Occhiuto/Gli assessori regionali calabresi e la perfezione del numero 7

(15/2/22 con aggiornamenti al 17/7/24) Il presidente Occhiuto li ha scelti uno per uno attraverso un ponderato gioco ad incastro per cui gli esterni rispondono ad uno sponsor, gli interni sono stati votati dagli elettori. I sette Sacramenti, i sette Spiriti di luce ed i 7 pianeti ad essi collegati, le 7 virtù, da opporre ai 7 vizi capitali. Se noi sommiamo cabalisticamente il numero 7 (1+2+3+4+5+6+7= 28), esso ci dà inizialmente 28, cioè 2 e 8, simbolo del binario e dell’infinito (il 2, l’uomo e la donna, il bene e il male, il positivo e il negativo, ecc)l’8 (la continua lotta degli opposti per il raggiungimento dell’equilibrio e quindi i simboli del continuo evolversi della vita per mezzo dei contrari). Il numero 28, (2+8=10), a sua volta è formato da 1 e 0, che rappresentano il bastone e la coppa dei tarocchi; il tutto e il nulla, il pieno e il vuoto.

GIUSI PRINCI (FI), 49 anni, si ritrova da dirigente scolastica a numero 2 del presidente della Regione e con deleghe pesanti come istruzione, università, ricerca lavoro e formazione personale, nonché bilancio e azioni di sviluppo per la città Metropolitana di Reggio Calabria (7 deleghe). Le sue parole la definiscono: “Trasferirò alla Regione la mia mentalità manageriale: non dimentichiamo che le scuole post Lex Bassanini sono incardinate nella pubblica amministrazione e sono inserite in una gestione manageriale. Adesso trasferirò nella mia nuova quotidianità il mio agire manageriale e farò rete. Oggi ho accettato per mettere al servizio le mie competenze sempre nel ruolo di tecnico. Mia madre gestisce un bar ed ho perso il padre a tre anni: sono cresciuta con i sacrifici di mia mamma ed i miei e mi sono fatta da sola grazie a studio e sacrifici. Questi risultati mi permettono di battere i pugni e garantiscono la mia libertà: senza sacrifici non si va da nessuna parte. Sì, Cannizzaro è mio cugino ma non si sarebbe mai esposto per poi subire un boomerang di ritorno. Questa è un’occasione per fare bene alla Calabria ed io sono una professionista del fare”. Manageriale.

FILIPPO PIETRAPOLO (FdI) Primo dei non eletti alle ultime regionali. Catanzarese, laureato in Economia e commercio, ha ricoperto diversi incarichi da dirigente pubblico e privato. Vice di Abramo, diventò sindaco ff di Catanzaro, è stato coordinatore del Popolo delle libertà oltre che candidato di Forza Italia alle regionali 2014. Patrocinato da Wanda Ferro, diventa assessore all’Organizzazione della burocrazia e alle Risorse umane. “Ci sono funzionari della Regione che lavorano molto, altri che lavorano di meno. C’è bisogno di una sveglia e l’unico modo è quello di inserire forze nuove”. Nell’inchiesta Basso Profilo è stato condannato a 6 anni Giuseppe Truglia, suo collaboratore e dirigente di Fratelli d’Italia. In una botte di Ferro. Dei circa 4500 voti raccolti, soltanto 716 sono stati presi nella città di Catanzaro, a fronte dei quasi 1700 del consigliere eletto, Antonio Montuoro.

GIANLUCA GALLO (FI) Avvocato ed ex sindaco della sua città, Cassano allo Jonio, ha avuto confermate da Occhiuto le stesse deleghe ricevute da Jole Santelli. Quelle che uniscono portafoglio e visibilità, pur tuttavia nessuno pronosticava potessero condurlo ad un exploit elettorale di tali dimensioni. Mister preferenze con 22 mila voti, è il consigliere regionale più votato di sempre. «Vorrei che la gente pensasse che ho cuore e talento che non derivano dai miei occhi blu». E’ detto il Paul Newman della politica calabrese. Alle Regionali del 2020, i 6.500 voti ottenuti cinque anni prima son diventati 12mila. Santelli lo mette a capo della grande nicchia agricola. E lui con le sue amate Alfa Romeo si gira la Calabria agricola, popolata da cacciatori, pescatori, produttori, aziende vitivinicole, florovivaistiche e avicole. Lui incontra tutti almeno una volta e scambia una parola con ciascuno. Anche perché la sua mission dalla Cittadella è una sola, sbloccare pagamenti, decine e decine di milioni di euro distribuiti a pioggia in una terra in cerca di continue risorse. I 12mila voti del 2020, in poco più di un anno, diventano allora 21 mila, un record incredibile sul quale si sono appuntati i soliti sospetti. A cominciare da un vecchio nemico, Oliverio: «Alcuni assessorati si sono trasformati in bancomat». Dentro il suo mondo calabrese della filiera agricola, che dispone di tantissimi milioni di euro, Gallo si muove dando l’impressione di elargire soldi come se fossero suoi, per questo la sua pagina Facebook andrà studiata a fondo dagli storici futuri per capire la Calabria 3.0. Cosa troveranno? Tutto, pubblico e privato di un recordman delle preferenze, il quale ha capito la Calabria, che sarà industria, turismo, digitale o quello che volete, ma li vogliamo mantenere i piedi a terra? La stangata, film con Paul Newman (1973).

FAUSTO ORSOMARSO (FdI) Assessore al Lavoro, Sviluppo economico e Turismo, scoprì la Meloni nel 2017. Cosentino, già assessore della giunta Santelli e record di preferenze per Fratelli d’Italia, 9031 voti nel collegio nord. Viene da famiglia socialista, ma fin da giovane ha avuto una brillante carriera nelle fila della destra iniziando ad Azione Giovani. Laureato in economia aziendale e dottore di ricerca. Più che come fascista è già passato alla storia per aver rinominato “fioriture algali” le immonde chiazze di scarichi fognari in mare; secondo lui il persistente inquinamento delle nostre coste è un normalissimo fenomeno naturale che si verifica ogni anno. Commentando un report diffuso dall’Arpacal a luglio 21 in merito ad un punto non conforme nel mare di Paola, l’assessore regionale scrisse “testualmente” su FB: «E che cazzo vuol dire se a paola segnalano difformità proprio perché ci sono controlli deputati nel punto non conforme e se ripetuto nei controlli ci sarà divietò di balneazione. Forse poi vi sfugge che la depurazione dipende dai comuni e controlli da guardia costiera ed arpacal . Questo continuò a ribadire ma tanti ignoranti scrivono come se fosse mia la responsabilità . Pensa come scrive.

TILDE MINASI (Lega) La notizia: “Tilde Minasi da Assessore regionale a Senatore della Repubblica. Una settimana da record per l’esponente leghista, la quale a breve siederà a Palazzo Madama per sostituire il senatore veneto Paolo Saviane morto improvvisamente a 59 anni. Sarà il primo senatore donna della storia politica di Reggio Calabria. Tilde Minasi reggina e leghista sta vivendo la settimana più emozionante della sua vita, in quanto di fresca nomina come assessore regionale alle politiche sociali, ieri la prima giunta targata Roberto Occhiuto e oggi la notizia del suo ingresso al Senato per un caso del destino“. Ad ottobre non fu eletta ma con il suo ingresso è stato possibile infatti assegnare la seconda postazione a Reggio Calabria e allo stesso tempo mantenere la quota di 2 donne all’interno della giunta. Salvini ha tirato fuori dal cilindro il nome di Clotilde Minasi detta Tilde, profilo che buona parte del partito locale percepisce come un corpo estraneo ma di maggiore esperienza e dal curriculum più pesante rispetto a Francesca Porpiglia, altro nome emerso in quei momenti. Avvocato, due volte assessore comunale a Reggio Calabria, consigliere regionale della Lega uscente. Solo terza alle ultime elezioni regionali. Un passato vicino all’ex presidente della Regione e sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti. Predestinata.

ROSARIO VARI’ (FI) Da diversi anni trasferitosi a Roma, l’avvocato (studi al Liceo Classico di Vibo) è primo cugino dell’avvocato vibonese Paolo Petrolo, nominato dalla giunta guidata da Jole Santelli quale commissario straordinario dell’Aterp calabrese.
Rosario Varì è figlio del dottore Natale Varì, per anni cardiologo all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. La nomina di Rosario Varì ad assessore regionale della giunta Occhiuto è stata “sponsorizzata” dal senatore (nonchè coordinatore regionale di Forza Italia) Giuseppe Mangialavori, di cui Rosario Varì, insieme con il cugino Paolo Petrolo, è amico di infanzia. Nell’operazione “Imponimento” di Gratteri, nel capo d’imputazione mosso a Tedesco, Anello e Prestanicola c’è anche l’accusa di aver “contribuito a formare la strategia del sodalizio in ambito politico, come quando promuovevano il sostegno della cosca alle elezioni politiche nazionali del 2018 al dott. Mangialavori Giuseppe, poi eletto al Senato della Repubblica”. L’amicizia fondata sull’utile, secondo Aristotele, è tipica dei mercanti; mentre quella che nasce dal piacere, dei giovani.

MAURO DOLCE (Infrastrutture e Lavori pubblici). Occhiuto lo ha incoronato così: “Un uomo che negli anni ha coordinato e gestito tante emergenze, uno specialista in lavori pubblici, un ricercatore ed uno studioso con alle spalle innumerevoli e pregnanti esperienze. Curerà la infrastrutturazione  (comprese quelle  informatiche e  digitali) della Calabria mediante l’utilizzo delle risorse provenienti dal Pnrr, nonché la pianificazione degli interventi e delle iniziative per venire incontro alle esigenze del territorio e per conseguire un complessivo sviluppo della Regione. Sarà un uomo di raccordo tra la Regione e i Ministeri per il Pnrr, ma anche per portare avanti, a trecentosessanta gradi, le istanze del nostro territorio. Gran lavoratore del centrocampo.

(Ansa, 17/7/24) L’assessore Filippo Pietropaolo diventa il nuovo vice presidente della Giunta regionale.
Il presidente, allo stesso tempo, ringrazia la vice presidente uscente Giusi Princi, eletta all’europarlamento, e l’assessore uscente Emma Staine “per quanto di positivo fatto in questi anni di proficua collaborazione”.

L’assessore Giovanni Calabrese avrá le competenze di indirizzo politico in materia di lavoro e formazione professionale, Its e alta formazione, tutela dell’ambiente, e turismo.
Caterina Capponi viene nominata assessore con deleghe alle politiche sociali, alla cultura, allo sport e politiche giovanili, alle infrastrutture sportive, e alle pari opportunità. Maria Stefania Caracciolo viene nominata assessore con deleghe ai lavori pubblici, all’istruzione, all’edilizia scolastica, all’area dello Stretto e città metropolitana di Reggio Calabria, ai fenomeni migratori, all’urbanistica. Sono loro i due volti nuovi della giunta.
L’assessore Gianluca Gallo seguirà l’agricoltura, le risorse agroalimentari e la forestazione, le aree interne e le minoranze linguistiche, i servizi di mobilità sostenibile e il trasporto pubblico locale. L’assessore Marcello Minenna avrà le deleghe economia e finanze, programmazione strategica e indirizzi per l’attuazione degli interventi finanziati con fondi nazionali e comunitari. L’assessore Rosario Varì avrá le competenze di indirizzo politico in materia di sviluppo economico e internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e Zes.
Saranno di diretta competenza del presidente: rapporti con l’Unione europea; iniziativa legislativa; tutela della salute e politiche socio-sanitarie e socio-assistenziali; indirizzi sugli enti strumentali, fondazioni e società partecipate; marketing territoriale e promozione degli asset strategici; aeroporti e trasporto aereo; protezione civile; ogni altra materia non espressamente attribuita alla competenza di un assessore.

(La C news, 17/7/24 Domenico Martelli) È Maria Stefania Caracciolo il nome forte, uno dei due nuovi, che si incastra nel gioco al rialzo della architettura di Roberto Occhiuto. Che disegna la sua nuova giunta come fosse la prima, o forse l’ultima. Certamente quella che a metà legislatura deve tenere conto del peso specifico e degli equilibri ormai definitivi emersi a più livelli nel centrodestra regionale e nazionale. Con uno sguardo al presente e forse persino due rivolti al futuro. Come avesse tre occhi.

Maria Stefania Caracciolo non sostituisce Giusy Princi alla “destra” del Padre, benché con lo stesso retaggio. Se possibile, però, va oltre. Viceprefetto vicario a Reggio (indicata più volte in giro per il Paese nella gestione dei Comuni sciolti per mafia) Caracciolo spalma livello superiore da dentro la “quota” dello Stretto. Improponibile non intravedere la mano di Ciccio Cannizzaro che cede ben volentieri una vicepresidenza irripetibile a guida Princi in cambio di un peso specifico griffato in giunta. Peraltro mutuando anche parte delle deleghe della stessa cugina oggi parlamentare europeo.

Insieme, Cannizzaro e Occhiuto, declinano che politicamente avrebbe reso e renderà di più consegnare al tavolo il peso specifico che “merita” sul campo Fratelli d’Italia che ostinarsi sulla poltrona di vice. Che con Pietropaolo, già presente in squadra, chiude il cerchio. Doppio il simbolo e la simbologia. Fdi nella stanza vera dei bottoni, da un lato. Wanda Ferro, nello specifico, dall’altro perché sarebbe da ingenuamente superficiali non intravedere il sottosegretario agli Interni dietro le movenze dell’assessore catanzarese. Ove mai e per qualsiasi ragione al mondo (indotta, subita, generata, desiderata) Occhiuto dovesse non completare il suo mandato è Pietropaolo (con Wanda) il “Virgilio” che deve traghettare verso urne nuove. E se non basta il peso del vice a osannare il nuovo perimetro di Fratelli d’Italia ecco Giovanni Calabrese che fa shopping di deleghe.

Al Lavoro che già aveva ecco altro incarico di peso, il Turismo. Un tempo di Fausto Orsomarso. Forza Italia gioca di fino il nuovo disegno del potere. Soprattutto al proprio interno. Tiene tutte le deleghe che aveva e ne aggiunge anche di più. E bilancia il “rispetto” nei confronti di Tajani non proprio scontato negli ultimi tempi da queste parti. Già detto di Cannizzaro, sale la “quota” Reggio, il resto lo fa un’altra delega robusta per Gianluca Gallo. Già alle prese con l’Agricoltura ora dovrà vedersela anche con i Trasporti. Il record dei consensi di quasi tre anni fa non basta più come movente.

C’è evidentemente dell’altro a partire da un equilibrio nazionale interno e di prospettiva in Forza Italia che non lascia per niente ai margini proprio lui, Gianluca Gallo. Più o meno la stessa resa dei conti interna rende la Lega invece “brodo” di se stessa. Tre quarti di partito (se non di più) a puntare il dito contro Emma Staine. Che viene fatta fuori senza incontrare la benché minima resistenza di Roberto Occhiuto. Tutt’altro semmai. Solo Minasi a fianco di Staine ma evitare le sberle è impensabile. Non la vuole quasi nessuno e tocca sostanzialmente a Gelardi sussurrare la sostituzione a Salvini, nell’impotenza generale degli altri consiglieri mascherata da disinteresse. Da qui alla solita intifada è un attimo. Così come meno di un attimo ci si mette a far fuori Staine dalla giunta.

Arriva Caterina Capponi da Melito Porto Salvo al posto suo. E già più d’uno è pronto a ribattezzarla la “nuova” Staine. Che viste le premesse non suona proprio come un incoraggiamento.

(La C news/Massimo Clausi) Forza Italia uber alles. La nuova giunta regionale, disegnata da Roberto Occhiuto, conferma lo strapotere del partito azzurro negli assetti della Cittadella. In quantità e qualità. Sotto quest’ultimo aspetto basta guardare alla quota finita nelle mani dell’assessore Gianluca Gallo. Mai nessuno come lui nella storia del nostro regionalismo aveva sommato su di sè una concentrazione così densa. Si perché oltre l’agricoltura, il campione di preferenze ora dovrà occuparsi di un dossier pesante come quello dei Trasporti e del Tpl, un capitolo di bilancio di grande rilevanza. C’è poi la new entry Maria Stefania Caracciolo che dovrà occuparsi di Urbanistica e Lavori Pubblici, mentre sono stati confermati i due assessori Varì (sviluppo economico) e Minnenna (Economia e Finanze). A fronte di sei consiglieri regionali eletti su una maggioranza di venti, Forza Italia quindi può contare su quattro assessori e il presidente della giunta. Mica male. Se guardiamo alla sostanza, quindi è quasi banale parlare del depotenziamento della Lega che dall’inizio della legislatura ad oggi si è vista assottigliare il ruolo sia come numero e importanza di deleghe sia come peso politico di chi la rappresenta in giunta (è passata dalla Minasi alla Staine per arrivare alla Capponi). Il paradosso è che il Carroccio in consiglio può anche lui contare su sei consiglieri regionali. Eppure ha incassato poco, anzi si è vista togliere un ramo importante come appunto quello dei Trasporti. Nell’indicazione dell’assessore, poi, non sono stati considerati gli uomini forti del Carroccio che fino a prova contraria sono Simona Loizzo e Filippo Mancuso, entrambi portatori di circa ventimila voti alle ultime Europee. Eppure il neo assessore leghista non è né di Cosenza né di Catanzaro. Evidentemente con lo scopo di rafforzare l’alleanza di governo in riva allo Stretto, che le elezioni amministrative potrebbero arrivare da un momento all’altro. E’ evidente quindi che c’è un disegno politico di estromettere pian piano la Lega dal Governo regionale. Per farlo, ovviamente, Occhiuto ha dovuto potenziare strategicamente Fratelli d’Italia e fare un asse col partito del premier. Ma questo fino alla curva perché le deleghe sono come le azioni nell’interpre-tazione di Cuccia: non si contano, si pesano.
Allora è vero che Giovanni Calabrese si vede aumentarne il numero, ma senza “pieni poteri”. Gli è stato assegnato il Turismo, come richiesto dal partito, ma il marketing territoriale è rimasto in capo al Presidente. Stiamo parlando del pacchetto “Calabria Straordinaria”, varato dall’allora assessore meloniano Fausto Orsomarso che rappresenta non solo la cassaforte dello sviluppo turistico, ma anche lo strumento attraverso il quale disegnare le linee di indirizzo politico del settore. Insomma la “ciccia” della delega è tutta lì. Infatti per compensare questa diminutio a Calabrese è stato assegnato anche l’ambiente che non era fra le richieste di FdI che voleva solo vicepresidenza e Turismo. Ma anche qui siamo ad una delega dimezzata, visto che il presidente ha mantenuto la competenza su tutti gli enti strumentali. Fra questi c’è appunto l’Arrical, l’agenzia che gestisce tutto il settore dei rifiuti e della depurazione e la Sorical che è il braccio operativo sull’idrico, Calabrese dovrò quindi essere bravo a ritagliarsi uno spazio che non lo confini alla semplice burocrazia. Vero è che FdI incassa anche la vicepre-sidenza con Filippo Pietropaolo, ma si tratta più di un ruolo di rappresentanza che altro, tranne in caso di non augurati sviluppi futuri. La partita per FdI però non è finita perchè c’è in ballo anche la gestione dell’agenzia per la digitalizzazione che è molto di più di quello che sembra. Ma questa è un’altra storia. Per adesso parte la fase due del governo regionale esattamente come era iniziata prima, con l’egemonia di Forza Italia.

(da Il Reggino.it Acque agitate nella Lega calabra) Qualcosa si è mosso nelle ultime ore, soprattutto in casa Lega. Secondo fonti ben accreditate, proprio Occhiuto aveva nelle scorse ore già comunicato a Emma Staine di potersi considerare un ex assessore ai Trasporti. La comunicazione, che in realtà conferma alcune voci circolate nelle scorse settimane non ha colto di sorpresa i consiglieri regionali che capitanati dal capogruppo Pino Gelardi ha provato a mettere sul piatto una sostituta che risponderebbe al nome di Caterina Capponi, già candidata alle Regionali del 2021 sempre in quota Lega, racimolando 1044 voti. Non una novità per il presidente della giunta regionale, visto che il nome della Capponi era già stato fatto in precedenza, non trovando il gradimento di Occhiuto.

Ma di più Gelardi avrebbe ricevuto il beneplacito dei colleghi consiglieri a Palazzo Campanella: da Peppe Mattiani a Pietro Raso, passando dalla new entry Katya Gentile. Perplessità sarebbero invece state espresse da Pietro Molinaro e dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso. Una maggioranza risicata all’interno del gruppo, che potrebbe servire a consolidare le chance della Capponi. Anche se, ancora, occorre valutare l’incidenza del “niet” espresso da Mancuso e Molinaro, che però sono in predicato, presto o tardi, di lasciare il Carroccio.

La mossa di Gelardi in ogni caso avrebbe contribuito ad avvelenare il clima all’interno della Lega calabrese, con la senatrice Tilde Minasi, molto legata alla Staine, sul piede di guerra, alla stregua della deputata Simona Loizzo che non vedrebbe di buon occhio l’ormai quasi certo cambio alla guida del Carroccio in Calabria, dove il deputato barese Rossano Sasso assumerà il comando al posto del commissario Giacomo Saccomanno che alle europee si è impegnato a sponsorizzare proprio la candidatura della Loizzo.

Insomma, ancora acque agitate nella Lega, col rischio che possano diventare impetuose, proprio ora che la rimodulazione di giunta annunciata, è arrivata, confermando il “colpo” di Gelardi che ha visto accolta la proposta avanzata con il nome della Capponi.