“L’aspetto della salute è sempre più sfumato, si fanno contare solo i bilanci che sono sì importanti ma la salute non può essere gestita alla stregua di una fabbrica” (Ferdinando Laghi, consigliere regionale)
A “salute” sostituite “istruzione”, “cultura”, “occupazione”, “servizi”, e ripeterete sempre la stessa unica giaculatoria che sa esprimere una sinistra novecentesca (quella che ce l’ha sempre con il neoliberismo). E’ pure identica alle ricette della destra. Questi keynesiani da bignamino che per i beni pubblici spenderebbero a debito hanno in mente solo concetti quali “redistribuzione”, “patrimoniale” e “tassa e spendi”.
Prendiamo la sanità calabrese. Non ha già un buco spaventoso di cui non conosciamo neppure l’entità? E come la cambiamo, facendo altro debito? A fare debiti siamo buoni tutti, ma proprio tutti, intelligenti e cretini, competenti e incompetenti.
Come ha scritto la Corte costituzionale in una sentenza “gli amministratori si giudicano non solo sul rendiconto di quanto realizzato ma anche in relazione al consumo delle risorse impiegate”.