Gianni Costanzo lo conobbi perchè giocava ala destra nella Robur (tignoso e gusciante, senza paura) e poi durante l’estate ci ritrovavamo a Decollatura dove una colonia nicastrese andava in ferie (che tempi!). Là conobbe la sua futura moglie catanzarese e poi cominciò a lavorare in banca dove lo incontravo con una certa regolarità. Il suo segno distintivo era il sorriso malinconico ed è stato sempre un ragazzo di gran cuore, sensibile e devoto agli amici. Un giorno mi disse che lasciava Lamezia per andare a Caserta e per fronteggiare la mia sorpresa le sue parole furono: Ma come si fa a vivere qui? Sono parole che mi sono risuonate sempre in testa e da allora Caserta per me ha significato Gianni, Toni Servillo, l’attore e Francesco Piccolo, lo scrittore. Gli mandavo i saluti attraverso la sorella ma non l’ho più rivisto, poi giusto qualche anno fa ero a Catanzaro Lido al Magna Grecia Festival e lo intravidi tra la folla. Aspettai di salutarlo alla fine ma poi non son riuscito più a trovarlo. Era destino che i nostri sentimenti li coltivassimo a distanza, e ora resta il ricordo di una persona alla quale ho voluto bene.