Quentin Tarantino (27/3/1963 Knoxville, Tenessee) è un regista ormai identificato e osannato per il suo stile inconfondibile dopo Le iene (Reservoir Dogs) (1992) e Pulp Fiction (1994). Ora su Netflix si può vedere un suo film del 1997, Jackie Brown, che rappresenta una cesura tra questi film e Kill Bill, Volume 1 e 2 del 2003/2004.
E’ il film più sottovalutato di Tarantino, nel migliore dei casi viene definito come un “buon film”, eppure ci sono tutte le qualità di scrittura, montaggio, riprese, che lo rendono inconfondibile senza la violenza talvolta disturbante e gli eccessi delle opere maggiori. C’è la sua poetica in un film (tratto da un romanzo di Elmore Leonard) dichiaratamente omaggio a quei film dei primi anni settanta realizzati e interpretati per lo più da neri e diretti a un pubblico afroamericano. Il genere definito della blaxploitation, termine ricavato dall’unione della parola black (nero) ed exploitation (sfruttamento).
I dialoghi sono quelli tipici di Tarantino, solo più “moderati”, i protagonisti sono meravigliosi, Samuel L. Jackson, Pam Grier, Robert Forster (indimenticabile in Breaking bad), Michael Keaton, Bridget Fonda. L’unica nota stonata risulta addirittura Robert De Niro davvero fuori parte o piuttosto svogliato. Certo, è un film lungo, ma la trama è un interessante intreccio di complotti e raggiri davvero intricato, con una scena in un grande magazzino che viene raccontata tre volte dai tre diversi protagonisti. E poi la bella musica, che esce dalla radio in macchina, o da un giradischi a casa, e rende tutto romantico, non so trovare un altro aggettivo. Il regista, vero appassionato delle colonne sonore, ha chiamato per questo film il compositore americano James Newton Howard che ha realizzato un mix perfetto tra la musica (per lo più soul e r&b) e parlati. Tra i pezzi indimenticabili: Across 110th street di Bobby Womack, la spettacolare Strawberry letter 23 di Shuggie Otis, nel remake dei Brothers Johnson prodotto da Quincy Jones e Street life di Randy Crawford