Riesci a capire che quello che i giudici hanno fatto oggi a Renzi domani magari lo faranno a quello che piace a te?
Augh. Grande Capo Silenzioso ha parlato. Dario Franceschini, il capo effettivo del Pd, ha finalmente rotto un silenzio imbarazzante dal momento che da quando è entrato nel governo Draghi non aveva mai speso una parola (una sola) positiva sul presidente del Consiglio. Adesso ci fa sapere che la soluzione Mattarella-Draghi gli sta bene e che auspica una Lega più di centro, alternativa al pd ma europeista e atlantista.
Questo Forlani 3.0 nel pd è imbarazzante, perchè la prima cosa che gli interessa è fare il ministro, mentre la seconda è la politica (non ama i tecnici) dello smussare gli angoli con tutti. Questo giovane che sembra vecchio (o questo vecchio uomo di potere democristiano che si è riciclato a sinistra) pratica da sempre la politica di non avere nemici e contrasti. La sua politica è concava e convessa per cui sulla legge elettorale si dichiara per il proporzionale “tuttavia credo che questo percorso possa compiersi lo stesso anche senza cambiare la legge”. Insomma, un altro politico italiano che procede con il “ma anche” per dire una cosa negandola subito dopo. Le porcate che Franceschini ha fatto con il suo amichetto Conte quanto ci costano lo ha svelato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ruffini. Nei giorni scorsi, dopo le nette dichiarazioni del premier Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco sulle frodi legate ai bonus edilizi, abbiamo assistito a una polemica surreale. Il principale partito di maggioranza, il M5s, ha attaccato duramente Draghi e Franco affermando che per la gran parte le truffe sulla cessione dei crediti fiscali accertate dall’Agenzia delle Entrate non riguardano il Superbonus 110% (eppure si parla di oltre 1milardo di euro, non so se mi spiego) ma il “Bonus facciate”. Ma non si comprende bene il senso dell’argomentazione, per il semplice fatto che anche il Bonus facciate è stato introdotto dal governo Conte.
Dopo il Cashback sospeso prima del suo termine naturale, il Bonus facciate è stata una delle prime misure che Draghi e Franco volevano portare su un binario morto alla sua scadenza. Ma nella maggioranza si è innescata una dinamica di scambio di favori (logrolling) tra M5s e Pd, che ha portato il Pd a sostenere il rinnovo del Superbonus voluto dal M5s e il M5s a sostenere la proroga del Bonus facciate sostenuta dal Pd. Alle altre forze politiche fare decine di miliardi di deficit per l’edilizia non dispiaceva affatto, anzi, e così Draghi e Franco sono usciti sconfitti su entrambi i fronti. Accusare il premier e il ministro dell’Economia di non aver impedito gli sperperi e le truffe è giusto, ma è ridicolo se a farlo sono le forze politiche che quelle norme le hanno volute e con ostinazione mantenute.