Occupandoci di contenuti una volta tanto, piuttosto che di schieramenti o campi larghi, giusti o ristretti, e’ evidente che la coabitazione FdI-Lega nel governo ha prodotto finora uno scambio tra premierato e autonomia differenziata che vedremo come si evolvera’.
Il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, vale a dire uno di quelli che ha voluto Schlein ed e’ amico fidato dei 5Stelle, a Soveria Mannelli ha aperto i lavori della Conferenza programmatica del Pd Calabria, proprio lanciando l’allarme sullo scellerato disegno Spacca-Italia di Calderoli. Secondo Boccia “lo scambio in corso tra Lega e FdI, tra autonomia differenziata e premierato, distruggerà le istituzioni e darà ai servizi della Calabria, del sud e delle aree interne, un colpo mortale”. Boccia dimentica altri 2 scambi politici che adesso gli andremo a rammentare.
Uno che ama tanto gli scambi politici e’ guarda caso il suo amico Conte. In questi mesi sta barattando posti alla Rai con Meloni. Quando andava a braccetto con Salvini ci fu un secondo storico scambio: i decreti sicurezza furono scambiati col reddito di cittadinanza: (22/9/18 La Stampa) Compromesso Lega-M5S: reddito di cittadinanza in cambio della sicurezza. Salvini ottiene di portare il testo sui migranti in Cdm con poche modifiche. Concede a Di Maio sponda su deficit e misura anti-povertà prima delle Europee.
Ma veniamo all’oggi. Sulla Calabria Boccia ha le idee chiare:
«Il progetto della Calabria del futuro, di cui stiamo dibattendo oggi, ha nella sanità pubblica, nella scuola pubblica, nell’assistenza, dai bambini agli anziani, e nel trasporto pubblico locale, i punti fermi su cui investire e destinare la maggior parte delle risorse a disposizione». «La destra, invece, gioca con l’autonomia sulla pelle del Mezzogiorno, tagliando sulla sanità, tagliando sulle case di comunità che noi avevamo previsto nel Pnrr, provando a privatizzare quanto più possibile. Oggi tanti italiani rinunciano a curarsi, altri sono costretti a lasciare la propria regione, qui in Calabria abbiamo 300 milioni di mobilità passiva sanitaria. E il Governo cosa fa? Pensa all’autonomia differenziata che aumenterà ancora di più le diseguaglianze nel Paese. La battaglia per il rafforzamento della sanità e dei presidi sanitari nelle aree interne era uno degli obiettivi per cui nel 2020 ottenemmo il Pnrr. Questo governo ha cambiato le carte in tavola, ma il Pd continuerà a battersi perché resti una priorità».
A Boccia e a tutti quelli che la pensano come lui in questa primavera 2024 e’ facile ribadire come tutti questi obiettivi sulla sanita’, sulle aree interne , sul trasporto pubblico locale, non c’era bisogno di aspettare le risorse del Pnrr. Sarebbe bastato investire le risorse che il suo amico Conte ha dilapidato nei bonus edilizi e che ora sappiamo ammontano a ben 220 miliardi di euro.
In altri termini, molto piu’ semplici da capire, avevamo risorse per fare le cose che Boccia, Schlein, il pd propongono oggi, in Calabria e in tutto il paese, e invece, col governo giallorosso del punto di riferimento fortissimo dei progressisti hanno consentito il salasso del Superbonus e del bonus Facciate.
Veniamo in soccorso agli smemorati. Era il maggio 2020 quando il secondo governo Conte presento’ in Parlamento il cosiddetto “decreto Rilancio”, pensato – come suggerisce il nome – per rilanciare l’economia italiana duramente colpita dalla pandemia di Covid-19. L’articolo 119 e l’articolo 121, modificati nel corso dell’esame della Camera, contenevano il Superbonus 110 per cento e l’estensione della cessione dei crediti d’imposta a quasi tutti i bonus edilizi. Negli anni successivi questi articoli sono stati modificati sia dal governo Draghi sia dal governo Meloni nel tentativo di arginare l’aumento dei costi dei bonus. Il decreto “Rilancio” è stato convertito in legge a luglio 2020 dal Parlamento. Sia alla Camera sia al Senato il provvedimento ha ricevuto i voti favorevoli dei partiti che sostenevano il secondo governo Conte: il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico e Italia Viva. A questi si aggiungevano i parlamentari di Liberi e Uguali, una lista elettorale di cui faceva parte, tra gli altri, Sinistra Italiana. Il bonus facciate voluto da Franceschini fu approvato con la legge di bilancio 2020 sempre dal governo Conte2.
Come ricordava Luciano Capone in un articolo del 15/2/22, dopo le nette dichiarazioni del premier Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco sulle frodi legate ai bonus edilizi, assistemmo a una polemica surreale. Il principale partito di maggioranza, il M5s, attacco’ duramente Draghi e Franco affermando che per la gran parte le truffe sulla cessione dei crediti fiscali accertate dall’Agenzia delle Entrate non riguardavano il Superbonus 110% ma il “Bonus facciate”. Ma non si comprendeva bene il senso dell’argomentazione, per il semplice fatto che anche il Bonus facciate era stato introdotto dal governo Conte.
Avrebbe avuto senso se fossero stati Draghi e Franco ad aver introdotto il Bonus facciate o a volerlo estendere. E invece, e questo è ciò che rende ancora più paradossale la replica piccata, loro volevano abolirlo. Infatti il “Bonus facciate” era stato escluso dalla bozza di legge di Bilancio. Se ci è rientrato, con un compromesso che ha ridotto l’agevolazione dal 90 al 60%, è stato proprio per la strenua insistenza di alcuni partiti di maggioranza, in particolare il Pd, e più specificamente il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che è stato l’ideatore e promotore del bonus. E pertanto, si tratta di un’operazione totalmente perpetrata dalle forze che animavano il governo Conte.
Quella che è una delle peggiori politiche mai realizzate nella storia repubblicana ha origine nel 2019 con la legge di Bilancio impostata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Dopo il Cashback sospeso prima del suo termine naturale, il Bonus facciate è stata una delle prime misure che Draghi e Franco volevano portare su un binario morto alla sua scadenza. Ma nella maggioranza si è innescata una dinamica di scambio di favori (logrolling) tra M5s e Pd, che ha portato il Pd a sostenere il rinnovo del Superbonus voluto dal M5s e il M5s a sostenere la proroga del Bonus facciate sostenuta dal Pd. Alle altre forze politiche fare decine di miliardi di deficit per l’edilizia non dispiaceva affatto, anzi, e così Draghi e Franco sono usciti sconfitti su entrambi i fronti.
Ecco il terzo scambio politico dopo quelli gia’ ricordati dei decreti sicurezza col reddito di cittadinanza (Lega e M5S) e premierato con autonomia differenziata (FdI e Lega); lo scambio tra rinnovo del Superbonus caro al M5S e la proroga del Bonus facciate sostenuta dal Pd.
Il governo Conte 2, rimasto in carica dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021, quasi un anno e mezzo, e’ stato uno dei peggiori governi della storia repubblicana. Purtroppo un governo giallorosso che, a causa del covid, e col pretesto del covid, ha dilapidato risorse in maniera insensata rendendo impossibile tutto quello che ora il pd chiede, per il semplice fatto che non ci sono le risorse, oggi a consuntivo e’ la causa di tutto quello che non si puo’ fare. In politica si possono avere ed esprimere tutte le opinioni che si vogliono, ma arriva un momento in cui i nodi vengono al pettine, si fanno i consuntivi e si tratta solo di accertare la verita’ dei fatti. Proprio quello che Boccia, Schlein, il Pd non intendono minimamente fare. Una volta, nel Pci, era in vigore la cd autocritica, cioe’ il riconoscimento a posteriori di errori tattici compiti nel percorso politico. Oggi non usa piu’ e quindi cifre, numeri, bilanci, dati, vengono sommersi da tante chiacchiere come quelle che Boccia e i suoi compagni hanno pensato di dispensare in quel di Soveria Mannelli. Chi e’ causa del suo mal pianga se stesso, ricordavano gli antichi.