Classifica personale dei quotidiani

Corriere della Sera – Annovera alcune firme imperdibili, da Gian Antonio Stella a Fubini, Pigi Battista, Bianconi, Sarzanini, Meli, Polito, Imarisio. Ha perso Sergio Rizzo ed è un guaio. Aldo Grasso ha una lucidità eccezionale di analisi del rapporto media-società. Opinionisti da top, Panebianco, Galli della Loggia, Giavazzi, Salvati. Antonio d’Orrico, cosentino, è il critico letterario pop. 7 affidato a Severgnini è a rischio, il nuovo direttore parla solo di se stesso, aumentando un egocentrismo borderline e infatti adesso ha pure la barba. Voto 9 (popolare), inguardabili le pagine sportive appaltate a ultras interisti (sic transit…)

La Repubblica– La riforma-Calabresi/Massimo Russo è partita: notizie sul sito e approfondimenti sul giornale con il nuovo carattere più grande Eugenio facendo de L’Espresso una sorta di supplemento. Tornare da dove si era partiti, sconfessando Ezio Mauro, troppo legato alla tradizione e ben presto stufo di Renzi. Dal 1976 in poi Scalfari era riuscito a traghettare il Pci antisistema verso il governo così da trasformarsi in sinistra laica e riformista; nel 2017 uno Scalfari con trent’anni in meno si sarebbe intestato la vittoria del Si al referendum e completato la modernizzazione del paese. Invece Ezio Mauro ne ha fatto un giornale conservatore con opinionisti tutti schierati sul clichè “la governabilità non ci interessa”. Le new entry come De Feo, Rizzo, Cerno, (ma sono legato a Carlo Bonini, Attilio Bolzoni, Natalia Aspesi, e al nostro Tommaso Ciriaco) riusciranno ad innovare un giornale che ha perso troppo presto Giuseppe D’Avanzo? Il Corriere è ormai irraggiungibile per le copie, il Venerdì  ha segnato la strada. Voto 7 (nostalgico)

Il Sole24 ore- il supplemento culturale domenicale curato da Armando Massarenti è quanto di meglio si possa rinvenire nel panorama editoriale; una redazione superlativa, da Plateroti a Christian Rocca; la Calabria è coperta da Roberto Galullo e Giuseppe Chiellino, le analisi economiche sono puntuali e autorevoli, gli opinionisti di grande valore, il fuoriclasse è Sergio Fabbrini, poi Enrico De Mita, Quadrio Curzio, Cerretelli, Fabrizio Galimberti, Dino Pesole. La nota politica di Lina Palmerini fa sembrare i commenti di Massimo Franco (Corsera) e Stefano Folli (Repubblica) due cosucce per ragazzini; c’era un altro fuoriclasse, Fabrizio Forquet, scomparso nel 2016 a 49 anni, ma è insostituibile. I danni combinati dal direttore Napolitano ci vorranno anni per rimediarli. Voto: 8 (target professionisti e intellettuali).

La Stampa- il miglior quotidiano italiano, per me, ha il sapore sabaudo, per essenzialità, misura, approfondimento. Geremicca è il notista politico n. 1 in Italia, Francesco Bei, Mattia Feltri, Marcello Sorgi, Alberto Mingardi, Marco Ansaldo, Fulvia Caprara, Mario Deaglio sono imperdibili. Non a caso questo giornale svezza giornalisti che poi vanno in squadre più grandi (Mieli, Ronchey, Mauro, Calabresi, Cazzullo, Battista, Gramellini). Il direttore Molinari è il meno provinciale dei direttori, ha perso il condirettore Massimo Russo che aveva fatto la fortuna di Calabresi. Nel sito del giornale abbondano foto di gatti e cani. Il regno degli animalisti. Voto 10 (completo)

Il Foglio: ormai affidato dal 2015 a Claudio Cerasa, palermitano del 1982, è un piccolo esperimento in corso, il tentativo di parlare a gente che non ne può più del giochetto destra-sinistra. Cerasa è onesto, serio, l’unico direttore italiano che risponde ad un lettore se riceve una mail di apprezzamento. Provare per credere. Voto 8 (piccolo vascello)

Il Manifesto: da sempre un secondo giornale dove guardarsi allo specchio, prescindendo dai fatti. L’ideologia che non muore mai. E’ finito nelle mani di Norma Rangeri (1951), specializzata in critica televisiva, e Tommaso di Francesco, poeta, non ha mercato perché l’estrema sinistra è stata spazzata via dai grillini, di conseguenza le opinioni economiche ospitate sul giornale sono pienamente condivise dall’estrema destra. Ma questi ultimi non lo sanno perché è notorio che non leggano i quotidiani. Voto: 5 (10 per i sentimenti, 0 per i contenuti, media 5)

Il Fatto Quotidiano: Fatto ad immagine e somiglianza di Marco Travaglio, ha riunito giornalisti “scontenti” provenienti da Repubblica e l’Espresso, e capito, al contrario del Manifesto, che Grillo & Casaleggio sono i pifferai magici degli incazzati della Terza Repubblica, abbindolati attraverso complottismo e dietrologie. Il marchio viene propagandato attraverso una presenza ossessiva sulle tv dei volti noti (Travaglio,Gomez, Padellaro, Feltri, e il più antipatico telegiornalista italiano dagli anni cinquanta in poi, Andrea Scanzi). A futura memoria ha arruolato anche Selvaggia Lucarelli. Renzi ha preso il posto di  Berlusconi come bersaglio delle freccette. Voto: 0 ( Casaleggio Associati, altro che algoritmo del Miur)

Gazzetta del Sud: paradossalmente è la parte nazionale quella migliore, perchè concisa, piena di cronaca. La parte “locale” è polverizzata da sempre in migliaia di feudi senza controllo di corrispondenti, i quali rispondono agli amici. Il loro lavoro consiste pertanto nel pubblicare comunicati e ciò che capiscono nelle conferenze stampa delle Autorità.

Voto 3 (l’informazione nazionale non vale il prezzo di vendita)