Dal 2018 Gianvito Casadonte (di Montepaone, CZ) ha firmato la direzione del Taormina Film Festival che tra i Festival cinematografici, non fosse altro per le location che puo’ mettere in campo, e’ uno dei piu’ importanti. Casadonte e’ anche Sovrintendente del Teatro Politeama di Catanzaro, intitolato a Mario Foglietti, è critico cinematografico, direttore del Premio Rotella alla Biennale di Venezia, nonché anima centrale del Magna Graecia Film Festival giunto nel 2024 alla sua 21^ edizione ospitando Kevin Costner, Michele Platini e Tim Robbins.
Il MGFF (il festival Magna Graecia) riservato alle opere prime e seconde è una sua invenzione che è cresciuta nel tempo (partendo da Soverato) fino a far diventare il capoluogo regionale un punto di riferimento fondamentale per il cinema di tutto il mondo anche grazie all’apporto fondamentale di Silvia Bizio (1950), giornalista, scrittrice, produttrice, corrispondente di cinema da Los Angeles per La Repubblica e l’Espresso dal 1986, membro della Hollywood Foreign Press Association. A Taormina alla direzione artistica di Casadonte & Bizio quest’anno e’ subentrato Marco Müller, che ha dunque curato la 70ª edizione.
Produttore, studioso, docente di cinema e da più di 40 anni fabbricante di festival, Marco Müller ha guidato fra gli altri la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, i festival di Locarno e Rotterdam, la Mostra di Venezia, il festival del Cinema di Roma. Nel suo impegno al Taormina Film Fest, Müller si e’ avvalso di un prestigioso comitato di selezione, composto da Sandra Hebron, Enrico Magrelli, Carmelo Marabello, Édouard Waintrop, oltre a Joumane Chahine come consulente per le relazioni internazionali.
Quello che vorremmo fare ora e’ un semplice confronto tra i film presentati al Taormina Film Festival 2024 dal 12 al 19 luglio e l’edizione 2024 del Magna Grecia Festival di Catanzaro.
Il Taormina Film Festival e’ cominciato venerdì 12 luglio con un evento speciale dei Nastri d’Argento per celebrare il 70° anniversario con un omaggio alla commedia italiana: tra i grandi protagonisti Christian De Sica e Carlo Verdone. Come ospiti internazionali sono venuti Sharon Stone, Bella Thorne, Rebecca De Mornay, solo per citare alcuni nomi. Nicolas Cage ha dato forfait all’ultimo momento.
Il cuore del Taormina Film Festival è il Gala che ospita 7 titoli tutte le sere al Teatro Antico, fra cui 4 prime mondiali e un’attenzione particolare al giovane cinema con opere prime e seconde. Tra i film presentati quest’anno ricordiamo l’horror statunitense Saint Clare di Mitzi Peirone con Bella Thorne, Rebecca DeMornay e Ryan Philippe. Il Giudice e il boss è invece il film che il regista di Placido Rizzotto, Pasquale Scimeca, ha dedicato alla memoria di un eroe dell’antimafia come Cesare Terranova.
Ancora, c’e’ stato il travolgente action movie Twisters di Lee Isaac Chung e poi il thriller-psicologico The Surfer di Lorcan Finnegan con Nicolas Cage. Al Teatro antico di Taormina tre serate sono state poi dedicate al “cinema dei sentimenti”, inaugurate dal film Touch, diretto dal celebre regista Baltasar Kormákur e interpretato dalla gettonatissima modella e cantante giapponese Kôki. L’Italia e’ stata rappresentata da Finché notte non ci separi di Riccardo Antonaroli, interpretato da Pilar Fogliati, Filippo Scicchitano, Valeria Bilello.
Una delle due rom-com non ortodosse italiane proiettate per il Taormina Film Festival 2024 è stata L’invenzione di noi due di Corrado Ceron con Lino Guanciale, Silvia D’Amico e Paolo Rossi. Molto attesa per la sezione Focus Internazionale era la prima di From Ground Zero, il film collettivo coordinato da Rashid Masharawi che presenta il “racconto di storie non raccontate” firmate da 22 giovani cineasti palestinesi che hanno filmato la vita quotidiana a Gaza. Il maestro del cinema israeliano Amos Gitai e’ tornato a Taormina con Shikun, compendio del suo cinema e della sua visione delle contraddizioni del paese, mentre in To A Land Unknown, Mahdi Fleifel ha scavato nel mondo degli immigrati arabi clandestini nei paesi della UE. A impreziosire il Taormina Film Festival 70, lo strepitoso imperdibile monologo interpretato da Toni Servillo dall’opera seconda di Mario Martone, il mediometraggio Rasoi, e il restauro in 4K di Picnic at Hanging Rock, il capolavoro che impose ormai quasi 50 anni fa proprio a Taormina il regista australiano Peter Weir.
Ampio spazio ha avuto la serialità più recente made in Sicily attraverso i momenti più significativi, a partire da L’arte della gioia di Valeria Golino con Tecla Insolia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi ; Vanina – Un vicequestore a Catania di Davide Marengo con Giusy Buscemi; i primi episodi, diretti da Piero Messina, de L’ora – Inchiostro contro piombo; e la Sicilia apocalittica di Anna di Niccolò Ammaniti. Infine, per concludere, alcune anteprime come Quir di Nicola Bellucci, La bocca dell’anima di Giuseppe Carleo, Tre regole infallibili di Marco Gianfreda, Pietra madre di Daniele Greco e Mauro Maugeri e Il ladro di stelle cadenti di Francisco Saia. Anche autori consacrati siciliani hanno voluto aprirsi a nuovi esperimenti, come l’interpretazione free-jazz di Tony Sperandeo nel nuovo film di Aurelio Grimaldi, La rieducazione, un’altra prima mondiale.
Il Magna Grecia di Catanzaro oltre Silvia Bizio ha trovato nel bravissimo catanzarese Antonio Capellupo il critico che seleziona, dialoga con gli ospiti ed e’ la mente delle rassegne che sono quattro: Opere prime e seconde italiane (quest’anno Claudio Bisio, Francesco Frangipane, Gianluca Santoni, Michele Riondino, Brando De Sica, Michela Giraud (presiede la giuria Michele Alhaique); opere prime e seconde internazionali (Estibaliz Urresola Solaguren, Jean-Baptiste Durand, Alec Tibaldi, Lay Jin Ong, Amjad Al Rasheed (Cinzia TH Torrini presiede la giuria); opere prime e seconde documentari, con Mimmo Calopresti (Presidente); Sguardi di Calabria ( Cristina Mantis, Mimmo Calopresti, Domenico Pisani). Poi infine, presentazione di libri, conversazioni, momenti musicali, eventi speciali.
Da questo confronto ognuno puo’ farsi una propria idea sul valore delle due rassegne “cinematografiche”. Quel che posso aggiungere a livello personale e’ il considerare come il Magna Grecia sia diventato troppo contenitore di spot/messaggi e politici: dal duo che cacciano i soldi, il governatore calabrese che alla Cittadella riceve ospiti e si presenta sul palco (non avviene in nessuna Mostra del mondo) al sindaco di Catanzaro che fa la parte del leone sovrasponendosi nelle comparsate (a Venezia non ho mai visto comparire il sindaco della citta’ del tempo), giu’ giu’ sino all’assessore regionale all’Agricoltura Gallo, recordman di preferenze, che pubblicizza i prodotti tipici calabresi. Insopportabile infine il sovraccarico di qualsivoglia campagna (dalla violenza sulle donne all’inclusione alla formazione professionale al clima a tutto il politicamente corretto che trovasi in giro) che viene ospitata sul palco dell’Arena Porto ogni sera. L’impressione e’ quindi che si tenta di far coesistere il cinema con la sagra paesana, Gerry Cala’ (che nessuna mostra cinematografica seria si sognerebbe mai di invitare) con Kevin Costner. La presenza nel 2024 di un presentatore come Marco Maccarini (vi starete chiedendo: e chi e’?) persuaso ogni sera di dover fare l’animatore di un villaggio vacanze, e’ infine la goccia che puo’ rendere tutto indigesto al pubblico intervenuto sud/diviso nell’Arena Porto tra vip (avanti avanti) e non vip, tra accreditati e non. Le sedie di plastica per i non accreditati avendo la spalliera elastica rendono impossibile star seduti per ascoltare l’ora di Maccarini & friends, figuriamoci vedersi pure il film della serata. Ma dopo 20 anni se nessuno si e’ mai lamentato vuol dire che va bene cosi’.