedono un impegno personale totalmente assorbente”. La voglia di fare e di agire in modo diverso per l’interesse pubblico lo spinge a ritornare ad occuparsi in prima persona di Entopan con l’obiettivo di farla diventare centro di eccellenza per la consulenza aziendale per l’innovazione negli anni in cui si avviava la stagione della trasformazione digitale e dell’industria 4.0. In questa fase la compagine si allarga a due nuovi soci: Giusi Crimi e Gennaro di Cello, amici fraterni di Francesco e Brunella. Insieme elaborano il primo piano di sviluppo a cinque anni composto da tre obiettivi principali: 1) formare una squadra caratterizzata da elevate competenze e da forti valori morali; 2) definire una serie di servizi e progetti sull’innovazione posizionandosi come uno dei principali player a livello nazionale sui temi dell’Open Innovation; 3) stabilire partnership nazionali ed internazionali stabili, con cui fare rete. Oggi, a conclusione di questo primo quinquennio di programmazione, Francesco è soddisfatto del lavoro fatto e dei risultati ottenuti.
Gli attori di Entopan
In Entopan lavorano circa 40 persone (divise tra contratti a tempo indeterminato e collaborazioni professionali) e tutte sono state selezionate non solo per le loro competenze tecniche ma anche e soprattutto per il sistema di valori in cui credono e per la capacità di lavorare insieme. Tutte sono impegnate – come sottolinea anche Federica Rizzuto dell’amministrazione – sia nei servizi di tipo consulenziale offerti alle imprese (consulenza legale, consulenza fiscale e amministrativa, elaborazione di piani di marketing e comunicazione, consulenza strategica, consulenza su innovazione tecnologica e sociale), sia nei progetti altamente innovativi. Molti di questi progetti sono in partnership con soggetti esterni, per lo più istituti di ricerca, che agiscono sul territorio nazionale e su quello internazionale. Si tratta di partnership stabili e basate sulla reciproca fiducia e sulla condivisione di valori e vision.
L’impegno attuale di Entopan è con il nuovo piano quinquennale di sviluppo che ha come obiettivo principale il consolidamento di quanto fatto, in termini di occupazione, fatturato, partnership e progettualità.
Francesco Cicione si è dimesso da assessore (Lametino 13/8/2014) . La decisione, irrevocabile, è maturata per motivi strettamente personali, ma anche, con un gesto di inconsueta generosità, per agevolare la situazione politica e amministrativa venutasi a creare negli ultimi tempi all’interno del centro-sinistra. Del resto, già l’anno scorso, Francesco Cicione aveva dato la propria disponibilità a fare un passo indietro sia per ragioni di natura personale, sia per superare una fase politica molto delicata. Francesco Cicione ha comunque confermato la propria volontà di continuare a collaborare, a titolo volontaristico e completamente gratuito, con l’amministrazione in particolare sui temi a lui più cari e congeniali quali la programmazione e i fondi comunitari. Francesco Cicione in tutti questi anni ha rappresentato, prima da vicesindaco e poi da assessore, certamente un grandissimo valore aggiunto dell’Amministrazione comunale innanzitutto per le sue doti umane, di moralità e di ricerca del bene comune. Notevole poi il contributo in termini di programmazione con gli importanti e rilevanti risultati conseguiti: dal Patto per lo sviluppo, al Piano città, all’impostazione del nuovo piano strutturale.
L’ecosistema per l’innovazione sociale nel cuore della Calabria (Avvenire,23/3/22) Tiriolo è un paese della Sila piccola, fondato su un poggio esattamente a metà del punto più stretto della Calabria e dell’Italia, dal quale sono ben visibili i ‘due mari’, Tirreno e Jonio. Terra di storia (dal leggendario re Italo narrato da Tucidide alle gesta di Spartaco), di splendido artigianato, di ottima agricoltura. Proprio qui, tra boschi e rocce, sta nascendo un progetto innovativo, che parla di speranza, per dimostrare che anche in una regione difficile, più nota per la ’ndrangheta, l’inefficienza, la cattiva politica, è possibile fare buona impresa. Senza fondi pubblici, anzi attirando quelli privati internazionali. È Harmonic Innovation Hub, 20mila metri quadrati di architettura verde e sostenibile, oltre che gradevole, un ‘ecosistema’ innovativo stabile impegnato nella ricerca e sviluppo di soluzioni tecnologiche di avanguardia, capaci di dare risposte efficaci alle principali criticità ambientali, sociali ed economiche dell’area del Mediterraneo, promuovendo, al contempo, la crescita, lo sviluppo ed il progresso sostenibile ed equo delle stesse aree. Un luogo dove creare impresa e lavoro. Un progetto che ha convinto un big della finanza mondiale, il Fondo Infrastrutture per la Crescita – ESG di Azimut Libera Impresa SGR che vi investirà oltre 35 milioni di euro. Il primo investimento di Azimut da Roma in giù.
È il sogno che si realizza di un giovane imprenditore calabrese, Francesco Cicione, ingegnere che non ha mai fatto l’ingegnere, che non vuole si parli solo di lui, del progetto di una persona sola, ma del ‘noi’, del gruppo di ‘amici’, compagni di viaggio di questo sogno e dei sogni già realizzati. Superesperti del calibro degli economisti Luca Meldolesi, Vittorio Coda e Leonardo Becchetti, del giuslavorista Antonio Viscomi, del banchiere Alessandro Profumo, degli imprenditori calabresi Santo Versace e Rubettino, ma anche centri di ricerca come la trentina Fondazione Bruno Kessler (che per la prima volta scende al Sud) e Banca Etica. E perfino l’ex sindaco della sua città, Lamezia Terme, quel Giannetto Speranza, uno dei simboli della buona politica calabrese e della legalità, del quale Cicione è stato vicesindaco e assessore, per poi tornare a fare impresa perché «fare impresa è fare politica, e fare impresa così come la facciamo è la più alta forma di Carità». Una frase che riprende quella di Paolo VI, collegandosi anche a due politici che tornano spesso nelle riflessioni di Cicione: La Pira e Moro. E non è un caso che, ci tiene a rivendicare, «siamo stati l’unica realtà calabrese presente all’incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’ di Firenze’. Le attività dell’’ecosistema’ si concentreranno in particolare su cinque temi specifici proprio dell’area del Mediterraneo: circular economy (cambiamento climatico, energia, carenza idrica); rural innovation (bioeconomia, terreni infertili, lotta alla fame); smart society 5.0 (come democratizzare quei territori, educarli a una cittadinanza attiva, matura); life science (telemedicina, innovazione che può portare in quei territori una sanità che funzioni); transizione ecologica «perché – sottolinea Cicione – è un paradosso in quei territori ancora più evidente: territori con grandi disponibilità ma grandi ritardi nello sviluppo, e dove c’è il più grande margine di salto di scala in termini di strutture che possono produrre sviluppo sostenibile dall’inizio. Riconvertire l’industria della Lombardia o della Baviera, sarà molto più complicato che non creare da zero industrie sostenibili in Calabria o in Tunisia».
È il modello già portato avanti dalla prima creatura di questo gruppo: Entopan (in greco nell’uno il tutto, altro riferimento alle origini magno-greche), società di consulenza nata alla fine degli anni ’90. Con ottimi risultati: «Solo negli ultimi tre/quattro anni abbiamo animato 600 soggetti, startup. Ne accompagniamo stabilmente 70, ne partecipiamo direttamente una ventina. Abbiamo attivato raccolta fondi di circa 30 milioni sui progetti. Numeri non banali», dice con orgoglio l’imprenditore. Ora il nuovo passo che scommette fortemente sul territorio. «Il progetto ha dato una centralità strategica alla Calabria, visto che arriveranno 50 multinazionali, che creeranno un valore per la regione, con una contaminazione creativa del tessuto sociale, con energie esterne che arricchiranno il nostro tessuto di punti di vista, competenze, intelligenze, di esperienze che la Calabria diversamente non avrebbe avuto. Poi ci sono le ricadute sui giovani. Se le multinazionali e le startup vengono qua, i giovani delle nostre università restano qua». È davvero un mix di positività. «A noi è stato affidato un talento e noi quel talento vogliamo farlo fruttificare, mettendolo in comunione con i talenti degli altri. Se vengono in Calabria e non a Milano, è perché li abbiamo convinti. Siamo un gruppo di persone che lavorano per migliorare il loro territorio, in mille modi, nell’impresa, nell’associazionismo, nelle istituzioni, nelle professioni». Cicione e i suoi ‘amici’ non nascondono la variabile ’ndrangheta. Ma, «vogliamo dimostrare che in Calabria è possibile investire malgrado la ’ndrangheta. La Calabria ha bisogno di autenticità, che è legalità e onestà messe insieme. Legalità non solo è un presupposto morale e civico, ma un fattore necessario di tipo economico ». E comunque, avverte, «se arrivano lo diciamo subito». Ovviamente i mafiosi. E intanto mettono in campo strumenti di contrasto e di trasparenza. «Abbiamo chiesto ad Azimut di gestire direttamente gli appalti, e di predisporre un protocollo di legalità, come fossero appalti pubblici. Hanno accettato. E ora è nostra intenzione chiedere alle autorità preposte di stipulare con noi questo protocollo».