Politica grado zero/T’indigni per questo ma non per quest’altro

L’accusa «t’indigni per questo, ma non per quest’altro» è il grado zero della politica.
A me pare tuttavia che il punto centrale sia, più banalmente, che nessun essere umano può passare ogni minuto delle sue giornate a informarsi con uguale accuratezza e a inorridire con identica intensità per tutte le atrocità che sconvolgono il pianeta. Ragion per cui l’argomento «ti indigni per questo, ma non dici nulla su quest’altro» (noto anche come l’argomento «e allora le foibe»?) è da sempre la più falsa e la più pretestuosa delle ripicche. Proprio come la sua versione speculare, che colpisce sistematicamente sacerdoti, ong e volontari impegnati ad aiutare gli immigrati con l’accusa di non pensare ai poveri italiani. Se anche, per assurdo, si escludessero gli stranieri da ogni forma di solidarietà, verrebbe poi il turno degli ex detenuti (specialmente per certi reati) “privilegiati” al posto di tanti “italiani onesti”, e poi quello dei tossico-dipendenti, e così all’infinito. Denunciare la parzialità della compassione altrui è solo un modo ipocrita di nascondere il proprio desiderio di togliere agli ultimi anche quel poco che ricevono.
La nostra compassione e la nostra indignazione sono sempre selettive, perché sono umane. E dipendono necessariamente dal grado di prossimità in cui ci veniamo a trovare rispetto a chi identifichiamo come vittima, o come carnefice.

La nostra scala di priorità varia secondo la nostra collocazione geografica e la rete dei nostri rapporti economici, sociali, culturali, e in questo non c’è nulla di male. Così come non c’è nulla di male nel fatto che lo scoppio di una sanguinosa guerra civile in Francia o in Svizzera attirerebbe l’attenzione di noi italiani assai più della guerra civile sudanese, mentre per l’opinione pubblica etiope o eritrea varrebbe l’esatto contrario.

L’argomento «e allora Gaza?» usato da chi vorrebbe abbandonare al proprio destino gli ucraini vale esattamente quanto l’argomento «e allora il 7 ottobre?» usato da chi vorrebbe ignorare la tragedia palestinese, o l’argomento «e allora i coloni?» usato da chi vorrebbe minimizzare il massacro compiuto da Hamas. E cioè niente. È il grado zero della politica. Non per nulla, nel dibattito pubblico di oggi, non discutiamo di altro.