Macron e la nostra Consulta con faziosi al seguito

(11/5/2017) “Nè è colpa della Consulta se l’Italicum viola in più punti i principi della Costituzione” scrive Antonio Polito, sul Corsera. Ma davvero?

Non è tutto oro colato quel che ha scritto la Consulta sull’Italicum e adesso che ha vinto Macron in Francia al doppio turno qualcuno non tifoso dovrebbe capire la questione. Certo, la premessa di tutto è che noi  italiani siamo Speciali e gli altri non capiscono niente. I nostri Sacri Custodi della Democrazia “all’italiana” morto Umberto Eco non sono sottoponibili a prove logiche.

Il ballottaggio secondo i Nostri Custodi e i loro fedeli faziosi, ha il difetto, lo spiega bene solo Roberto D’Alimonte (l’unico che di leggi elettorali sa di cosa parla), di violare il principio di uguaglianza del voto. Prendiamo Macron, ma se al posto di Macron mettiamo una “lista” il discorso non cambia. Nel I turno è stato votato da 1 francese su 4 dei votanti (8.656.346), nel secondo ha vinto votato da 20.753.798 (il 66%). Il ballottaggio  ha trasformato un consenso limitato, il 18,2%, in una maggioranza.

Secondo i nostri Custodi, soltanto la prima preferenza è vera, la seconda non conta. Cioè se io voto Tizio al 1° turno, la preferenza è vera, se al secondo turno voto Caio, il MIO VOTO non vale nulla, è falso. Io non lo capirò mai questo concetto, ma perchè?  La prima corrisponde all’uguaglianza del voto in entrata (una persona-un voto) e va bene. Ma il secondo turno, secondo i Nostri, viola la cd uguaglianza in uscita.

Capitemi: IO voto a distanza di 15 giorni 2 volte, ma i Sacri scrivono che il mio voto vero è solo il primo. Come se il secondo l’avesse dato la mia controfigura. E’ come se a Miss Italia, dove uno vota da casa quante volte vuole, per chi vuole, si dicesse che puoi votare solo una volta.

Le seconde preferenze secondo i Sacri sarebbero quindi un artifizio che violerebbe il principio dell’uguaglianza del voto. Così, con questo artifizio, i francesi e altri popoli conquistano la stabilità per 5 anni; noi invece che siamo speciali e dobbiamo insegnare ai francesi i principi della rivoluzione francese, ci teniamo l’instabilità e l’incertezza politica. E i diritti di veto che tanto piacciono ai cespugli. Secondo i Sacri Custodi l’unica democrazia resta quella che abbiamo conosciuto. Si fanno le elezioni e poi per mesi e mesi si fanno i tentativi per formare un governo. Chi ha vinto le elezioni? Tutti, ecco la democrazia proporzionale, quella che fa vincere tutti anche quelli che hanno perso.

Nella loro sentenza del gennaio 2017 i giudici costituzionali italiani sono stati chiarissimi. Ci hanno detto che «ogni sistema elettorale, se pure deve favorire la formazione di un governo stabile, non può che essere primariamente destinato ad assicurare il valore costituzionale della rappresentatività». Il ballottaggio dell’Italicum viola questo principio. Eppure nella stessa sentenza hanno fatto riferimento alla Francia, senza citarla, come a un caso di ballottaggio legittimo.

Vediamo cosa è successo in Francia. Dopo aver eletto un presidente della repubblica con il 24 % dei voti, hanno dato a un unico partito che ha ottenuto il 28,2 % dei voti al primo turno una maggioranza assoluta pari al 53,4% dei seggi. Se al partito di Macron aggiungiamo il suo alleato MoDem i numeri sono questi: 32,3 % dei voti al primo turno, 350 seggi totali, il 60,7%. La disproporzionalità di cui la coalizione di Macron ha beneficiato rappresenta un premio di 28,4 punti percentuali, che è la differenza tra percentuale di voti presi e percentuale di seggi ottenuti. Il Front National con il 13,2% dei voti ha ottenuto 8 seggi, cioè l’1,4 %, e non potrà fare un gruppo parlamentare. La sinistra di Melenchon con l’11% dei voti ha preso 17 seggi , il 2,8%. I Verdi con il 4,3% dei voti, un solo seggio.

Si può giudicare una tale distorsione della rappresentanza rispettosa dei principi costituzionali di rappresentatività e di uguaglianza del voto ? Tanto più che si è realizzata con una astensione record che è stata del 51% al primo turno e del 57% al secondo. Lo chiediamo ai giudici della Consulta che hanno bocciato il ballottaggio dell’Italicum, proprio applicando quei principi, e a tutti quei politici, costituzionalisti e giornalisti che ne hanno preparato e applaudito la decisione.

Ebbene davanti a un esito come quello verificatosi ora a Parigi (ma non è il solo nella storia della Quinta Repubblica) si può affermare che il sistema francese assicuri il valore costituzionale della rappresentatività? No di certo. L’assemblea nazionale francese è incostituzionale secondo i criteri della nostra Consulta. A meno di non voler far credere che il valore “primario” della rappresentatività e della uguaglianza del voto si applichi ai modelli di governo parlamentari, ma non a quelli semi-presidenziali.