Al di là o al di qua di un microfono

Il lavoro più simbolico dell’umanità per me lo si ritrova all’interno delle radio, che è uno strumento la quale ha diviso l’umanità in due parti, ascoltatori e parlatori di tutto il mondo (emittente e ricevente). So di cosa parlo perchè sono stato dentro una radio per tanti anni e l’unico vero rimpianto che ho è di non esser riuscito a farmi pagare per lavorarvi per sempre.

All’interno di una emittente radiofonica vi sono vari ruoli, la maggior parte sono importanti, dal proprietario ai registi, dai tecnici ai giornalisti. Poi vi sono quelli che parlano, i conduttori, e la loro caratteristica è quella di riempire il vuoto tra un disco e un altro. Ecco, vado al punto, essere pagati per questo tipo di lavoro lo considero una benedizione e i conduttori appena accendo una radio qualsiasi a me appaiono simili ai percettori del reddito di cittadinanza: pagati in pratica per non far nulla. Tutti coloro i quali parlano in pubblico devono essere in grado di comunicare qualcosa, i conduttori radiofonici hanno invece il compito di intrattenere. Come una segretaria prima di farti entrare dal dentista.

Tenterò di spiegare il concetto con l’avvertenza che all’interno della categoria è chiaro vi siano dei professionisti eccezionali (un nome su tutti, Linus) dotati di bellissima voce, intelligenza, fluidità di linguaggio, senso dell’umorismo, ma non è questo il punto. Il punto è che la maggior parte dei conduttori, in tempi contingentati (cioè pre-stabiliti dall’emittente) prende la parola e comunica con il pubblico prima di essere interrotto dalla pubblicità o dalla musica (ormai come minutaggio inesorabilmente in discesa libera). Questi professionisti vengono in buona sostanza pagati per intrattenere con le chiacchiere. Faccio subito un esempio per capirci.

Ieri sera due conduttori, un uomo e una donna, introducevano e commentavano una notizia che è apparsa su varie fonti. Si tratta della sentenza che ha stabilito di non essere reato il masturbarsi all’interno di uno scompartimento ferroviario. Detta in questo modo, è chiaro che il duetto si è svolto così: una dice la notizia e l’altro commenta: “ma dove andremo a finire?”. Se si volesse esser seri e soprattutto rispettosi degli ascoltatori e della verità, l’argomento in questione andrebbe sviscerato, compreso in tutti i suoi aspetti giuridici, prima di poter essere commentato (non posso dire se la nutella è buona o cattiva se non l’ho assaggiata), ma in radio non si usa.

Ogni conduttore sceglie notizie del genere, espone il titolo e passa subito al commento, magari chiede agli ascoltatori di intervenire da casa. Inoltre gli ascoltatori in genere vengono sollecitati a telefonare per dire la loro sull’ argomento del giorno. Una sorta di sondaggio in diretta per capire subito quanti ti stanno ascoltando hic et nunc per cui è possibile sapere alle 15 del 16 settembre 2021 quanti telefonano rispetto allo stesso giorno e ora dell’anno scorso o degli ultimi dieci anni.

L’argomento del giorno è frutto di scelte demenziali (domanda tipo: in quale posto pericoloso lo hai fatto per la prima volta?) che solleticano esibizionismo, vanità e voglia di parlare dell’ascoltatore da casa. Ma torniamo alle mansioni dei conduttori. Una volta essi erano detti deejay, cioè venivano scelti per le competenze musicali in quanto si occupavano di spiegare e commentare i dischi che venivano trasmessi. Col tempo i dj (tra i quali alcuni diventati mitici) si sono assottigliati e adesso sono stati rinchiusi in una riserva indiana che trasmette dalle 21 in poi per tutta la notte.

Adesso nelle radio imperversano appunto i conduttori, che parlano e introducono argomenti tratti dai notiziari, scegliendo le notizie più curiose o quelle che appaiono più strane, divertenti, curiose. In molti casi sono (in apparenza) studi fatti in qualche parte del mondo introdotti da “lo sapevate che?” : lo sapevate che secondo uno studio fatto da scienziati dell’Università della North Caroline si può perdere peso mangiando ogni 36 ore? La cernita di queste notizie è facilissima, di solito si trovano non sui giornali cartacei ma sui siti dei giornali, i quali hanno l’onere di “intrattenere” i visitatori, dopo e accanto le notizie serie ed importanti con notiziuole, vere minchiate o cazzatelle (Totò le definiva quisquilie bazzecole pinzellacchere).

Ecco, ci siamo, il conduttore radiofonico di oggi (per definizione) si occupa e divulga quisquilie. L’intrattenimento radiofonico che va da  dall’alto in basso, dalla vetta all’abisso, da Arbore e Boncompagni (Alto gradimento) ad Anna Pettinelli, consiste nel cazzeggiare su minchiate, e la cosa ci deve preoccupare perchè se le radio da decenni procedono tutte così significa che la scelta a monte viene premiata dagli ascolti, cioè i riceventi approvano le scelte editoriali delle emittenti. I riceventi ormai non vogliono più in prevalenza ascoltare musica, l’ultimo disco uscito, l’ultimo successo musicale, ma ascoltare e interloquire con i conduttori che introducono discorsi su minchiate, spesso notizie false, non approfondite in tutti gli aspetti, improbabili, incerte, ininfluenti.

Abbiamo dunque capito che l’intrattenimento radiofonico, ormai tracimato in tv perchè ogni radio è anche tv e trasmissioni radiofoniche tipo “I lunatici” ogni sera vanno su Rai2, è diventato questo: passare il tempo parlando di cazzate o di falsità. Il parallelo con la politica e i suoi rituali viene spontaneo, non è che la cronaca politica si occupi spesso di questioni serie o importanti, in genere perde tempo con quisquilie, dal momento che anche la politica, come le radio, si misura sul consenso. Per cui se la politica parla di riforme importanti non interessa a nessuno ma se intrattiene su stupidaggini,  paure, l’uomo nero, o pericoli incombenti, attira attenzione. Poi vi sono le radio specializzate, quelle dei tifosi, radio radicale, la radio di Confindustria, oppure Isoradio, ma sono un altro discorso.

I conduttori radiofonici con i quali abbiamo a che fare appena accendiamo la radio in auto sono inesorabili, il loro umore dipende dal giorno. Se oggi è venerdì potete stare sicuri che vi intratterranno molto sul week end e vi chiederanno che progetti avete, per cui ascolterete in diretta telefonate di gente che comunica dove si sta recando, in genere in località marinare, poi il lunedì vi chiederanno cosa avete fatto nel week end.

Converrete con me, alla fine di questo excursus, che essere assunti a tempo indeterminato per parlare di cazzatelle è il massimo della vita. Se poi aggiungete a tutto questo che il conduttore magari vi parla dal principato di Monaco, allora capirete che lo stipendio è pure buono, altrimenti a Montecarlo non ci puoi proprio vivere. Per citare un film di Sorrentino “Le conseguenze dell’amore” , sempre meglio che dover di notte in montagna riparare i tralicci della corrente elettrica. In quel film l’ultimo pensiero di Titta Di Girolamo (Toni Servillo) va al suo migliore amico, che non vede da più di venti anni, ora impiegato dell’Enel come addetto alla riparazione delle linee elettriche di montagna. Un altro che non aveva avuto mai la possibilità di fare il conduttore radiofonico. Come dicevo, l’umanità si divide in due, solo che le due parti non sono sfruttatori e sfruttati come qualcuno pensava ma conduttori e ascoltatori.