Primi passi della cabina di regia istituita dalla Regione finalizzata alla bonifica del campo di Scordovillo. Il dipartimento Welfare, infatti, ha elaborato una serie di interventi da realizzare utilizzando i fondi europei e che puntano a promuovere politiche attive a sostegno dei nuclei familiari e dei soggetti fragili presenti all’interno del campo.
“I destinatari dell’intervento – spiegano dal dipartimento regionale – sono i cittadini di etnia rom, per un totale di circa 440 persone, insediate nella baraccopoli stabile in località Scordovillo; in particolare i minori (circa il 65%) e le loro famiglie”. La prima cosa che dovete annotare (siamo al 12 aprile 2024) è il ridicolo“circa“ prima delle 440 persone. Vedremo fra un anno e poi due quanti saranno.
Gli interventi realizzabili saranno 8, ma tra questi i rom accetteranno senz’altro: 1) le azioni di sostegno finanziario, mediante l’erogazione di voucher/buoni spesa, per l’acquisto di beni di prima necessità; 2) le azioni di sostegno ai percorsi di empowerment sociale (che non so cosa siano); 3) interventi di contrasto al disagio abitativo (voucher e strumenti equivalenti) per incentivare la fuoriuscita dal campo.
Tutti gli altri, che rientrano nell’obiettivo della cd “inclusione” (sono laboratori didattici, educativi e creativi per minori, sostegno socio educativo extra scuola, orientamento e supporto alla ricerca di lavoro; laboratori socio-sanitari per nuclei familiari; promozione rete locale, ad esempio contatti con la scuola e i servizi sociosanitari) e saranno affidati a docenti e operatori del terzo settore, li inserirei senz’altro nelle “varie ed eventuali”. Con questo non sto parlando male di docenti e operatori ma appunto, quando si fanno questi interventi, prima si dovrebbero vedere i risultati e poi erogare i pagamenti, perchè in Italia, e non solo per quel che riguarda i progetti che si realizzano nelle scuole e/o gli interventi socio-assistenziali, abbiamo consolidato un’ampia cultura burocratica basata sulla compilazione ex post di carte.
Si tratta di questo: si presentano carte dove si attesta che nei giorni x,y e z sono stati tenuti, dalle ore m alle ore n, dei corsi per gli alunni Tizio, Caio e Sempronio. In calce ci sono le firme degli allievi e quindi tali scartoffie danno ai docenti i quali hanno tenuto quei corsi il diritto al pagamento. La cultura delle carte a posto non dice nulla circa gli obiettivi raggiunti, anzi non si sa nemmeno se quei corsi si sono tenuti in quelle date e in quegli orari perchè nessuno controlla. Con tali procedure cartacee le scuole italiane sono diventate enormi progettifici, le scuole private sfornano diplomi senza frequenza, i corsi professionali e i corsi serali attribuiscono titoli e certificazioni a gente che è stata assente. Insomma, lo Stato italiano, io ripeto sempre il solito esempio, si comporta come un produttore cinematografico che finanzia un film e poi non va neppure a vedere se il film da lui finanziato è stato realizzato. Paga e basta, senza curarsi dell’opera finita. A tale produttore lo farebbero interdire, lo Stato italiano sarebbe già fallito se non ci finanziassero l’enorme debito pubblico