(17/10/19) Ha scritto oggi Aldo Grasso sul duello televisivo tra Renzi e Salvini che la politica non c’entra, “poteva essere uno scontro tra Amadeus e Carlo Conti per capire chi dei due fosse più affascinante e popolare. Era un dibattito personale tra due leader, uno show abbastanza indifferente alla situazione politica attuale“. E’ lo stesso concetto che ho adoperato commentando il 7 ottobre le elezioni comunali a Lamezia (“Persone altro che Ditte: la politica non si basa più su idee ma su persone). Stamane l’avv. Rosario Piccioni ha infatti dichiarato:
“Non ho mai detto no a Morano e Guarascio. Ma a un metodo di concepire la politica. Non sono stato io, quindi, a dire no al Pd, ma è stato questo partito a non prendere in considerazione l’ipotesi di dire sì a Piccioni. Comunque – conclude Piccioni – in caso di ballottaggio, le porte sono chiuse per tutti”. Uno legge e capisce dunque, se le parole hanno un senso, che Piccioni ha contestato il metodo politico del pd: non prendevano in considerazione il suo nome. Insomma: why not? Perchè non prendete in considerazione il mio nome? Vengo anch’io? No, tu no: questa è diventata la politica in Italia, non dal 2019 con Salvini, ma dal 26 gennaio 1994, data della discesa in campo di Berlusconi. Sono ormai 25 anni tondi che la politica italiana non presenta più partiti o movimenti “ideologici” bensì partiti costruiti su “base personale”. Leggete su questo blog l’articolo di Ricolfi che spiega le 10 forze politiche italiane di sinistra. Dunque, tutti quelli (evito il lungo elenco) che se la sono presa e se la prendono con Renzi come se fosse stato il primo a trasformare la sinistra nel “PdR”, il partito di Renzi, contrapponendogli il “noi”, la “Ditta”, oggi hanno preso atto che, piaccia o no, i vecchi partiti non torneranno più.
Ci dispiace, ne siamo addolorati, ma non esiste la macchina del tempo per tornare indietro: non si può passare la vita a rimpiangere la penna maledicendo “word”. Lo stesso M5S, pur nato da una sola persona, il comico, oggi è drammaticamente diviso in 2 (Grillo e Casaleggio), il che spiega l’instabilità politica attuale, esattamente identica a quella del governo giallo-verde Di Maio-Salvini, essendo Di Maio (Casaleggio) contro Conte (Grillo) contro Franceschini contro Renzi contro Bersani.
Anche a Lamezia abbiamo nella competizione elettorale il partito di Piccioni contro quello di Guarascio, contro quello di Pegna, Mascaro Cristiano e Zizza. L’unico augurio che posso fare a Piccioni e Guarascio è quello di arrivare entrambi al ballottaggio. Ripensando oggi a Tommaso Sonni che riuscì ad arrivare al ballottaggio con Mascaro e prese il 40% nel 2015, vi giuro che col senno di poi lo considero un miracolo. Avremo sbagliato moltissimo, Tommaso e i suoi sostenitori, ma sono convinto che in tutti questi anni non ci siamo del tutto resi conto di aver fatto tutto quello che potevamo, in questa epoca dei partiti personali e nel contesto “strutturale” economico di Lamezia-San Luca (se non capite l’accostamento, dovete visitare San Luca). PS: intendiamoci, io non sono nessuno, ma questo mio articolo è del 17 ottobre; andate a leggere cosa pensa dei “partiti” Sabino Cassese (La decadenza ignorata e il vuoto di idee dei partiti) sul Corsera del 23/10/2019.