ANTONIO CONTE VI SPIEGO IL PACCHETTO

L’allenatore Conte (1969) la Juve lo acquistò per un prezzo spropositato dal Lecce nel 1991, 7 miliardi di lire. Come giocatore non valeva nulla, era solo combattivo, eppure gli è bastato per giocare in nazionale e vincere scudetti. Il mio ricordo doloroso risale al 2000 quando un mio amico vide la Juve di Ancelotti a Verona e mi disse: speriamo bene, la squadra è scoppiata, Conte si trascina per il campo. Pochi giorni dopo, il 14 maggio del 2000, perdemmo a Perugia il campionato per colpa di Collina ma noi fisicamente eravamo decotti. Dopo 3 campionati che vincemmo con lui allenatore il mio giudizio sull’uomo Conte non è cambiato per il semplice motivo che il mio ideale di allenatore resta il barone Nils Liedhom che sapeva far giocare le squadre e restava seduto in panchina con aria mistica ed indecifrabile. Gli allenatori di oggi che all’inpiedi telecomandano i giocatori a me sembrano degli invasati della playstation. Conte impone alle proprie squadre un gioco fatto di automatismi da eseguire a memoria; come tutti gli allenatori, tutti, ha le sue fisime (Giaccherini per esempio); infine, quando perde sclera. Credo che chi sia costretto a starci accanto per lunghi periodi, penso alla moglie o al suo vice Alessio (che ora ha tagliato la corda), sia un santo. Per cui il pacchetto Conte è questo, gli dai 11 giocatori e da loro ricava il 100%, ma fuori dal campo ti stressa, destabilizza l’ambiente, ti logora, quando invece ogni tifoso ha bisogno di ricevere dal suo mister una comunicazione serena, tranquillizzante. Quando alla Juve disse “questi qui (la società) vogliono andare a mangiare in un grande ristorante spendendo 10 euro” ho pensato che ce ne dovevamo liberare subito. Marotta, portandoselo all’Inter, si è accollato tutto il pacchetto per 12 milioni netti all’anno (che darei oggi solo a Klopp) ed ora lo deve cambiare con Allegri. Io invece mi accontento di poco, mi basta per esempio se venisse alla Juve come vice Nesta, un grande uomo ( e un meraviglioso libero) che non sclera quando perde.