Temptation l’Oscar di Maria De Filippi

Nessun rivale tiene testa a Temptation Island, reality di Canale 5 condotto da Filippo Bisciglia col piglio anonimo e solerte del concierge di un tre stelle a Cattolica, nulla di più familiare e rassicurante, che ha appena chiuso la nuova stagione con ascolti record e ormai l’aura del classico televisivo. Cosi’ scrive Stefano Cappellini su Repubblica, un commentatore politico che evidentemente per distrarsi dalle bassezze dei politicanti italiani la sera a casa sceglie l’evasione, ovvero guardarsi una serie tv su alcuni italiani che a giugno vengono ospitati in due villaggi vacanze della Sardegna e ripresi dal buco della serratura. Al cinema solo Virzi’ ha tentato in due occasioni di raccontare le vacanze (Ferie d’agosto e Un altro Ferragosto) dei nostri connazionali, in questo 2024 Maria De Filippi e’ l’unico Autore che ha abbracciato  il neo-neorealismo, aggiornato alla societa’ liquida di un paese allo sbando che non fa piu’ figli, che non produce ricchezza e che non sa piu’ cosa siano istruzione, educazione, cultura perche’ il narcisismo di massa ha azzerato qualsiasi “sacrificio” per conquistare qualcosa.

Chi non conosce MDF, il suo marchio di fabbrica, e dunque vede i suoi prodotti o confondendosi con la massa oppure dall’alto di una superiorita’ morale e civile inventata, non riesce a capire sino in fondo come e perche’ questi prodotti, queste serie tv, sono realizzate. Per esempio, nessuno sa che ciascun partecipante a Tempt porta a casa la bellezza di 2600 euro e si devon accontentare di una vacanza di 21 giorni spesata presso l’Is Morus Relais di Pula in Sardegna. Le coppie partono tutte per il solito “percorso” (viaggio nei sentimenti) come MDF definisce le serie tv che sta girando da anni (e che sono Amici per aspiranti cantanti, Uomini e Donne per attempati e Temptation per coppie in crisi).

Le tre serie di Maria si basano su un casting accurato alla ricerca di aspiranti personaggi. Poi a Raffaella Mennoia, braccio destro e sinistro di Maria, basta una mattinata di colloqui con 20 coppie per fare la scelta definitiva sui prescelti (“Sono coppie come noi, siamo tutti vittime e carnefici” ha sentenziato). Queste coppie di fidanzati vengono traslocati in due villaggi e sottoposti alle tentazioni di single maschi o femmine. Tutto viene spiato da telecamere bene in vista e documentato. Il racconto oltre al casting ha bisogno di altri due artisti che coadiuvano la Mennoia, il direttore del montaggio e il dj che sceglie le canzoni a commento. Due tecnici essenziali per la confezione della serie, per esempio la canzone “Solo noi” hit di Toto Cutugno di Sanremo 1980 commenta ormai da decenni ogni momento in cui una coppia di fidanzati, magari dopo un falo’ di confronto, si ri-trova e si abbraccia.

Casting montaggio e musica sono i tre ingredienti di una serie che racconta il sesso e l’italianita’ nascondendo accuratamente sempre che lavoro eventualmente fanno nella vita i fidanzati.

Quello che nessun critico dei programmi di MDF (ammiratori estasiati o apocalittici) mette mai in risalto e’ appunto la ostinata segretezza sulla ‘socialita’” dei partecipanti. Ognuno di noi puo’ avere un  carattere e un’ indole, pregi e difetti, ma cio’ che ci caratterizza veramente e’ il nostro essere sociale, vale a dire il lavoro che facciamo per mantenerci e sopravvivere. Uno puo’ anche essere un playboy o una seduttrice ma come vive, con quali risorse fa il playboy? E’ ricco di famiglia, e’ un truffatore seriale, o un mantenuto dalla moglie ricca? E la seduttrice come vive, e’ impiegata al catasto, si fa mantenere dai genitori devoti, o fa marchette ogni settimana? Nei percorsi nei sentimenti di MDF non a caso non viene esplicitato mai il dettaglio piu’ importante di tutti, o meglio, esso si scopre progressivamente attraverso le indagini dei social che ad un certo punto scoprono gli altarini nascosti di tutti. Non posso farla lunga ma basti sapere che grandi seduttori napoletani di Uomini e Donne si e’ scoperto fossero foraggiati da ristoranti o da produttori di mozzarelle in cambio della pubblicita’ occulta che ricevevano per ogni visita del seduttore in compagnia o per le mozzarelle che egli regalava ad ogni sua conquista. In ogni modo la speranza evidente di ogni partecipante e’ quella comune ad ogni attore. Uno recita in un film per vincere l’Oscar? Forse, ma la prima cosa a cui ambisce e’ quella di essere chiamato per girare un altro film. Il giro di MDF fatto di cantanti, partecipanti, attori, si autoalimenta cosi’ e Raffaella Mennoia o Tina Cipollari  hanno solo cambiato funzione, cominciano da burattini e diventano burattinai. Dentro la galassia narrativa di MDF (e della sua Fascino, cosi’ ha chiamato la sua casa di produzione) come si scrive la serie, chi formula la sceneggiatura se abbiamo detto che e’ un Truman show ambientato in Sardegna?

Facciamo alcuni esempi narrativi tratti da Temptation finita ieri 25 luglio 2024.

«Sono qui per capire chi è il vero me»; «Piango perché ho sempre avuto ragione su di lui», si dispera la fidanzata Martina parlando del possessivo Raul; il dongiovannismo strapaesano (“A me piace la fica e questo e’“; «Io vivo le mie sensazioni, che ci posso fare se sento tre sensazioni?», dice Lino, il villain di questa edizione, e ogni sensazione sta per una femmina diversa), «Lei non conosce il mio Mister Hyde», dice Tony e quando la sua Jenny vede il video resta spiazzata: «Ma qualcuno vuol dirmi chi è ‘sto Mister Hyde?». Sempre Lino: ” Posso difenderla da tutto e tutti, ma non posso difenderla da me, lo so questo“; «Pigliatill’ a Totò», dice Alessia a Lino ravvisando una somiglianza dell’ovale della tentatrice Maika con quello del principe de Curtis.

Ecco, chi scrive queste frasi, che si interpongono in riprese insistite di mani che toccano, o che lisciano, di corpi che si avvicinano, di sguardi, di tette, culi, bikini, bicipiti, gambe che si intersecano su un lettino da mare, labbra a canotto che sfiorano la pelle, gambette esili che finiscono in seni prorompenti, tatuaggi che coprono i corpi e chirurgia estetica che copre ogni difetto immaginato? Chi scrive queste frasi? Nessuno, si scrivono da sole perche’ ormai viviamo nel mondo di “uno vale uno” che ha cancellato Zavattini e Age e Scarpelli, Benvenuti e De Bernardi, Castellano e Pipolo, Amurri e Verde. Il meccanismo va spiegato perche’ delle 7 coppie sei o cinque sono autentiche e una o due recitano un preciso copione e sono create dalla Mennoia (la quale intendiamoci lo fa per necessita’, se ne trova 7 autentiche si evita il fastidio}. Niente di nuovo per chi segue la tv, e’ il meccanismo di Scherzi a parte o Forum, la produzione deve risparmiare tempo e risorse e quindi e’ piu’ facile, comodo e sbrigativo organizzare uno scherzo con Formigoni che recita e finge di essere vittima di uno scherzo piuttosto che creare occasioni e gag a tavolino con tutti gli imprevisti delle riprese. I 13 tentatori o tentatrici a loro volta vengono addestrati e contrattualizzati per cui alla base dei percorsi nei sentimenti di MDF non c’e’ affatto (come qualcuno crede) il Nanny Loy di Specchio segreto, ma il cinema di Eric Romher (Dio mi perdoni) quando riusciva a cogliere la spontaneita’ dei suoi giovani in dialoghi cosi’ naturali e vivi da sembrare finti. La tv di MDF per chi la conosce davvero e’ il regno del verosimile, un impasto di vero e finto, di reality e finzione che confonde lo spettatore sino a convincerlo che sta osservando persone vere invece di attori. Cappellini giustamente scrive che ” Temptation è da anni un formidabile affaccio sul Paese reale. Inutile chiedersi se le coppie recitino a soggetto o semplicemente sappiano che cosa ci si aspetta da loro, decisamente più probabile la seconda, in ogni caso flirt, ammiccamenti, carezze proibite avvinghiano milioni di spettatori al video risparmiando loro la fatica di aguzzare l’udito per captare i pettegolezzi dall’ombrellone dei vicini”.

Gli italiani siamo in fondo tanti Pierini guardoni di Gloria Guida in quei film anni settanta, ammalati di sesso e pornografia con il sottofondo musicale di mandolini, buoni sentimenti e il melodramma che ci culla dal cinque-seicento. Il cinema di MDF e’ l’esatto contrario dei “musicarelli” anni Sessanta con Al Bano, Romina, Bobby Solo, Gianni Morandi e Laura Efrikian. Quel nostro periodo cinematografico  dei “poveri ma belli” (Marisa Alassio e  Maurizio Arena) paragonato alle serie tv di MDF ci appare pulito e fragrante come il pane appena sfornato, lontanissimo dalla volgarita’ e dalla violenza della pornografia dei sentimenti che e’ il vero unico marchio di fabbrica della Fascino di De Filippi. Con l’avvertenza che la domanda crea l’offerta, e quindi se c’e’ qualcuno che desidera qualcosa, qualunque sia, dalla piu’ sporca alla piu’ terribile, c’e’ qualcuno che la fornisce. Dunque, senza trucchi ne’ inganni, a carte scoperte, come Berlusconi capi’ che gli italiani vogliono vivere in paese di Bengodi, come Grillo capi’ che vogliamo tutti vivere agratis o “graduidamende” come diceva il suo  attendente del Kaiser, allo stesso modo Maria fornisce in tv le storie che riuniscono intorno al desco la sgangherata new family italiana. In fondo chi riesce ad inventare l’acqua calda e’ giusto che diventi ricco nel terzo secolo, a dispetto di tutti quelli che analizzano ogni giorno le mosse di Putin, quelle di Trump e si disperano per il riscaldamento globale come la Lisa dei Simpson. La commedia umana che va in scena nel villaggetto delle attrazioni mi fa desiderare (parlo solo per me) che i grandi della terra dopo essersi visionati nel pinnettu, o come si chiama quel posto in cui al fidanzato viene fatto visionare cosa fa la fidanzata a sua insaputa (Italia e’ o non e’ paese di spioni e maldicenti?), possano trovare in un falo’ di confronto la forza di uscire insieme dalle nostre vite. Non credete che sia proprio questa l’unica ricetta che sanno proporre i pacifinti nostrani?

Nel 1964 l’unico regista italiano che per davvero ha fatto per tutta la vita dei film sui sentimenti degli italiani, Ettore Scola, in “Se permettete parliamo di donne” invento’ un film a episodi che nessun sceneggiatore italiano e’ piu’ in grado di elaborare oggi. C’era, vado a mente, una facoltosa signora annoiata (Eleonora Rossi Drago) che faceva salire a casa e seduceva uno zotico rigattiere (Gassman), che poi si lamentava per non avere trovato nessuna anticaglia da portare via per poter rivenderla. Oppure c’era la moglie di un carcerato che fa ottenere una licenza premio al marito (sempre Gassman) per poter averci un rapporto coniugale, in maniera tale da potergli poi attribuire il figlio che porta in grembo. Le corna, la seduzione, le tentazioni, il sesso come unico collante di un paese ricurvo sulle sue ossessioni. Non essendoci piu’ un altro Scola, non vi resta che Maria De Filippi, intellettuale disorganico dei percorsi per tatuati e labbraacanotto. La filosofia se-stessista italiana, come la chiama Cappellini, ha bisogno di un divulgatore all’altezza, altro che Alberto Angela con i suoi monumenti. Chi prende un pennarello nero e  disegna un cuore con due iniziali e la scritta “ti amo” su un muro di Ponte Vecchio (29/3/22) e’ l’italiano vero e qualcuno deve pur illustrarcelo.