Il poker tra Chiesa e la Juve

Su Federico Chiesa, escluso dai convocati per l’amichevole di ieri sera contro il Brest, la Juventus gioca una partita importantissima, la più delicata di tutta questa sessione di mercato. In particolare, per il Football Director Cristiano Giuntoli e per l’allenatore Thiago Motta, l’ormai conclamato ‘caso Chiesa’ diventa un bel banco di prova, per credibilità e autorevolezza. Con tutti i rischi annessi e connessi.

Perché lo strappo non lascia molti margini di manovra: l’attaccante, classe 1997 e in scadenza di contratto a giugno 2025, ora ha 28 giorni di tempo per trovare una soluzione in uscita gradita a lui e al club. Altrimenti si arriverà a un anno di convivenza da separati in casa, con l’addio a parametro zero fra un anno, la soluzione che la Juve vuole assolutamente scongiurare.

Conto alla rovescia quindi, nato da una decisione che la dirigenza bianconera ha maturato dall’inizio del 2024, quando ha scelto di puntare a occhi chiusi su Yildiz e di fare a meno di Chiesa.
Nel 4-2-3-1 del tecnico italo-brasiliano c’è spazio per Yildiz (Thiago: “Può giocare in qualsiasi posizione dell’attacco”) e non per Chiesa.

Lo scenario più allettante per Chiesa è ciò che il club vuole evitare a tutti i costi. Ossia: perderlo a zero, magari in direzione Inter. Chiesa finora ha ricevuto proposte dalla Roma (prima che i giallorossi si fiondassero, con successo, su Soulé) e dal Napoli (per un eventuale scambio con Raspadori, rimasto sulla carta) e ha aspettato invano che arrivassero proposte valide dalla Premier. Il prezzo fissato dalla Juventus è di 20-25 milioni, mentre Chiesa ne chiede almeno 6 a stagione di ingaggio. Perdere Chiesa per la Juve, anche a zero, significa risparmiare sul conto economico ben 23 milioni.

Ora, se le cose stanno cosi’, chi rischia di piu’ in questo braccio di ferro? Vediamo di esaminare tutte le ipotesi. La Juve rischia, se manda in tribuna Chiesa tutto l’anno, non solo di perderlo a zero alla scadenza ma anche di non utilizzare una risorsa a bilancio. Ma anche Chiesa se mette alle strette la Juve (e non si cerca una squadra subito) rischia in ogni caso: A) se non gioca per un intero anno, come se fosse squalificato, come puo’ pretendere da altri club i 6 milioni annui che sta chiedendo alla Juve? Sulla fiducia? B) Se la Juve invece lo fa giocare regolarmente pur con contratto a scadenza sono a suo rischio eventuali infortuni e eventuale rendimento che non giustifichi la richiesta di un aumento dell’ingaggio, ormai a 5 milioni gia’ abbastanza alto.

Cosa voglio dire con queste ipotesi? Che e’ una partita a poker al buio e sia a Chiesa che alla Juve conviene dividersi subito. Magari scambiando chiesa con Frattesi dell’Inter. Conviene a Giuntoli, al quale nessuno si e’ presentato finora per prenderselo anche se lo regalasse, ma conviene anche a Chiesa che non deve perdere un minuto in piu’ per trovarsi una squadra. La Roma gli ha dimostrato che tirando la corda uno si scoccia e vira su un altro (Soule’). Giocare nella Juve poi per lui, che vuole aumentare il suo ingaggio gia’ abbastanza alto, e sapendo che Motta non lo vede nel suo gioco, e’ in ogni caso un rischio che non gli conviene affrontare. Stare fermo un anno poi per qualsiasi calciatore di livello, e’ una jattura, non prendiamoci in giro.

Naturalmente tutti i nemici della Juve tifano per Chiesa e gli danno pure cattivi consigli. Noi che non dipendiamo da nessuno consigliamo di dividersi con reciproca soddisfazione. Come si fa da persone ragionevoli.