LA POLITICA E’ SPETTACOLO BEN PRIMA DI TRUMP

Lo slogan femminista degli anni settanta “il personale è politico” oggi può essere tranquillamente rovesciato in “la politica è personale”. La politica italiana, l’ho scritto tante volte e quindi mi ripeto, è stata il teatrino dei partiti, ma dagli anni settanta mi convinsi che per capire dovevo tenere d’occhio non i partiti (entità astratte) ma i politici (gli attori) come se leggessi un libro giallo. Il colpevole non è sempre quello scontato o il maggiordomo, bensì occorre focalizzare le trame. Quando, per es., ho compreso che il socialista Mancini era sodale di Andreotti, seguivo agevolmente le loro mosse concordate anche se in apparenza giocavano a fare i nemici. Oggi, scomparsi i partiti, potete seguire agevolmente la faida Di Maio (Casaleggio) vs Grillo e capire davvero cosa succede al governo senza però ragionare con le vecchie categorie destra/sinistra che lasciano il tempo che trovano. Voglio dire, è vero che Grillo preferisce il pd alla Lega (mentre Zapata Di Battista è ancora orfano di Salvini come un Paragone qualsiasi) ma questo non significa che Grillo sia di sinistra come un Fico qualsiasi. Se Di Maio è amico di Di Battista ecco spiegata la sua linea politica, vuol tornare con la Lega. Prendiamo Travaglio, house organ dei 5stelle. E’ chiaro che sta con Grillo ma i motivi non sono “pubblici” o “politici”, bensì “privati”. Consiglio a tutti per capire la politica italiana di scoprire i legami tra le persone (spesso liquidati come trasformismo). Il nostro carattere nazionale, nonostante guelfi e ghibellini, fascisti e comunisti, si è sviluppato tutto sui legami personali. La massoneria e le associazioni segrete, la mafia e le associazioni criminali, se ci pensate, sfruttano da sempre questo nostro carattere dove i termini “amico” , “princìpi”, “valori”, hanno perso il significato originario. La politica in realtà non ha nulla di diverso dal mondo dell’informazione e dello spettacolo, dove, da sempre, le carriere si sono costruite sul divano del produttore. Si pensi a due attrici bravissime e bellissime, la Loren e la Cardinale. Il loro successo è meritato ma se non avessero incontrato Ponti e Cristaldi oggi non sarebbero nessuno. Grandi film, grandi opere d’arte sono nati da incontri personali (Rossellini-Bergman), passioni segrete (Visconti-Berger-Delon), amori, odi, entusiasmi: l’intera vita di Picasso (esempio di un grande artista ideologico e impegnato) lo dimostra. Guardate al giornalismo e alla televisione. Ognuno lavora grazie ad una conoscenza, non ci sono concorsi o merito. Il genere giornalistico che tratta questo fenomeno si chiama “gossip”. I giornali invece affidano la politica italiana ad analisti (Massimo Franco, Geremicca, Cerasa e Verderami i più bravi) quando servirebbe qualcuno in grado di svelare i “rapporti” personali che, come si sa, nascono, si evolvono e muoiono. Per capirci, trovatemi un notista politico contemporaneo il quale ci spieghi perchè e come si è incrinato il rapporto personale di Grillo con Casaleggio. Forse capiremo meglio l’astrattezza del concetto “declino dei cinquestelle”. Leggete “Stelle cadenti. Perchè i leader di oggi sono meteore” (Annalisa Chirico, ed. Piemme) sul paradosso della “democrazia istantanea”, che corre frenetica sui social rendendo il leader politico sempre più simile a una celebrity.