(Sul blog v. anche “Il mio lavoro deve diventare una notizia altrimenti non esisto”)
A nessuno di noi piace che le nostre buche della posta siano intasate con depliant pubblicitari, a nessuno piace ricevere telefonate con proposte commerciali. E’ evidente. Tranne ai siti web che altrimenti non saprebbero come fare per riempire le pagine. Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno vuole che non si sappia, il resto è propaganda (Horacio Verbitsky). Per esempio, in un futuro distopico, si potrebbe prosciugare tutta l’informazione digitale calabrese impedendo la pubblicazione delle seguenti veline spacciate come se fossero notizie:
a) notizie dalle scuole (viaggi, visite, premiazioni, attività, convegni…)
b) eventi che riguardano la Calabria fuori della regione (manifestazioni, premiazioni, mostre…)
Basterebbe impedire che i siti web fossero buche da riempire con tali veline, basterebbe impedire la pubblicazione di queste due tipologie di informazione, del tutto inutile e superflua, per affermare un principio essenziale del diritto alla informazione del lettore: egli deve poter conoscere tutto ciò che è essenziale per formarsi il suo spirito critico. Pertanto al lettore dovrebbe essere garantita la cronaca, nera, rosa, giudiziaria, politica, culturale, escludendo le veline.
Semplicemente a qualsiasi lettore non interessa per nulla quello che fanno ogni giorno le scuole e le amministrazioni per realizzare l’autopromozione, mentre i siti web, pubblicando le veline ricevute, solo in questo modo riempiono i loro notiziari.