Mattia Feltri/ Conte l’antifascista putiniano

Giuseppe Conte […] ha visto nelle centinaia di braccia tese di Acca Larentia un’apologia di fascismo meritevole dell’intervento della magistratura […] Conte […] ha l’esigenza di mostrarsi antifascista e […] non si pone il problema di proporre fascisticamente che le idee siano regolate in tribunale. Anche ieri in Parlamento ha fatto il suo bravo esercizio d’antifascismo e l’ha fatto subito dopo il dibattito a proposito dell’invio di armi in Ucraina, al quale è contrario.

Stavolta, e per fortuna, in minoranza. Ma la richiesta è interessante: sospensione immediata di forniture di armi e avvio delle trattative di pace. Di nuovo Conte non si pone il problema: se non dai più armi agli ucraini, il giorno dopo i russi sono a Kiev coi carri armati, e sarei davvero entusiasta di gustarmela la conseguente trattativa di pace.

Ancora più rimarchevole è la capacità rabdomantica del capo a cinque stelle di scovare i fasci qui, mentre gli sfugge allo sguardo il più colossale fascista in circolazione in Europa, Vladimir Putin, impegnato nella più fascistica delle operazioni: la presa con le armi della terra altrui. Ma con questo non voglio dire che Conte sia fascista. Non lo è e non è nemmeno antifascista. In omaggio alla sua etica dell’irresponsabilità, è di volta in volta quello che capita.