Paese mio che stai come un vecchio addormentato/Lamezia non vuol essere citta’ e ama la sagra paesana

Un antenato che tornasse con una navicella nel nostro mondo del 2024 non riconoscerebbe nulla di nulla tranne due cose, le scuole con i banchi e le cattedre; e il Giugno nicastrese (la festa di S. Antonio e quella di Pietro e Paolo con le cipolle e i cantanti sul corso). Va bene tutto, la devozione popolare e le processioni, i riti religiosi e la tredicina, ma perche’ la citta’ di Lamezia continua imperterrita con questa sagra paesana simil Platania, Pianopoli e qualsiasi paese calabrese? Perche’ nel 2024 Lamezia si pensa ancora come se fosse quella del 1960? Che e’ un modo come un altro per domandarsi: perche’ Lamezia non vuol diventare mai moderna? E’ una scelta politica, questa, ben precisa.

Ogni sagra paesana (piccolo e’ bello non a caso e’ la cultura leghista) ha caratteristiche ben precise, e’ totalizzante. Prende possesso del piccolo borgo, ne occupa il centro. Nella citta’ invece la festa investe una piccola parte, non puo’ coinvolgere tutta la citta’. Lo stesso carnevale di Venezia occupa il centro storico ma non il Lido e Mestre.

Non intendo orsu’ confondere sacro e profano, mi limito a parlare delle bancarelle degli ambulanti (che pure hanno due giorni a disposizione nella citta’ tutto l’anno) e dei cantanti sul corso Nicotera. Ora, nel 2024, un sindaco di Lamezia a quale sindaco vuole assomigliare? Al sindaco di Verona (cioe’ di una citta’) oppure al sindaco di Pianopoli e Platania (nomi a caso per dire due paesi)? Se organizzasse un torneo di tennis internazionale, sul campo centrale metterebbe gli incontri di cartello o non importa chi ci gioca?

Ma tu allora non vuoi rispettare la tradizione? Non facciamo confusione: la processione, la tredicina sono tradizione, la festa in piazza non te la ordina la tradizione, un sindaco puo’ mettere le luminarie dovunque e cercare di far uscire il popolo all’aperto tutti giorni dell’anno non solo il 13 giugno. E non e’ un imperativo categorico proporsi di affollare i due corsi in giorni precisi, con una intera grande citta’ a disposizione. Quel polmone verde di 250 ettari sopra Caronte che e’ parco Mitoio, per dirne una, e’ uno scandalo da quanti anni venga trascurato.

Ora, qual e’ la differenza oggi tra i fuochi d’artificio che facciamo noi a Lamezia rispetto a quelli di Viareggio (quando chiude il Carnevale)? E’ solo questione di prezzo, di quanto sei disposto a spendere come sindaco. Idem per i cantanti. Con poco puoi prendere Neri per caso e Ron, ma non Tananai, Marco Mengoni o Annalisa. La festa di S. Antonio a Lamezia, intendo dire, e’ identica da tanti anni per motivi oggettivi a quella di un paese qualsiasi o di Sambiase o di S. Eufemia. Si legge:

Il quartierino sambiasino è colorato a festa per San Francesco di Paola, il suo patrono. Le luminarie, le bandierine, le immagini del santo appese ai balconi delle case, si respira insomma quell’aria festosa per rinnovare la propria fede e la propria devozione al santo paolano, molto caro ai sambiasini e non solo a loro.

Oltre al programma religioso, molto nutrito e ricco di spunti per la riflessione personale e di fede, si vivranno anche dei momenti di divertimento e di condivisione con alcuni appuntamenti importanti.

Oltre alla Marcialonga in onore del Santo, la compagnia teatrale “G. Vercillo” che si esibirà sul sagrato della Chiesa Matrice con la commedia “L’amico dei soldi”, fai del denaro il tuo dio e ti tormenterà come il diavolo. Una commedia esilarante in vernacolo lametino, ispirata ad un capolavoro di Peppino De Filippo. Poi il gruppo lametino Radiofreccia Tributeband Ligabue. Eccezionalmente si esibiranno insieme alla band i chitarristi di Ligabue Max Cottafavi e Mel Previte. Sabato 1 giugno, al termine della processione, concerto in piazza 5 Dicembre del cantante Eman”.

Che bisogno c’e’ di fare la festa con i cantanti davanti alla Cattedrale di Nicastro se gia’ ogni quartiere, Fronti, Zangarona, S. Eufemia, Sambiase, ormai si fa la sua festa, com’e’ giusto? Che bisogno c’e’, se non hai piu’ i soldi per un budget importante, se non quello di far dire due parole al presidente del consiglio comunale e all’assessore di turno? Dopo il breve saluto dell’assessore allo spettacolo Luisa Vaccaro e del Presidente del Consiglio comunale Giancarlo Nicotera, è partito il live (il Lametino). Capisco che il bagno di folla piace ai sindaci e ai politici ma non potrebbero ricevere in comune il cantante, offrirgli un rinfresco o la cittadinanza onoraria, parlarci a tu per tu, farsi la foto, metterla al muro come fanno i ristoranti, ed evitare di comparire sul palco come fece  Fausto Leali che il 24 giugno 1965 aprì il concerto dei Beatles, tenutosi al Velodromo Vigorelli di Milano?

Se insomma la differenza tra i cantanti per una festa paesana e quelli per una festa cittadina e’ data oggi dal budget disponibile (e oggi tutti i comuni battono cassa, tranne la fu Cosenza del megalomane Mario Occhiuto per luminarie e cantanti), non sarebbe anche il caso di sapere che il sindaco di Milano Giuseppe Sala non si presenta sul palco ad ogni concerto nel suo territorio? E lo stesso fa Damiano Tommasi, sindaco di Verona, che altrimenti ogni santa sera dell’anno dovrebbe presentarsi all’Arena dove si svolge un concerto o un’opera? Oh, intendiamoci, che Lamezia debba restare un paese dove i soliti noti pagano le tasse comunali e la capacita’ di riscossione non aumenta da quando eravamo con i pantaloni corti 70 anni fa, ai politici piace. Sono solo capaci di dire “abbiamo fatto questo, abbiamo fatto quest’altro” ma tutto deve restare paesano, amano lo statu quo, lo spirito fatalista che si ritrova nei romanzi di Verga. Le opere veriste danno infatti una concezione pessimista della vita di tutti i giorni. Nulla puo’ mai cambiare per davvero e quindi i nostri politici come gli scrittori veristi non devono mai commentare la realtà, ma devono solo limitarsi a descriverla, ad accompagnarla.

Quando si legge su un giornale“Gli appuntamenti della kermesse ‘Lamezia in festa, Città di gusto’ sono stati organizzati dal Comune in occasione dei festeggiamenti dei Patroni di Lamezia Terme e della diocesi, gli apostoli Pietro e Paolo. Rientra nella kermesse anche la tradizionale Fiera della cipolla e dell’aglio in piazza Mazzini”, il lettore, come faceva Celentano cantando Mondo in Mi settima, si ferma e dice “ i giornali esagerano sempre un po’, voglio proprio vedere di che anno e’ questo giornale”. Poi, dopo una pausa, conclude sconsolato,”e’ di oggi”.