(luglio 2017) Grande emozione ha suscitato nei presenti, vecchi e nuovi studenti, e colleghi, l’ultima lezione alla Sapienza del grande linguista Luca Serianni. Un addio ad un fuoriclasse, paragonabile a quello di un Totti. Ecco spiegata ai farisei la “valutazione” di un docente, che moltissimi definiscono “praticamente” impossibile.
Dei cretini dicono che basta mettere a tutti bei voti e si diventa “amati”. Altri cretini si ritengono superiori perchè sufficienze ne mettono poche.
Come si pesa allora, togliendo di mezzo i voti, il valore di un docente? La risposta l’ho elaborata tanti anni fa diventando preside, perché una prassi antica mi costringeva a fare ai pensionandi un annuale pubblico addio “ufficiale”, con discorsi e pasticcini. Tutti ricevevano un applauso, un regalo, un commiato, anche quelli che non avrebbero meritato neppure una matita.
Allora ho tentato di scardinare la cerimonia ufficiale, inoltrandomi nel regno dell’informale. Ho pensato ad un pranzo finale che chiudesse le attività dopo un collegio docenti. Ma a questo meeting, dove presentavamo il bilancio sociale, partecipavano tutti perché le spese le pagava la scuola e i partecipanti davano solo un piccolo contributo.
E’ bastato organizzare il meeting a totale spese dei partecipanti per ottenere il miracolo. Non si presentavano i tirchi e quelli che avevano di meglio da fare, compresi alcuni pensionandi che non avevano da salutare nessuno. Partecipavano solo quelli che volevamo e così ci stringevamo attorno ai pensionandi amati, in un clima di festa ed emozione.
Insomma, la differenza tra colleghi il cui addio ti commuove e ti fa male e colleghi per i quali provi indifferenza è la vera valutazione silenziosa della scuola italiana. Come si vede, basta togliere di mezzo la retorica ed il formalismo, discorsi e cerimonie ufficiali.
Se va via un Luca Serianni, chi vuole partecipa al suo addio, chi non vuole fa altro. State però certi che quando andranno a loro volta in pensione non se ne accorgerà nessuno. L’anno dopo uno ti fa: non vedo Tizio da un po’. –E’ andato in pensione l’anno scorso – -L’anno scorso? Ma se non lo vedo da almeno tre anni…- Invisibili, soli, indifferenti, solipsisti, illusi. Siete così sicuri che a scuola non si venga valutati? Il più solido piacere di questa vita è il piacere vano delle illusioni.
nella foto: Luca Serianni (Roma, 1947), italianista e filologo