Ciascuno di noi avrà qualche volta letto il foglietto illustrativo di un medicinale. Si tratta di un testo informativo che riporta tutte le informazioni utili che è necessario conoscere prima e durante l’assunzione di un farmaco, comprese le controindicazioni, ovvero i casi in cui non si deve assumere e i cd effetti indesiderati. Questi su base statistica indicano gli effetti collaterali del farmaco, per es. spossatezza o eruzioni cutanee, e dunque ci ricordano un principio che vale al di là della medicina: ogni moneta ha due facce. Curi i sintomi di una malattia ma il farmaco produce altri sintomi. Questa verità ormai sperimentata e assodata gli uomini la dimenticano sempre quando discutono tra di loro. Ogni loro scelta sia in campo politico che in tutti gli altri settori vorrebbero, per farla, che fosse esente da controindicazioni e quindi ricercano (ma per finta) qualcosa che non è di questo mondo, la perfezione: non ci sono monete con una faccia sola e chi vuol far credere che sia possibile si comporta come fecero il Gatto e la Volpe con Pinocchio. Questi venne convinto che nel paese dei Barbagianni ci fosse un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei miracoli che moltiplicava cinque zecchini facendoli diventare ben 2500.
Qualsiasi procedimento legislativo o riforma, in campo politico, ha i suoi effetti positivi ma anche i suoi difetti e dunque, per esser seri, si tratta di pesarli prima di decidere se adottarli. Ma in politica e non solo in Italia si discute su qualsiasi cosa e si formano due schieramenti, uno composto da quelli che evidenziano solo gli aspetti positivi e l’altro che evidenzia solo gli aspetti negativi. Insomma, se cercassimo una cura farmacologica priva di controindicazioni finiremmo per non assumere mai nessun medicinale, e così anche in politica alcuni provvedimenti con effetti positivi vengono rimandati sine die perchè gli oppositori enunciano i probabili effetti negativi. I politici che cercano sempre la moneta con una faccia sola sono i più cretini di tutti, anzi sono degli imbroglioni patentati.
La cosa curiosa è che il foglietto illustrativo di un medicinale si chiama “bugiardino” che è un termine di origine senese derivante da “bugiardo”. Con tale nome si definiva la locandina dei quotidiani esposti in edicola per cui l’ipotesi sarebbe che le “istruzioni per l’uso”, soprattutto negli anni di boom della farmacologia, tendevano a sorvolare su difetti ed effetti indesiderati del farmaco per esaltarne i pregi e l’efficacia. Non erano quindi vere e proprie “bugie” quelle che vi si potevano leggere, ma nell’insieme il foglietto risultava un “bugiardino” che diceva piccole bugie o, meglio, ometteva informazioni importanti ma che potevano essere compromettenti per il prodotto. Dai bugiardini che dicevano piccole bugie siamo arrivati a quelli che le sparano grosse, assicurando che hanno sconfitto la povertà o che troveranno un lavoro a tutti i disoccupati, o che ristruttureranno l’intero patrimonio edilizio gratuitamente.